22 dicembre 2014
Nutro da anni qualche perplessità sui “lavoretti”: non mi piace il nome in se stesso (il diminutivo non contribuisce certo a conferire loro dignità) e temo sempre una sorta di effetto scollamento tra il lavoro fatto in classe e la realizzazione di un manufatto da regalare alle famiglie.
Da qualche tempo me la cavo con biglietto e poesia, ma quest’anno l’occasione era davvero troppo
propizia perché me la lasciassi sfuggire.
Complice lo splendido
volume Fiabe d’inverno
edito da Taschen, di cui avevo già letto ai bambini Il cowboy di Natale, nei giorni scorsi ho proposto loro
Il dodicesimo giorno di
Natale
che mi aveva affascinato sin dalla prima lettura.
Si tratta della rivisitazione, da parte di autore anonimo, di un famoso canto di Natale di origine tardo-medievale, illustrato da Ilonka Karasz nel 1949.
IL
PRIMO GIORNO
DI
NATALE
IL
MIO AMORE VERO
MI
MANDO’
UNA
PERNICE SU UN PERO.
IL
SECONDO GIORNO
DI
NATALE
IL
MIO AMORE VERO
MI
MANDO’
DUE
TORTORELLE
E
UNA PERNICE SU UN PERO.
IL
TERZO GIORNO
DI
NATALE
IL
MIO AMORE VERO
MI
MANDO’
TRE
GALLINE FRANCESI,
DUE
TORTORELLE
E
UNA PERNICE SU UN PERO.
[…]
E qui, durante la lettura ad alta voce, i miei bambini hanno avuto lo stesso soprassalto che avevo avuto anch'io solo pochi giorni prima:
DIECI TAMBURINI COL
TAMBURO,
UNDICI PIFFERAI COL
PIFFERO,
DIECI NOBILI SALTERINI…
“Ma
come dieci? È il dodicesimo giorno,
sono dodici! Prova a contarli…”
E infatti i tamburini sono
dodici, e undici i pifferai, e dieci i nobili salterini. Un banale errore di
stampa, che peraltro non t’aspetti in un volume di questa portata.
A questo punto, non ho potuto fare a meno di chiedere ai bambini delle due classi di cimentarsi con questa prova: ripensare il testo del canto cambiando i doni.
Uno di loro mi ha
addirittura anticipato: “Possiamo
cambiare, e invece di il mio amore vero scrivere
Babbo Natale?”
Detto fatto: la prima
strofa del nostro canto suonava così:
IL
DODICESIMO GIORNO
DI
NATALE
BABBO
NATALE
MI
MANDO’
UN
CANE SPECIALE.
(Naturalmente è spettato
alla maestra far notare che cambiando amore vero con Babbo Natale sarebbe
dovuta cambiare anche la rima: tra le tante proposte, abbiamo scelto speciale).
Da questo momento, è stato
un crescendo di interventi, in una logica bambina assolutamente perfetta, con
uno/una a proporre i doni di turno e tutti gli altri impegnati a trovarne le
qualità e a ripetere la sequenza nel giusto ordine, fino ad arrivare a...
IL
DODICESIMO GIORNO
DI NATALE
BABBO
NATALE
CI MANDO’
DODICI
ALBERI PIENI D’AMORE,
UNDICI
FIOCCHI ROSSI,
DIECI
OROLOGI D’ORO,
NOVE
LUPI AFFAMATI,
OTTO
MAESTRE BRAVE,
SETTE
LIBRI DI NATALE,
SEI
SALE GIOCHI PER BAMBINI DI SETTE ANNI DI CARIMATE,
CINQUE
MONDI PIENI DI GIOIA,
QUATTRO
SCIMMIE GIAPPONESI,
TRE
TV NUOVE,
DUE
PAPPAGALLI DI TUTTI I COLORI
E
UN CANE SPECIALE.
CLASSE
SECONDA CARIMATE
Cosa c’entra il “lavoretto” in tutto ciò?
C’entra, c’entra: perché è
stato proprio a questo punto che ho pensato: perché non realizzare un’illustrazione
simile a quella finale del testo, con il contributo di tutti (ed in particolare
dei bambini che non avevano suggerito i doni)?
Ancora una volta, detto
fatto: matita, forbici, carta e fotocopiatrice, il nostro lavoretto di Natale
era pronto per essere colorato e decorato:
IL
DODICESIMO GIORNO
DI NATALE
BABBO
NATALE
CI MANDO’
DODICI
PALLONI BRILLANTI,
UNDICI
UNICORNI COL CORNO,
DIECI
GIOCHI DI CARNEVALE,
NOVE
PANTERE NERE,
OTTO
VIDEOGIOCHI CON LE AUTO,
SETTE
CANI COL CAPPELLO,
SEI
VESTITI CALDI,
CINQUE
ORSACCHIOTTI DI PEZZA,
QUATTRO
PASTELLI COLORATI,
TRE
PUPAZZI DI NEVE,
DUE
SLITTE VOLANTI
E
UN GATTINO SPECIALE.
CLASSE
SECONDA MONTESOLARO
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