martedì 2 ottobre 2018

Quel che il quaderno non racconta


Ci sono molte cose che il quaderno non racconta…

Il quaderno non racconta l’ora in cerchio del lunedì mattina, quando, appena arrivati a scuola, ci raccontiamo le parole belle del fine settimana, rispettando il turno e imparando ad ascoltare chi sta parlando così come gli altri hanno ascoltato noi.

Il quaderno non racconta il cerchio degli abbracci, quando c’è bisogno di un’attenzione in più, o, semplicemente, di stare più vicini, e ognuno a turno fa il giro abbracciando ogni compagno e compagna, e la maestra, imparando a dosare la stretta, ad avvicinarsi a tutti, ad accogliere tutti, e a tornare, alla fine, al proprio posto nel cerchio.

Il quaderno non racconta la ragnatela dell’amicizia, il gomitolo lanciato verso un compagno o una compagna tenendone ben saldo un capo, a formare un complicato reticolo che dice il nostro essere amici.

Il quaderno non sempre racconta il tempo delle storie, gli occhi e le orecchie attenti, le risate, gli interventi, le domande e le risposte.

Il quaderno non racconta le teste a volte poggiate sul banco o la fatica di stare seduti, l’attesa dell’intervallo, della merenda o della mensa, l’espressione corrucciata o triste quando il desiderio di casa, di mamma o papà si fa più intenso.

Il quaderno non racconta gli scambi di merende, il biscotto morsicato offerto alla maestra, i disegni regalati, le carte dei Pokemon, i giochi sottobanco.

Il quaderno non racconta il tempo del bagno, le svariate pipì, le mani lavate a lungo, il sapone che finisce troppo in fretta, le molte salviette necessarie per asciugarle, il ritorno in classe.

Il quaderno non racconta il tempo lungo del giardino, dove si può calciare o lanciarsi un pallone, chiamare a gran voce i passanti per farsi restituire quello uscito dalla cancellata, rincorrersi al sole o costruire piccoli rifugi per insetti, camminare attaccati a una lunga sciarpa o sedersi sulla panchina a chiacchierare con un amico.

Ci sono molte altre cose che il quaderno non racconta…




2 commenti:

  1. È questo chè mi manca di più della scuola. Dopo 42 anni con i bambini non mi vergogno, ora in pensione, di aver nostalgia delle loro voci e dei loro soRaisi.

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  2. concordo su tutto, e sul commento della collega pensionata dopo 42 anni di servizio! penso alle grandi difficoltà delgli insegnanti di tutti gli alunni, specialmente i + piccoli e naturalmente alle famiglie, un abbraccio virtuale e tuttiiiiiiii!forza, coraggio e determinazione!

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