mercoledì 30 settembre 2015

Giochi di parole: il logogrifo, ovvero L'importanza del verbo



Dal vocabolario Treccani:



logogrifo (meno corretto logògrifo) s. m. [dal fr. logogriphe, comp. del gr. λογο- (v. logo-) e γρϕος «rete; discorso intricato; enigma»]. – Gioco enigmistico consistente nel formare da una parola madre (detta intero) parole costituite da un numero minore di lettere, purché nell’insieme delle combinazioni si trovino tutte le lettere dell’intero, e almeno una delle combinazioni contenga tutte le vocali che nell’intero figurano ripetute più di una volta (per es., dall’intero crostaceo le parole sacco, ostro, estro, astro, sarto, ecc.; da paradiso le parole diaspro, sapori, spada, raso, ecc., che costituiscono un l. decrescente, in quanto le varie combinazioni diminuiscono successivamente di una lettera). Oltre ai l. letterali, come gli esempî precedenti, si hanno l. sillabici, in cui le combinazioni vengono formate con sillabe dell’intero (per es., da dominatore le parole mito, nato, rena, minareto, donatore, ecc.).




In classe abbiamo sperimentato questo gioco nella versione del libro I draghi locopei, di Ersilia Zamponi: con le lettere del nome e cognome di una persona (in questo caso, le colleghe), abbiamo formato alcune parole. Con alcune di esse abbiamo scritto una frase.


 


 



(e si coglie l’occasione per parlare di allitterazioni)



 





Dopo aver sperimentato insieme, finalmente i bambini si mettono alla prova con il lavoro a coppie; è proprio durante questa attività che emerge, in modo immediato e ben comprensibile a tutti, la centralità del verbo nella frase. Chi non è riuscito a trovarne neppure uno, non riesce neppure a scrivere la frase:






(Il poni sul tafano fa la lana mi ha fatto pensare a Toti Scialoja :) )