lunedì 30 settembre 2013

P come Parole


Da
 
 
è stato un gioco passare a

 
per concludere la mattinata con le PAROLE PREFERITE, che sono finite


 
proprio sull'albero Chissadove! (potete notare che per tre volte compare la parole CANE, e una volta CAGNOLINO: è proprio vero che è il miglior amico dell'uomo!)
Per concludere, ecco l'avvio del lavoro di arte: una ragnatela dell'amicizia coloratissima
 

 
 
 

 
 
 

sabato 28 settembre 2013

L'amicizia è...





Disegni coloratissimi su fondo nero, creati apposta per colpire l’immaginazione di un bambino e parlargli una lingua il più possibile simile alla sua. Che cos’è l’amicizia? Ce lo chiederemo per tutta la vita, e le risposte non saranno mai molto diverse da quelle degli specialissimi mostri protagonisti di questo libro.


Come incomincia:


“L’AMICIZIA È…

 
GIOCARE

 
ANNOIARSI

 
FARSI I DISPETTI

 
AZZUFFARSI


PIANGERE

 
RIDERE

 
SEPARARSI


VERGOGNARSI

 
SPERARE

 
FARE LA PACE

 
AVERE FIDUCIA

 
RIDERE

 
VOLERSI BENE”



VON HOUT M., L’amicizia è…, Lemniscaat
 
Ieri abbiamo sfogliato questo libro, ci siamo tuffati dentro le sue pagine nere illuminate dai colori sgargianti dei personaggi quasi scarabocchiati, abbiamo provato a indovinare quali parole ci fossero scritte; poi abbiamo scritto sul quaderno
 
L'AMICIZIA E'
 
GIOCARE
 
LITIGARE
 
FARE PACE
 
Mi sembravano sufficienti per evitare di stancarli e definire questo legame che ci unisce a chi abbiamo scelto: molti di loro però mi hanno detto che bisognava aggiungere anche
 
RIDERE
 
Tra tutte le parole lette, non hanno avuto dubbi: se si è amici, si ride.
 
Poi siamo scesi in palestra e abbiamo fatto la ragnatela dell'amicizia http://apedario.blogspot.it/search/label/ragnatela : ho promesso loro che la rifaremo prestissimo.
Per ora, ci siamo accontentati di disegnarla sul quaderno (ma per le opere d'arte c'è da aspettare lunedì: ora i quaderni blu sono a casa dei legittimi proprietari).
Buon fine settimana!

venerdì 27 settembre 2013

A come Amici


Alba e Bella sono cane e gatto, ma non nel senso metaforico del termine, anzi: si vogliono davvero molto bene e sono addirittura amiche per la pelle.

 
 
Alba e Bella vivono insieme, ma non potrebbero essere più diverse: Alba è sempre in movimento, mentre per Bella non è mai il momento giusto per svegliarsi ed alzarsi. Finché un giorno Alba scompare: Bella, con l’aiuto di Spot, la cercherà ovunque…
Come incomincia:
“La sveglia, puntuale a meraviglia,
ogni mattina suona alle sette.
Con un balzo Alba si alza,
si stiracchia, scodinzola, sbadiglia
e in un attimo rifà il suo letto.
 
 
E Bella?
Lei di alzarsi proprio non se la sente.
Fare stretching non è divertente.
E che noia lavarsi, ordinare la casa, e persino giocare!
Meglio il dolce farniente.
Solo per mangiare a volte mette un piede giù dal letto.
 
A volte…”
 
 
D. BEN ZVI, Alba e Bella amiche per la pelle, Arka(

Qui http://zazienews.blogspot.it/2013/01/vivere-insieme-e-condividere.html Silvana Sola ne scrive un'attenta recensione)
 

Ieri Alba e Bella ci hanno aiutato a scrivere e a disegnare i nostri amici, anzi, IL MIO AMICO/LA MIA AMICA: uno solo, non necessariamente il preferito, ma quello di questo preciso istante.

 

Ecco una galleria di amici:

 




 
 
 

 
 
 

 
 
 

 
 
 

 
 

giovedì 26 settembre 2013

Anselmo


E finalmente a scuola è arrivato anche (il prode) Anselmo

 Topipittori - Anselmo va a scuola - copertina

delle cui gesta ho già parlato qui http://apedario.blogspot.it/search/label/Anselmo


Eccolo in viaggio con  il fido compagno di avventure (l’io narrante, un bambino di 5 anni e 9 mesi, proprio come lui) e la sua auto, in volo sopra i tetti della città, verso la scuola
Anselmo va a scuola


Ieri mattina il coniglio con l’orecchio sentimentale ha fatto la sua comparsa tra i banchi, proprio come nel libro:

Anselmo va a scuola




Da noi, però, non ha trovato, come nella narrazione originale, aule e banchi vuoti, ma visi stupiti e attenti, fiati sospesi, frasi che non si potevano tenere dentro: "Io so tutto sui conigli!" "Ma quello è finto, non si muove!" "Non vedi che lo tiene in mano il suo padrone" (voce della maestra: "Ma no, è il suo amico!")...
 
Anselmo va a scuola diventa illustrazione sul quaderno, quasi come nella copertina originale

 

 


 
 
 
 

 
 

 
 
oppure ritratto a figura intera
 

 
 

 

 
o ancora in una somiglianza davvero straordinaria con il proprio amico umano


 
(al coniglio manca solo lo zaino-trolley!)


 
(da notare l'alternanza stilistica nei colori di maglia e pantaloni )
 
In ogni caso, è bello andare a scuola con gli amici (temo di essere quella pelata a capofila!)...
 


 
 
Di seguito, invece, trovate le mie reminiscenze scolastiche: ogni volta che sento pronunciare il nome Anselmo non posso fare a meno di pensare a lui...
 
LA BALLATA DEL PRODE ANSELMO

Passa un giorno, passa l'altro
mai non torna il nostro Anselmo,
perché egli era molto scaltro
andò in guerra, e mise l'elmo...

Mise l'elmo sulla testa
per non farsi troppo mal
e partì, la lancia in resta,
a cavallo d'un caval.

La sua bella che abbracciollo
gli diè un bacio e disse: Va!
e gli pose ad armacollo
la fiaschetta del mistrà.

Poi, donatogli un anello
sacro pegno di sua fè,
gli metteva nel fardello
fin le pezze per i piè,

Fu alle nove di mattina
che l'Anselmo uscì bel bel,
per andare in Palestina
a conquidere l'Avel.

Né per vie ferrate andava
come in oggi col vapor,
a quei tempi si ferrava,
non la via, ma il viaggiator.

La cravatta in fer battuto
e in ottone avea il gilè,
ei viaggiava, è ver, seduto
ma il cavallo andava a piè.

Da quel dì non fe' che andare...
andar sempre, andare, andar...
quando a piè d'un casolare
vide un lago, ed era il mar!

Sospettollo... e impensierito
saviamente si fermò,
poi chinossi e con un dito
a buon conto l'assaggiò.

Come fu sul bastimento
ben gli venne il mal di mar;
ma l'Anselmo in un momento
mise fuori il desinar.

Il sultano in tal frangente
mandò il palo ad aguzzar,
ma l'Anselmo previdente
fin le brache avea d'acciar.

Pipe, sciabole, tappeti,
mezze lune, jatagan,
odalische, minareti,
già imballati avea il sultan,

Quando presso ai Salamini
sete ria incominciò
e l'Anselmo, coi più fini
prese l'elmo e a bere andò.

Ma nell'elmo, il crederete?
c'era in fondo un forellin
e in tre dì morì di sete
senza accorgersi il tapin.

Passa un giorno, passa l'altro
mai non torna il guerrier;
perch'egli era molto scaltro
andò in guerra col cimier.

Col cimiero sulla testa
ma nel fondo non guardò
e così gli avvenne questa,
che mai più non ritornò!
Giovanni Visconti Venosta

Qui http://www.dima.unige.it/~romanisi/ProdeAnselmo.html trovate altre notizie sulla nascita del famoso e prode Anselmo (che mi è  caro anche perchè vanto comunanza di luoghi con il suo autore...)
 

martedì 24 settembre 2013

A caccia di A (giorno 2)


Lavoro completato
 



 

 
 
 

 

Gli ultimi tre li avevate indovinati?

 
Buon pomeriggio, scappo al corso di aggiornamento “Comunicare col cuore”…

lunedì 23 settembre 2013

A caccia di A


Questa mattina, caccia grossa di A:

foglio A4 piegato verticalmente a metà, poi orizzontalmente due ulteriori volte, in modo da avere il foglio suddiviso in 8 piegature.
Ho chiesto poi ai bambini di chiudere gli occhi e di pensare a cose o animali che iniziassero con la lettera A. Per ogni nome che rispondesse alla richiesta ognuno ha realizzato la relativa illustrazione a tratto-pen nero all’interno di uno dei rettangoli.

Dopo aver raffigurato otto tra oggetti e animali, ne abbiamo scritto i nomi sul quaderno, corredandoli con il disegno ritagliato e incollato.

Questo il lavoro in fase di realizzazione (ci vuole un sacco di tempo per scrivere e disegnare 8 nomi!)...
 



 
 
Ricchi premi e cotillon per chi indovina il nome dei prossimi tre raffigurati (il primo è facile, gli altri due molto, molto meno!)... Ricordatevi che iniziano con la A

 
 

 
Lo so che a questo punto qualcuno si starà chiedendo se non sarebbe stato più semplice (e veloce) scrivere le parole e illustrarle direttamente sul quaderno; ho però notato negli anni che il disegno con pennarello nero a punta sottilissima rende molto bene, anche una volta colorato.

La scelta di utilizzare il foglio A4 suddiviso in rettangoli uguali permette di delimitare lo spazio disponibile per il disegno per ogni bambino, che anche in questo modo impara a utilizzare strumenti e spazi diversi (per non parlare dell’affinamento delle capacità di piegatura e ritaglio).


A domani con il lavoro ultimato (almeno spero!)…

sabato 21 settembre 2013

A come Amore


Altro giro, altro regalo: questa volta, però, me lo sono fatto io.

Dopo averne tanto letto e sentito parlare, ho finalmente tra le mani una copia tutta mia di

 

di Janna Carioli (Fatatrac), illustrato da Sonia Maria Luce Possentini.

Ora, immagino che (nomen omen) un’illustratrice con quel nome non possa realizzare altro che illustrazioni luminose e delicate; ma è un’autentica meraviglia sfogliare ogni doppia pagina e ammirare come le immagini compenetrino perfettamente le parole in poesia.
Ogni bambino ritratto è in ogni sua espressione unico e irripetibile , come unico e irripetibile è ogni bambino della realtà.
 
E alla lettera A, ecco
 
AMORE
 
Io e te ci somigliamo.
Siamo nati da un seme
io bimbo, tu albero
siamo cresciuti insieme.
Adesso sei più alto
e guardi il mondo in giro
mi siedo alla tua ombra
respiro il tuo respiro.
Lo dico sottovoce
e so che tu mi senti
noi siamo più che amici
io e te siamo parenti.
 
Janna Carioli, L'alfabeto dei sentimenti, Fatatrac

venerdì 20 settembre 2013

A come Animal gallery (Gallucci)


Se anche voi, come me, non potete reprimere un Oh! di meraviglia alla vista di un pop up ben realizzato, ecco l’ultima pubblicazione dell’editrice Gallucci





Mi sembra uno splendido modo per augurarvi buon fine settimana (cosa aspettate a correre a comprarvelo?!)…

 

giovedì 19 settembre 2013

L'albero Giovanni


Questa mattina a scuola abbiamo fatto la conoscenza dell’albero Giovanni

 

(e già mi sembra straordinario pensare che un albero possa avere lo stesso nome di uno zio, di un nonno o di un cugino).

Riflettevo poco fa sulle immagini di Nicoletta Costa; temo che in questi anni noi, insegnanti che mal si destreggiano con gli strumenti dell’arte, abbiamo concorso in modo massiccio alla banalizzazione dei suoi personaggi, tanto chiari e immediati nella loro semplicità da permettere a chiunque di riprodurli per agghindare aule, finestre e cartelloni.

Ecco, mi spiacerebbe se i disegni della Costa fossero guardati ormai con lo sguardo che oltrepassa il quotidiano ed il consueto perché alla ricerca di altro. Ai bambini, e anche a molti adulti, piacciono davvero tanto; credo perché trasmettono una sensazione di serenità che spesso manca nella vita di alcuni.
A noi il compito di proporre anche altro; ma questo vale per qualsiasi aspetto dell'esistenza...
 
L'indicazione di lavoro di questa mattina, dopo la lettura di "L'albero Giovanni e la bambina" è stata: Disegniamo l'albero Giovanni come l'ha disegnato l'illustratrice"
Ecco alcune opere:





 




Come incomincia:

“L’albero Giovanni è ormai un albero alto e robusto.

Tutti sanno che l’albero Giovanni ha un ottimo carattere.

Sopporta, senza protestare, un sacco di gatti che discutono per tutta la notte.

Non si arrabbia neanche quando l’uccello Luigi invita tutti gli amici a far merenda sui suoi rami.

E sopporta anche di peggio! L’albero Giovanni è molto paziente.”

 

COSTA N., L’albero Giovanni e i suoi amici, Einaudi ragazzi



P.S. Giochino semplice semplice: prima della lettura, sono passata davanti ad ogni bambino mostrando la copertina del libro, poi l’ho girata e ho chiesto loro quali particolari ricordassero. È stupefacente in pochi istanti cosa possa cogliere lo sguardo di un bambino: uno di loro mi ha detto: “C’era un uccellino dentro una copertina!”


 
 
 

mercoledì 18 settembre 2013

A come Albero dell'Alfabeto


Trovo che alcuni libri, meglio ancora, alcuni autori, siano geniali, per la loro capacità di raccontare in modo semplice realtà che possono essere assai complicate.

Leo Lionni appartiene a pieno titolo alla schiera dei genii, e il suo libro,

 

L’albero alfabeto, edito da Bablibri, è perfetto per narrare i meccanismi di scrittura e lettura ai bambini. Le lettere, unite tra loro, diventano forti e formano le parole, che, a loro volta, unite formano le frasi. Tutto questo, però, a volte non basta: occorre formare frasi importanti, e farsi sentire, o meglio, ascoltare, anche dal Presidente.


C’è un evidente richiamo evangelico nella frase "pace in terra agli uomini di buona volontà" che le lettere, ormai in grado di riflettere su se stesse e sulla forza insita nello stare insieme e a seguito della richiesta del bruco di formare qualcosa di davvero importante, riescono a realizzare; ma credo che anche il più laico tra noi non possa che associarsi a questa esortazione.
 
E ora, ammirate la meraviglia della diversità, in sole tre opere d’arte…







 

lunedì 16 settembre 2013

La pedagogia della lumaca


Otto anni anni fa, ai tempi della mia prima prima, i miei bambini avevano il quaderno della lentezza: copertina azzurra, quadretto da mezzo centimetro, serviva per imparare a scrivere in stampato minuscolo e corsivo. L’imperativo era andare piano, lentamente.
I bambini si stupivano di questa richiesta, tanto più in quanto abituati, in altri ambiti, anche scolastici, a dover lavorare velocemente.

Ci ho ripensato spesso, leggendo le prime pagine di un affascinante libro suggeritomi da Francesca, collega delle medie,




del compianto Gianfranco Zavalloni, Ed. EMI.

Quanto è controcorrente, in un mondo come il nostro, chiedere ai bambini di andare lentamente? Quanta fatica facciamo, noi adulti per primi, a cambiare dei ritmi imposti da una vita che spesso rischia di non appartenerci e fatichiamo a riconoscere? E poi, questo riconoscimento, questa riscoperta di tempi diversi, più distesi e rispettosi, non rischiano forse di creare dei piccoli disadattati, in un mondo che chiede sempre di più e sempre più in fretta?

Non ho risposte certe e definitive, ma come sempre più spesso mi accade, domande aperte; io so solo che non considero una perdita di tempo utilizzare parte delle ore scolastiche a chiedere ripetutamente ai bambini di rimettere a posto banchi e sedie quando ci spostiamo, di raccogliere le carte da terra, di spegnere le luci quando non servono. Non considero una perdita di tempo accogliere uno a uno all’ingresso salutando ciascuno col proprio nome, né aspettare che il rumore si quieti per riprendere a parlare. Non considero una perdita di tempo interrompere l’attività a tavolino per fare un gioco in cerchio che ci aiuti a conoscerci meglio; non considero una perdita di tempo le ore passate in giardino a giocare con i coetanei o i compagni più grandi...

Non abbiamo più avuto il quaderno della lentezza, ma spero che molto del nostro stare insieme sia ancora caratterizzato dalla possibilità di regalare, a noi stessi e agli altri, il tempo necessario per ciascuno…

 
E a proposito di lumache



In una calda giornata d’estate Lumaca uscì dalla sua tana e cominciò a correre.
“Guarda Lumaca che sole grande che c’è oggi!”
E Lumaca rispose: “Non posso, non posso, devo andare!”
“Ciao Lumaca, senti che aria frizzante! Pizzica tutto il muso!”
“Sì, sì, ma non ho tempo, devo andare!”
Attraversò il ruscello sopra un ponte.
E correva. Sì, Lumaca andava così veloce che sembrava che corresse…
MONARI M., La corsa della lumaca, Zoolibri




Tre racconti di Guido Quarzo in cui l'autore, con estrema levità accompagnata dall'usuale sorridente ironia, tocca il tema assai delicato del "diverso" o, se vogliamo, dell'handicap. I tre bambini protagonisti dei racconti parlano un linguaggio proprio, in cui gli adulti, i "barbuti", c'entrano poco o niente e in cui invece, con grande maestria, si dà voce all"'interlocutore interno", quello che non giudica ma ascolta, non pone domande imbarazzanti ma lascia vivere a ognuno i propri ritmi e sogni, non fa della competizione un valore ma piuttosto una ridicola quanto assurda fissazione.

QUARZO G., Talpa Lumaca Pesciolino, Mottajunior