Li abbiamo lasciati bambine e bambini. Li ritroveremo
domani, dopo poco più di tre mesi, ragazze e ragazzi.
Non abbiamo assistito in prima persona a ciò che è
avvenuto in questo tempo estivo: uno scatto di crescita da cui eravamo lontani,
e che, proprio per questo, si farà notare in tutta la sua evidenza.
Non sarà solo una questione di centimetri: ci saranno
volti ed espressioni differenti, sguardi più timidi o, al contrario, sicuri. Ci
saranno voci con timbri forse diversi, posture e abitudini acquisite in tempi e
luoghi altri da quelli che abitualmente condividiamo. Ci saranno nuove
aspettative, desideri, necessità.
Forse saremo cambiati anche noi, o staremo per farlo:
ricordo un alunno del ciclo precedente che, a fine quinta, scriveva di un mio cambiamento,
negli ultimi anni di scuola. Un cambiamento non gradito.
Mi sono interrogata spesso su quanto fosse realistica – e
condivisa – questa sua percezione; su quanto i miei cambiamenti fossero indotti
dai loro o, piuttosto, dalla necessità di recuperare proprio gli scatti di
crescita che mi ero persa via via, e che mi interrogavano, chiedendomi di
essere un’insegnante diversa, come se anch’io dovessi cambiare muta per far
spazio a una nuova me, in relazione con loro.
Leggevo, proprio ieri, il post di una libraia che, a
proposito di accoglienza, chiedeva agli insegnanti di lasciar stare i libri e
lasciar fare ai bambini, perché gli insegnanti valgono più di qualsiasi storia.
Io invece ho pensato che le storie valgano altrettanto, e non solo come valore
assoluto, ma ancor più per la relazione e il legame che creano con chi le fa
proprie o le dona agli altri. Forse le storie sono gli spazi sempre nuovi che
abitiamo mentre, insieme, continuiamo a crescere.
Perciò sono qui, in questo tempo piccolo che mi separa
dall’incontro con le mie “nuove” ragazze e i miei “nuovi” ragazzi, a riflettere
ancora una volta su ciò che sarà, e a confidare in un percorso che costruiremo
insieme, dove, ancora una volta, abiteremo le storie ed esse ci abiteranno.
Perché, si sa, non si finisce mai di imparare, di
crescere e di cambiare, e farlo insieme è ancora più bello.