sabato 24 dicembre 2016

Intrecci, tessiture, regali e poesia



La vita è fatta di intrecci:
sguardi amori vite
casualità relazioni fatalità
coincidenze attimi sorrisi
volti pensieri ricordi
...
















giovedì 22 dicembre 2016

I compiti delle vacanze



Guardo i quaderni chiusi

i libri con gli esercizi

un po’ noiosi.



Restano lì, un poco minacciosi

come nuvole nel cielo

mentre mi diverto a nuotare

a far di tutto per dimenticare

che oltre le corse, i calci,

il mare, le risate, c’è il dovere.



Studiare è come aprire

una finestra.

Scegliere di non mangiare

sempre la stessa minestra.



Però, dice una voce:

le corse, l’aria, il mare…



Ma l’altra:

la fatica di imparare è meno

del gusto di imparare.

Fare i compiti è noioso

ma meno di quanto è gustoso

scoprire cose nuove.



Diviene più da ragazzo il viso,

o più da ragazza il profilo,

si muove in alto il mio corpo, dolce frassino,

sarà giovane, aperto, gli anni passano

quasi d’improvviso,



e via via,

muta la fisionomia.

Ma se non nutro

La conoscenza resta piccolo

il mio sguardo. Cresceranno

le mie orecchie, le mie dita



se studierò non ci sarà ritardo,

e crescerà anche la vita.

Davide Rondoni, Le parole accese Poesie per bambini e non, Rizzoli

mercoledì 21 dicembre 2016

Compiti, vacanze e democrazia, ovvero A votazioni nessuno fa i compiti



Come ogni anno, in prossimità delle vacanze si ripresenta l’annosa questione dei compiti. Sì, no, tanti, pochi, quanti?
Nel corso degli anni, ho letto tutto e il contrario di tutto; ma soprattutto mi sembra che spesso la discussione sui compiti sia diventata un  pretesto per schierarsi e, in alcuni casi, cercare facili consensi.
Ho già scritto altre volte come la penso a riguardo; ma quest’anno mi piaceva condividere la riflessione su compiti e vacanze con i ragazzi, ormai grandi e dotati in maniera chiara ed evidente di pensiero autonomo.


Ho quindi chiesto loro di esprimere il proprio parere a riguardo.
Naturalmente ci sono stati i sostenitori del "nessun compito", perché...

Non ce n’è bisogno

Io non vorrei nessun compito così possiamo concentrarci un po’ di più sul Natale e le altre feste per ritornare freschi a scuola
Nessun compito perché così almeno ci riposiamo durante le vacanze dai compiti e dalla scuola
Io non vorrei nessun compito, perché se uno vuol fare una vacanza normale la fa giocando, perché adesso è quasi Natale e ti occupi di quello
Io non vorrei fare i compiti perché devi passare anche del tempo con la tua famiglia
Io penso che non li voglio perché sabato e domenica abbiamo sempre i compiti per lunedì…al massimo volevo fare il diario che abbiamo fatto per l’estate
Ma perché qualcuno non può fare i compiti che vuole?
Il compito non potrebbe essere rilassarsi durante le vacanze?



Altri sostengono:

Io penso che servano, così ci esercitiamo sulle operazioni, sull’analisi grammaticale e sulle altre cose, e un libro da leggere che piace a noi senza che tu ci dici il titolo

Secondo me , se no quando ritorniamo a scuola non ci ricordiamo più niente
Servono perché ti ricordi tutto quello che hai imparato, ma alcune volte, metti il caso che vuoi stare con la tua famiglia e sei impegnato a fare i compiti, stufano un po’. Io proporrei analisi grammaticale, un libro e magari fare anche un disegno che ritrae quello che hai passato durante le vacanze
Secondo me i compiti servono a tenerti in allenamento la memoria per non dimenticarsi nei giorni liberi quando non c’è scuola; come compiti vorrei leggere un libro come ogni anno e inventare una storia che poi si trascrive in un libro che non deve essere per forza natalizia
A me piacerebbe fare molti compiti e questi cinque che ho scritto non dobbiamo farli per forza tutti: leggere un libro con più di 120 pagine, esercitarci nella calligrafia, ovviamente per chi scrive male, scrivere dei testi, ascoltare un po’ di musica dal mondo, una per ogni continente, esercitarci a disegnare e scrivere una frase importante sotto il disegno




Durante la discussione, si leva chiara una voce:



A votazioni nessuno fa i compiti




Al di là della sintassi non esattamente corretta, la posizione è chiara: questo ragazzino mi sta dicendo che se si votasse, come avviene spesso in classe quando è necessario prendere delle decisioni condivise, la maggioranza dei ragazzi sceglierebbe di non fare i compiti. Questa previsione (anche se alla prova dei fatti non si rivelerà corretta mi fa molto riflettere: dove sta la linea sottile che separa la democrazia che cerchiamo di praticare in classe con la mia necessità di continuare ad essere guida, pungolo per la riflessione, voce critica e, anche in questo caso, forse dissonante?

Spiego ai ragazzi che anch’io ho la mia idea, ed è necessario tenerne conto, perché credo ci sia differenza tra ciò che ci piace fare e ciò che è giusto.


Ci piacerebbe niente compiti
Penso che sia giusto studiare un po’
Non è giusto perché un po’ di compiti bisogna averli
È giusto avere dei compiti, ma non tantissimi, per tenerci in allenamento
Penso che sia giusto non avere compiti perché non mi piace farli e perché se non hai compiti puoi giocare di più
Perché così hai un po’ più di tempo libero


Continuiamo a discutere:


Io voglio fare un compito: leggere un libro
Sto con lui.
Nooo…
L’analisi grammaticale
Uguale per tutti (sì / no)
Ripassare i verbi
Leggere un libro come facciamo tutti gli anni e poi come abbiamo fatto d’estate il diario delle vacanze
Potremmo registrare delle musiche dove andiamo in vacanza
Scrivere una poesia per Natale
Io vorrei rifare #soloparolebelle




Finalmente qualcuno pronuncia la frase che aspettavo:


Ognuno dovrebbe esercitarsi un po’ su quello in cui ha fatto più fatica, e vorrei aggiungere non troppo




A questo punto siamo pronti per scrivere i nostri compiti per le vacanze:





N. B.: l'ultimo compito 
In autonomia ciascuno sceglierà ciò che desidera o è necessario per migliorare
non è facoltativo...