mercoledì 30 aprile 2014

Felicità è... (prima parte)

 Liberamente ispirati da "La gigantesca piccola cosa"


FELICITA' E'

stare al mare 


andare sui gonfiabili


dare un gettone per  vedere le papere


Mirabilandia


stare in piscina


quando torno in Italia


essere amici


 la piscina


il calcio


 giocare con il mio papà alle battaglie


incontrarmi con i miei cuginetti


vedere tutti felici


guardare la natura


fare karate


fare la pace


andare a vedere il Milan


fare amicizia con i bambini: io ho conosciuto Marco


andare nel bosco


 quando vado al mare


giocare a calcio


giocare

lunedì 28 aprile 2014

La GIgantesca piccola cosa

Talvolta mi piace volare alto, correre dei rischi, proporre testi non semplici e studiare poi reazioni, risposte e riflessioni dei bambini.
Ieri è successo con

La gigantesca piccola cosa

 

di Beatrice Alemagna, Donzelli.

Da tempo seguo con passione i lavori di questa autrice, che unisce illustrazioni magnifiche e potenti a testi che rimangono impressi per l'uso perfetto della lingua. Quando penso alla ricerca della bellezza, spesso sono i suoi albi a venirmi in mente.

Così ho letto il testo, fermandomi appena prima della parola finale

Questa piccola cosa invisibile, eppure gigantesca, che un giorno qualcuno ha chiamato...”

poi ho chiesto ai bambini quale pensavano potesse essere la parola mancante:


spiaggia
testa
neve
nuvole
cielo
mondo
sole
corpo
uomini
luna
frutti
stelle

pioggia
neve
caldo
sole
polizia
luna
nebbia
piuma
amici
militari
amore
pianeti
tristezza
me
pompieri
numeri
cane
estate
spazio

Ma la cosa più sorprendente è stata, in entrambe le classi, sentire il quasi unanime “Ah!” quando ho svelato la parola FELICITA'.










Per chi volesse saperne di più, ecco l'intervista all'autrice sul blog  http://www.lefiguredeilibri.com/2011/11/07/beatrice-alemagna-la-gigantesque-petite-chose/
di Anna Castagnoli.

Giorgio e il panino gigante




In una bella recensione su

Agata Diakoviez scrive:

“A fronte di scaffali pieni di libri che vogliono insegnare a cucinare, ormai anche i cataloghi per bambini ne sono pieni, c’è Giorgio, un bambino per nulla choosy che a prepararsi la merenda ci pensa da sé. Se prendete tre bambini e gli chiedete cosa vogliono per merenda, tre su tre vi daranno la stessa risposta. La risposta dipenderà solo dalla merendina che ha più passaggi in tv.
La tv a casa di Giorgio è spenta. Forse sarà questo il segreto del suo speciale panino, un po’ troppo imbottito, ma pur sempre magico. Giorgio ha tanta fame, e si sa, quando si è affamati si può mangiare il mondo intero. È un gioco divertente, quello inventato da Lorraine Francis, gli strati del panino di Giorgio scateneranno le risa dei più piccoli, e la stizza di quei genitori che hanno un problema ogni volta che i loro figli devono mangiare. Che spasso poter arrivare sulla luna con un bel panino, senza dover passare da Cape Canaveral.
Pieter Gaudesaboos è l’illustratore di Giorgio e il panino gigante, edito da Timpetill, il suo lavoro di designer conferisce all’albo, pieno di mille particolari, un aspetto armonico che riesce a raccontare tutta la storia con le immagini surreali di un universo “casalingo”.
È d’obbligo un giro nel suo sito. Giorgio e il panino gigante è un albo che vi consigliamo di mettere nella lista dei libri da comprare assolutamente."

Come incomincia:

“-Ho fame-, dice Giorgio. –Ho talmente tanta fame che mangerei un panino gigante, il panino più grande del mondo. Così va in cucina e dalla credenza prende:

del morbido pane, un vasetto di crema alla nocciola, della senape, una confezione di gocce di cioccolato, un sacchetto di uvetta, tre vasetti di marmellata di lamponi, del cremoso burro d’arachidi e un cucchiaio di miele dolcissimo.

-Uhm! Forse non basta-dice.”

GAUDESABOOS – FRANCIS, Giorgio e il panino gigante,Timpetill











Ed ecco un esempio abbastanza significativo di quel che un bambino metterebbe in un panino gigante:

domenica 27 aprile 2014

LegGEre




Adesso che so leggere
le parole scritte
leggo a mio fratello
le storie che non sa
Basta, non ne ho voglia
gli ho detto ieri sera
arrangiati da solo!

e lui che non sa leggere
col libro a gambe in su
mi ha letto serio serio
una storia che non c'è
Una storia che volava
e così a gambe in su
che le parole scritte
non la prenderanno mai

Giusi Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori



sabato 26 aprile 2014

Il GElato



Il gelato

Vieni con me a far compere
poi mangiamo un gelato!”
Perché mi son fatto tentare?
Perché ho accettato?
Un due tre, passo di ghiro.
Diamo un'occhiata in giro!
Un due tre, passo di cammello.
Quella giacca ti sta a pennello!
Un due tre, passo di muflone.
Proprio carino quel maglione.
Un due tre, passo di iguana.
Peccato, costa troppo la sottana.
Un due tre, passo di formica.
Che prurito di ortica!
Un due tre, passo di coniglio.
Che noia da sbadiglio!
Un due tre, passo di acciuga.
E se tentassi la fuga?
Un due tre, passi di gru.
Io non ne posso più!
Come si è fatto tardi,
il tempo è volato!
E quando è ora di cena
non si mangia il gelato!”

Janna Carioli, I difetti dei grandi, Mondadori

venerdì 25 aprile 2014

Libertà



Libertà


Su i quaderni di scolaro
Su i miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome
Su ogni pagina che ho letto
Su ogni pagina che è bianca
Sasso sangue carta o cenere
Scrivo il tuo nome
Su le immagini dorate
Su le armi dei guerrieri
Su la corona dei re
Scrivo il tuo nome
Su la giungla ed il deserto
Su i nidi su le ginestre
Su la eco dell'infanzia
Scrivo il tuo nome
Su i miracoli notturni
Sul pan bianco dei miei giorni
Le stagioni fidanzate 
Scrivo il tuo nome
Sopra i vetri di stupore
Su le labbra attente
Tanto più su del silenzio
Scrivo il tuo nome
Sopra i miei rifugi infranti
Sopra i miei fari crollati
Su le mura del mio tedio
Scrivo il tuo nome
Su l'assenza che non chiede
Su la nuda solitudine
Su i gradini della morte
Scrivo il tuo nome
Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Su l'immemore speranza
Scrivo il tuo nome
E in virtù d'una parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti
Libertà.

Paul Éluard






 http://www.galluccieditore.com/index.php?c=scheda_bibliografica&id=515

giovedì 24 aprile 2014

Primo compleanno (in ritardo)

Un anno di Apedario…

Un anno di libri, nuovi incontri (alcuni straordinari, basti pensare alle mie Enrichette di ferro, ai Topi in carne ed ossa, a Carla Ghisalberti alla Fiera di Bologna,  a Giusy Quarenghi, Cristina Bellemo e Alicia Baladan allo Spazio Libri Laboratorio La Cornice, a Maria Polita di Scaffale Basso), attività con i bambini, frasi fulminanti, letture, disegni, parole, riflessioni, poesie, illustrazioni, fiabe, albi…e io mi sono lasciata scappare il primo compleanno, giusto tre giorni fa!

Per rimediare, festeggio oggi con un gruppo di persone straordinarie, che hanno fatto dell'amore per i libri, e in particolare per gli albi illustrati, una vera ragione di vita.

 

Che dire? Conoscerle è stata una delle cose migliori di quest’anno.

Un abbraccio, Enrichette, e grazie a Giovanna per averci fatto incontrare!

 

mercoledì 23 aprile 2014

Il maGIco bauletto




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il magico bauletto

 

Questa è la chiave d’oro

per aprire il lucchetto

del magico bauletto.

 

Questo è il bauletto

dove sono riposte

le storie ben nascoste.

 

Questa è la bambina

che ha trovato la chiave

per aprire il lucchetto

del magico bauletto.

 

Queste son le storie

di draghi e di briganti

di maghi e di diamanti

di re e di desideri

di fate e cavalieri.

 

Questa è la bambina

che è stata ad ascoltare

le storie raccontate

tra lacrime e risate.

 

John Foster, Tante rime per i bambini corte lunghe lunghissime, Mondadori

martedì 22 aprile 2014

Magie in cucina



In ritardo di un giorno, poesia perfetta per Pasquetta:

Magie in cucina

Adoro stare in cucina il giorno di Pasquetta

perché la cuoca combina le magie.

Trasforma una zucca in una torta perfetta

così semplicemente come tu o io

potremmo aprir la bocca o chiudere una mano.

Raccoglie i resti di focacce e di pane

e li trasforma in tacchino ripieno.

Tramuta i mirtilli in ogni modo

la carne in stufato e lo stufato in brodo,

e quando impasta il panpepato

lo trasforma in un omino zuccherato

con un sorriso di glassa marrone

e qualche uvetta come bottone.

Alcuni leggono libri di magie

alcuni amano usare le bacchette,

ed altri imparano formule e malie

ma a me piacciono le magie delle ricette!

 

Rowena Bastin Bennet, Tante rime per i bambini corte lunghe lunghissime, Mondadori

lunedì 21 aprile 2014

Gianni testa fina

Il mio regalo di Pasquetta è una fiaba presa in prestito ai fratelli Grimm; leggetela, rileggetela e studiatela per bene, poi raccontatela a chiunque vi capiti intorno. Non smetteranno di chiedervela!


Gianni testa fina (Grimm)

La madre di Gianni domanda: -Dove vai, Gianni?-. Gianni risponde: -Da Ghita-. -Non far sciocchezze, Gianni.- -Niente sciocchezze. Addio, mamma.- Gianni va da Ghita. -Buon giorno, Ghita.- -Buon giorno, Gianni. Cosa mi porti di buono?- -Niente porto, dare.- Ghita gli regala un ago. Gianni dice: -Addio, Ghita-. -Addio, Gianni.- Gianni prende l'ago, lo ficca in un carro di fieno e, dietro al carro, torna a casa. -Buona sera, mamma.- -Buona sera, Gianni, dove sei stato?- -Da Ghita.- -Cosa le hai portato?- -Niente portato, lei dato.- -Cosa ti ha dato?- -Ago, dato.- -Dove hai l'ago, Gianni?- -Ficcato in carro di fieno.- -Che sciocco, Gianni! Dovevi infilarlo nella manica!- -Fa niente, un'altra volta.-
-Dove vai, Gianni?- -Da Ghita.- -Non far sciocchezze, Gianni.- -Niente sciocchezze. Addio, mamma.- Gianni va da Ghita. -Buon giorno, Ghita.- -Buon giorno, Gianni. Cosa mi porti di buono?- -Niente porto, dare.- Ghita regala a Gianni un coltello. -Addio, Ghita.- -Addio, Gianni.- Gianni prende il coltello, lo infila nella manica e va a casa. -Buona sera, mamma.- -Buona sera, Gianni. Dove sei stato?- -Da Ghita.- -Cosa le hai portato?- -Niente portato, lei dato-. -Che cosa ti ha dato?- -Coltello, dato.- -Do ve hai il coltello, Gianni?- -Infilato nella manica.- -Che sciocco, Gianni! Dovevi metterlo in tasca!- -Fa niente, un'altra volta.-
-Dove vai, Gianni?- -Da Ghita.- -Non far sciocchezze, Gianni.- -Niente sciocchezze. Addio, mamma.- Gianni va da Ghita. -Buon giorno, Ghita.- -Buon giorno, Gianni. Cosa mi porti di buono?- -Niente porto, dare.- Ghita gli regala una capretta. -Addio, Ghita.- -Addio, Gianni.- Gianni prende la capra, le lega le zampe e se la ficca in tasca. Quando arriva a casa è soffocata. -Buona sera, mamma.- -Buona sera, Gianni. Dove sei stato?- -Da Ghita.- -Cosa le hai portato?- -Niente portato, lei dato.- -Cosa ti ha dato?- -Capra, dato.- -Dove hai messo la capra, Gianni?- -Ficcata in tasca.- -Che sciocco, Gianni. Dovevi legarla a una corda!- -Fa niente, un'altra volta.-
-Dove vai, Gianni?- -Da Ghita.- -Non far sciocchezze, Gianni.- -Niente sciocchezze. Addio, mamma.- Gianni va da Ghita. -Buon giorno, Ghita.- -Buon giorno, Gianni. Cosa mi porti di buono?- -Niente porto, dare.- Ghita gli regala un pezzo di lardo. Gianni lo lega a una corda e se lo trascina dietro. Vengono i cani e mangiano il lardo. Quando arriva a casa, tiene in mano la corda e nient'altro. -Buona sera, mamma.- -Buona sera, Gianni. Dove sei stato?- -Da Ghita.- -Cosa le hai portato?- -Niente portato, lei dato.- -Cosa ti ha dato?- -Pezzo di lardo, dato.- -Dove hai messo il lardo, Gianni?- -Legato alla fune, menato a casa, rubato i cani.- -Che sciocco, Gianni! Dovevi portarlo in testa!- -Fa niente, un'altra volta.-
-Dove vai, Gianni?- -Da Ghita.- -Non far sciocchezze, Gianni.- -Niente sciocchezze. Addio, mamma.- Gianni va da Ghita: -Buon giorno, Ghita-. -Buon giorno, Gianni. Cosa mi porti di buono?- -Niente porto, dare.- Ghita regala a Gianni un vitello. Gianni se lo mette in testa e il vitello gli pesta la faccia. -Buona sera, mamma.- -Buona sera, Gianni. Dove sei stato?- -Da Ghita.- -Che cosa le hai portato?- -Niente portato, lei dato.- -Cosa ti ha dato?- -Vitello dato.- -Dove hai il vitello, Gianni?- -Messo sulla testa, pestato la faccia.- -Che sciocco, Gianni! Dovevi legarlo e condurlo alla greppia!- -Fa niente, un'altra volta.-
-Dove vai, Gianni?- -Da Ghita.- -Non fare sciocchezze, Gianni.- -Niente sciocchezze. Addio, mamma.- -Buon giorno, Ghita.- -Buon giorno, Gianni. Cosa mi porti di buono?- -Niente porto, dare.- Ghita dice: -Voglio venire con te-. Gianni lega Ghita a una fune, la mena davanti alla greppia e l'attacca per bene. -Buona sera, mamma.- -Buona sera, Gianni. Dove sei stato?- -Da Ghita.- -Che cosa ti ha dato?- -Ghita venuta con me.- -E dove l'hai lasciata?- -Menata con la corda, legata alla greppia, messo l'erba davanti.- -Che sciocco, Gianni! Dovevi essere gentile e gettarle gli occhi addosso!- -Fa niente, un'altra volta.- Gianni va nella stalla, cava gli occhi a vitelli e pecore e li getta in faccia a Ghita. Allora Ghita s'infuria, strappa la corda, corre via, e addio sposa di Gianni!