mercoledì 11 dicembre 2013

T come Troppo tardi

Quante volte, da bambini, ci siamo sentiti dire: “Troppo tardi!” oppure “No, è troppo tardi!”, oppure ancora, “Peccato, è troppo tardi!”.

Quante volte, ormai adulti, abbiamo ripetuto queste stesse frasi ai nostri figli, o ai nostri alunni, o le abbiamo mormorate, sottovoce, mestamente, o anche solo pensate, da soli, in silenzio.

 

Nel libro di Giovanna Zoboli e Camilla Engman, TROPPO TARDI è l’Altrove, un luogo che si può raggiungere con qualcuno troppo grosso per difenderti, troppo magico per vederci di notte, troppo gentile per farti compagnia; è un paese dove, al tuo arrivo, tutte le finestre si aprono, tutte le luci si accendono e tutti gli abitanti si affacciano. E finalmente, a TROPPO TARDI, si può fare troppo tardi insieme, per poi, al termine della notte, risvegliarsi la mattina, nel proprio letto, troppo, troppo felici.

 

Come incomincia:

"-Adesso è troppo tardi-dice la mamma. –Non si può andare.
-Facciamo troppo tardi-,dice il papà. –Andremo domani.

-Ma io voglio fare troppo tardi- dice Riccardo.

-Ma non si può fare troppo tardi-, dice la mamma.

-Troppo tardi viene buio-dice il papà.

-Troppo tardi fa freddo-,dice la nonna.

-Troppo tardi è tutto chiuso-, dice il nonno.

-Sei ancora troppo piccolo per fare troppo tardi-, dicono tutti e quattro insieme.

TROPPO TARDI è un posto troppo lontano.

Dalla finestra della camera di Riccardo si potrebbe vedere se…non fosse un puntino troppo piccolo per essere visto.

A TROPPO TARDI ci si mette troppo tempo ad arrivare.”


ZOBOLI G. – ENGMAN C., Troppo tardi, Topipittori


Il dialogo iniziale è serratissimo, Riccardo quasi fatica a dire la sua; pare di vederli, questi quattro adulti coalizzati nell'impedire qualsiasi cosa il piccolo voglia fare.

Non gli rimane altro che rifugiarsi nella sua camera, a guardare dalla finestra (come non pensare a Max, pronto ad essere inghiottito dalla foresta che cresce in camera sua e a partire per "il paese dei mostri selvaggi"?).

TROPPO TARDI è là, un puntino troppo lontano...ma cosa ci fanno un orso con la bicicletta, un gatto bianco con la giubba gialla, la signora Cervo che tutte le mattine innaffia i suoi vasi di funghi?

 
Dopo aver chiesto ai bambini di illustrare e scrivere, con l'aiuto della maestra, ciò che più li aveva colpiti,
 
 

 
 
 

 
mi è sembrato davvero interessante riflettere con loro sulle situazioni in cui si sono sentiti dire: "Troppo tardi!"

Chi l'ha detto? Perchè? Cos'era successo prima? (è importante notare come in questo modo si possa sovente riflettere sulle relazioni di causa-effetto: Troppo tardi! Il treno era già partito, perchè prima... oppure Troppo tardi! Il vaso si è rotto perchè...)

La conversazione è stata ricca, animata e coinvolgente: al termine, ciascuno ha scelto quale situazione rappresentare:
 
 

 
 
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