martedì 18 ottobre 2016

Scrivere di sé, tra pancette, asterischi e risate per finta



Il mio lavoro, come ogni altro, non è privo di difficoltà, stanchezze, delusioni.

Ma, a differenza di molti altri, il mio lavoro s’illumina a volte di pensieri sublimi, che riescono spesso a restituire ad ogni cosa la giusta importanza.


E se spesso questi pensieri fanno sorridere, come la preoccupazione di un ragazzino di 9 anni che ammette di aver messo su un po’ di pancia

 




o il desiderio di un suo compagno di diventare un chitarrista di scorta (o, in alternativa, uno chef o un falegname)





non posso che emozionarmi di fronte alla necessità di una ragazzina di spiegare, con asterisco a piè di pagina, che *tenace = una persona che non molla mai

 




o davanti a lacrime che fanno venire dei puntini sulla fronte





o, ancora, al “Non mi piace le persone che ridono per finta”




Ma soprattutto penso che ci sia ancora speranza leggendo le parole di una ragazzina di 9 anni : “I miei desideri saranno legati al futuro tipo che i miei figli fossero educati con tutti i ragazzi piccoli e grandi”
























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