domenica 29 novembre 2020

Dal ramo al mare...



Ci sono due pagine, dentro questo albo, che ho sentito particolarmente mie.

La prima dice:

Il sole mi insegna che essere luminosi

porta calore agli altri.

Io splendo e sorrido

quando le cose sembrano offuscarsi. 



 

E la seconda:

La terra mi insegna a dare sostegno a chi è attorno a me.

Mi prendo cura dei semi più piccoli, finché le radici

saranno forti e le foglie raggiungeranno il cielo.

Ci sono molte buone cose che possono nascere da me. 



Penso siano due pagine che possano ben raccontare, a noi stessi e al mondo, cosa significhi vivere, e soprattutto farlo accanto a bambini e bambine.

Ci penso da settimane; da quando ho letto, in uno dei testi scritti da bambine e bambini dopo la lettura di La mia scuola ha un nome da maschio, di Susanna Mattiangeli e Augustin Comotto, Lapis, una frase che mi ha molto colpito: Anche in giardino si imparano nuove cose, tipo che le piante hanno bisogno di acqua e sole, che quando scaviamo si trovano vetri e sassi piccoli, medi e giganti.

Ho pensato che è vero: quanto di ciò che impariamo è frutto dell’esperienza che avviene fuori dalla scuola, nel mondo? E quanto può insegnarci la natura, anche su noi stessi?

Così, scoprire e leggere Dal ramo al mare, di Shelley Moore Thomas e Christopher Silas Neal, EDT Giralangolo, è stata una folgorazione.

Così ho letto alle bambine e ai bambini l’albo, e poi ho dato loro il testo, perché potessero scegliere quali versi copiare, e potessero, soprattutto, continuare a scrivere in autonomia: perché davvero “Ci sono molte buone cose che possono nascere da me”: e nessuno – bambine, bambini, ma soprattutto i loro maestri e le loro maestre – deve scordarselo. 

Hanno scritto a lungo, e poi hanno letto ad alta voce quel che desideravano condividere con le compagne e i compagni. E, ancora una volta, ho pensato che la scrittura, per molti, è un dono.

Mi piacerebbe davvero che fosse così, per tutti, ancora a lungo.


I rami mi insegnano che è sempre meglio farsi avanti

non tirarsi mai indietro

anche quando “te borlet giò e te pichet al nas”.

 

Il vento mi insegna a rilassarmi

e con le mani lo catturo.

 

L’universo mi insegna

a essere grande come lui.

Nettuno mi insegna

a fluttuare nello spazio senza paura.

 

La solitudine ti insegna che gli amici

sono più importanti di quello che sembra.

 

I libri ti insegnano

che si può sempre ricominciare da capo.

 

Gli alberi mi insegnano a stare a testa alta.

 

Lo spazio mi insegna il vuoto

e che tutto è possibile se ci credi.

 

Le formiche mi insegnano che

anche se sono piccola

sono più forte di quanto sembra.

 

I lupi mi insegnano

a essere sveglia e di vedetta

per proteggere il mio branco.

 

Le stelle mi insegnano a disegnare,

basta unirle con un dito,

formano un quadro.

 

Mercurio ci insegna che

anche se si è molto piccoli

si può essere molto più veloci degli altri.

 

La parola poi ci insegna

che sempre dopo qualcosa

c’è qualcos’altro.

 

La moda mi insegna

a non mettermi a righe e a pois,

che nella moda vuol dire mettersi in imbarazzo.

 

Le righe mi insegnano la geometria.

 

I fiori mi fanno ricordare che ogni giorno

mi devo mettere sempre il deodorante sotto le ascelle.

 

I fiori mi insegnano a crescere.

 

Le case mi insegnano a essere forte.

 

Il fiore mi insegna che non ha importanza

se sei brutta o se sei bella.

 

Gli alberi mi insegnano a tenermi fermo,

immobile, alto o basso.

 

L’acqua mi insegna che basta essere calmo

quando vorrei esplodere di rabbia.

 

I semi mi fanno imparare

che si può crescere.

 

Una casa mi fa imparare

a costruire ricordi.

 

La scuola mi insegna

quello che non sapevo.

 

Il mondo mi insegna che nessuno è perfetto

neanche il mondo è perfetto.

 

3 commenti:

  1. "Il mondo (imperfetto)salvato dai ragazzini" ... e dalle maestre (che lo vogliono)
    E' stato il mio primo pensiero. Grazie Antonella!

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina