martedì 26 luglio 2016

In tasca, un dono grande




Come faccio ad avere tra le mani questa autentica meraviglia polacca?












Tutto merito dei social, di internet, di Elena Rambaldi, di Elena Pasoli e della Fiera del Libro di Bologna 2016, anche se forse non esattamente in quest’ordine.

Qualche settimana fa, Elena Rambaldi, che anche quest'anno ha lavorato nel segretariato del Premio BolognaRagazzi Award, mi ha scritto di aver pensato alle nostre scuole per una donazione dei libri rimasti, in varie lingue.
Naturalmente, ho colto con grandissima gioia questa splendida opportunità e ieri sono partita alla volta di Bologna con due trolley e uno zaino completamente vuoti.

Con Elena, che aveva già fatto una magnifica preselezione sulla base delle mie richieste, li ho riempiti principalmente in lingua inglese e francese. Non mancano coreani e polacchi , e qualche albo italiano.




 










Se non ci fossero stati Facebook, Internet, Apedario, quest'opportunità non si sarebbe mai presentata...


E così, questa mattina mi sono persino avventurata nel grande mondo dei traduttori on line. 
Ho scoperto che W kieszonce  significa In tasca, ho compreso il senso del libro, so che Jaś corrisponde all’inglese Jack, e all’italiano Giacomino, e che on significa lui e ona lei, ma mi sono arenata sul verbo (perché so che è un verbo) kica.



Come incomincia W kieszonce (In tasca):

“Cos’ha oggi in tasca  Jaś? 

Ha qualcosa che …


Anche Hania ha qualcosa che…?
No, lei ha qualcosa che canta.

Anche Grezś ha qualcosa che canta?
No, lui ha qualcosa di profumato.

CHMIELEWSKA I., W kieszonce (In tasca), Media Rodzina



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