mercoledì 11 gennaio 2017

Compiti e libertà



Perché, insomma, diciamolo: è ben difficile che uno i compiti delle vacanze li faccia volentieri.
Cioè: se li deve fare, li fa. Ma, se può, magari evita.

Così, sapevo bene che molti, alla bellissima frase finale delle nostre democratiche indicazioni 

 In autonomia ciascuno sceglierà ciò che desidera o è necessario per migliorare

avrebbero opposto pacifica resistenza, salvo poi, alla richiesta della maestra, mostrare una certa capacità di imbastire spiegazioni più o meno credibili:

Mi sono esercitato nella lettura – D’accordo, ma un compito era proprio leggere un libro, quindi potevi esercitarti anche in qualcos’altro - dico io.
Io nel disegno
Io porto domani quello che ho fatto…
Anch’io li ho fatti, ma non li trovo più.

Per fortuna qualcuno poi, a mia richiesta, ha candidamente ammesso di non averlo proprio fatto, quest’ultimo compito. E io ho apprezzato l’onestà, e ancora una volta l’ho detto loro.
Qualcun altro ha fatto lo gnorri. E anche quello ci sta (salvo, poi, far subire a tutta la classe la ramanzina della maestra che ribadisce, ancora una volta, che, per lei, essere furbi è un’altra cosa).

Però alcuni ragazzi, e neppure pochi, questo compito l'han davvero preso sul serio: c’è chi si è esercitato nell’analisi grammaticale, chi nel dettato o nella corretta scrittura di suoni ancora difficili, chi ha prodotto un testo ricco e divertente, chi ha scritto il diario delle vacanze, chi ha inventato testi di canzoni, chi addirittura, per esercitarsi in ortografia e calligrafia, ha ricopiato l’inizio delle Cronache di Narnia.

E allora sono felice, perché il significato di parole come scelta, libertà, autonomia, responsabilità, comincia a delinearsi in modo concreto e chiaro.




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