lunedì 10 giugno 2013

T come Turlututù



Un buffo personaggio, con un occhio al posto della testa e uno più piccolo sul cuore, lunghe braccia sempre in movimento e tante idee per giocare. Come non affezionarsi a questo nuovo amico?

 
Come incomincia:


“Cucù, sono Turlututù! Piacere di conoscerti!
Questa è la mia navicella spaziale, vuoi salirci? Allora, premi i pulsanti e…partiamo!
Uau, bello qui!
Brr, ma che freddo! (non mi va di scendere!!!)
Ripartiamo!
Dai, premi i pulsanti un’altra volta.
Aah sì! Ma che caldo, però!
Dove andiamo adesso?
Dai, premi ancora una volta.”

 
TULLET H., Cucù, sono Turlututù!, Franco Cosimo Panini

 
Proposte per la didattica
 
La consonante T
 
Il personaggio di Tullet ha tutte le caratteristiche per appassionare i bambini: è stravagante, colorato, sempre in movimento e protagonista di avventure straordinarie in cui coinvolge i piccoli lettori/ascoltatori.
Naturalmente, è necessario che gli alunni possano seguire la lettura del testo osservando le immagini che lo accompagnano: è quindi indispensabile leggere al "pubblico" seduto di fronte a noi tenendo il libro rivolto verso chi ascolta. Per farlo, bisogna sviluppare la capacità di leggere il testo guardandolo dall'alto: abilità che, come tutte, si sviluppa con la pratica costante (e si rivela anche un ottimo stretching per la cervicale...)
 

Turlututù si dimostra, qui come nel secondo libro della serie, I viaggi di Turlututù, un viaggiatore curioso e instancabile, che, a bordo della sua navicella spaziale, raggiunge prima il Polo, poi un deserto assolato, infine la luna. Ogni volta, Turlututù chiede al bambino di premere i pulsanti di comando della navicella; proponiamo ai nostri alunni, uno alla volta, di eseguire le richieste, e scopriamo insieme a loro le differenze dei diversi ambienti.


La seconda avventura ha per titolo Turlututù dipingilo tu!. Di fronte a un muro annerito, il protagonista chiede al bambino di mescolare giallo e blu, agitando il libro, per formare il verde, con cui ridipingerlo.
Chiediamo ai bambini se sia proprio vero che giallo e blu formino il verde...
E se mescolassimo il giallo e il rosso? E il rosso e il blu? E se mischiassimo qualsiasi colore con il bianco, o con il nero, cosa succederebbe?
Facciamo alcuni esperimenti, e con i colori ottenuti dipingiamo a larghe pennellate, o con piccoli rulli, fogli che verranno in seguito utilizzati per realizzare lavori e composizioni a strappo o ritaglio.


Nella terza avventura Una canzone per Turlututù!!!, il lettore viene invitato a intonare una canzone nella lingua del protagonista "AZ KOL EZ BLOP SMOE' TRIF KLUK TIT BEVDOT"  sulle note di "Se sei felice...".
E se anche noi provassimo ad inventare una nuova lingua?
Chiediamo ai bambini di creare parole sconosciute mettendo insieme in un ordine assolutamente arbitrario le lettere fin qui imparate. Questa nuova lingua sarà facile da scrivere? E da leggere? E, soprattutto, riusciremo a capirci fra di noi?


Un'altra parola sconosciuta, e per ciò stesso magica, compare in un altro capitolo Turlututù si diverte, dove scopriamo che pronunciando MOUBALPOUY un elefante si trasforma in un paio di occhiali, una barca a vela in una torta, una bacchetta magica in una sedia... E se provassimo a pronunciare la parola magica al contrario? YOUPLABOUM... ecco qua, e tutto ritorna al proprio posto!


Non poteva mancare Tarlatatà, l'amica di Turlututù. I bambini noteranno facilmente che tra i due nomi c'è solo una piccola differenza: l'uso delle vocali. Possiamo provare allora a inventare anche Terletetè, Tirlititì e Torlototò. Chissà come saranno questi nuovi personaggi...


Nuove avventure per Turlututù

Le avventure di Turlututù continuano in



e



Non perdetevele!



 
 

sabato 8 giugno 2013

L come luna



Gli animali si chiedono che sapore abbia la luna. Per poter darle un morso provano a raggiungerla salendo uno sopra l’altro. La luna si alza però sempre più nel cielo. Quando ci prova un topolino, lei se ne sta ferma, credendosi al sicuro…

 
Come incomincia:

 
Da sempre, nelle calde notti africane, gli animali si chiedevano che sapore avesse la luna. Era dolce? O salata? O amara?
Avevano provato ad allungare il collo, a rizzarsi sulle zampe posteriori, a tendere quelle anteriori. Ma nessuno di loro era mai riuscito a toccarla.
Finché, una notte di luna piena, la tartaruga decise di salire su un'alta montagna.
-Da lassù riuscirò certamente a toccare la luna e a scoprire che sapore ha. E se sa di insalata, io me la mangio- pensò.”

 
GREJNIEC M., Io mi mangio la luna, Arka

 

Secondo Italo Calvino la più bella fiaba dei Fratelli Grimm. Quattro amici rubano la luna per far luce al loro paese al buio, ma quando litigano tra loro ognuno se ne porta via un pezzetto e tutto torna nelle tenebre... Una fiaba notturna e poetica risolta tutta sul piano della grafica con pochi segni che rimandano alla poetica delle avanguardie storiche.

Come incomincia:

 
C'era una volta un paese al buio. La notte scendeva fitta ad avvolgere le strade, le case, le finestre e i campi.
Il cielo si faceva d'inchiostro e un drappo di velluto nero si stendeva su tutte le cose.
Nessuno, in quel paese, usciva di casa dopo il tramonto, e, se proprio non se ne poteva fare a meno, era sempre necessario portarsi dietro una candela, una lampada, un focherello qualsiasi per trovare la strada in mezzo alle tenebre.”

 
RAUCH A., La luna, Prìncipi & Principi


 

Viene la sera e il coniglietto Bubù non vuole saperne di rientrare a casa. E' affascinato dal piccolo spicchio di luna apparso nel cielo e vuole mostrarlo agli altri animali. Ma è tardi per tutti: le pecore, il canguro, l’elefante, la papera e il gufo vogliono solo andare a dormire. Ora anche per Bubù è ora di andare a letto. Un coniglietto e la sua luna: una storia della buonanotte tenera, semplice poetica e piena di dolcezza.

Come incomincia:

 
Ogni giorno, molto molto tempo dopo il mattino, viene la sera.
Allora Notto chiama il suo Bubù.
-Bubù, vieni, presto! È ora di tornare a casa!
E con la sera, arriva la luna.
Tutte le sere, Bubù dice: -Là!- indicando la luna con il suo ditino.
Succede la stessa cosa tutte le sere!”

 
ELZBIETA, Piccola luna, Il castoro

 


In questo particolare e incantevole libro illustrato, la storia letteralmente i "svolge" davanti ai nostri occhi con le pagine che si aprono in su, in giù e nella pagina centrale. Monica vuole la luna per giocarci, così il suo papà si mette in viaggio per prendergliela. Non è facile arrampicarsi fino alla luna. Ma alla fine ci riesce, solo per scoprire che la luna è troppo grande da portare a casa! Il modo in cui questo problema viene risolto è... una piacevole sorpresa...

 
CARLE E., Papà, mi prendi la luna, per favore?, La Margherita

 

venerdì 7 giugno 2013

Leoni, lupi, libri...





Il leone non sa scrivere, ma a lui non importa: sa ruggire e tirar fuori gli artigli quando serve, e per un leone è più che sufficiente, no? No. I problemi nascono quando il leone si innamora di una bella leonessa fissata con i libri, a cui bisogna scrivere una lettera d'amore. Chi lo aiuterà? Una catena di eventi comici irresistibili e finale a sorpresa.
Come incomincia:
 
“Il leone non sapeva scrivere. Ma a lui non importava perché sapeva ruggire e mostrare gli artigli.
E per un leone è sufficiente.
Ma un giorno il leone incontrò una leonessa. Era bellissima e stava leggendo un libro. Il leone si stava avvicinando per baciarla, quando si fermò a pensare: una leonessa che legge è una vera signora; e a una vera signora prima bisogna scrivere una lettera d’amore, e solo dopo si può dare un bacio. O almeno così gli aveva spiegato tempo prima un missionario, che aveva divorato.
Ma il leone non sapeva scrivere.”

BALTSCHEIT M. – BOUTAVANT M., La storia del leone che non sapeva scrivere, Mottajunior





Lupo vive tutto solo sotto il suo alberello. Ma un giorno Lupetto arriva e si piazza da lui. Quell'imprudente non solo osa intrufolarsi per dormire, ma resta lì anche il giorno successivo, per la seduta quotidiana di ginnastica di Lupo. Il nostro Lupo però, per niente rancoroso, gli offre perfino qualche frutto per la colazione; e dopo pranzo parte per l'abituale passeggiatina, ma al suo ritorno - che stupore! - il nuovo amichetto non c'è più. Che strano sentimento quello che prova Lupo... in fondo in compagnia si stava meglio! E dove sarà finito il piccolo Lupetto?


Come incomincia:

"Lupo viveva lì da sempre, da solo sotto il suo albero, in cima alla collina. Poi, un giorno, arrivò Lupetto. Veniva da lontano. Da così lontano che all’inizio Lupo vide solo un puntolino.
Lupetto si avvicinava. Lupo d’improvviso ebbe paura che fosse più grande di lui.
Lupetto cominciò a salire su per la collina e Lupo vide che era piccolino. Si rassicurò.
Lasciò che si arrampicasse fino al suo albero.
Lupetto rimase tutto il giorno sotto il grande albero della collina.
Ora sotto l’albero erano in due: Lupo e Lupetto.
Non si parlavano.
Si guardavano un po’ di sottecchi, ma così, senza cattiveria.”

 BRUM-COSME N. – TALLEC O., Lupo & Lupetto, Edizioni Clichy


 
Un piccolo libro rivolto ai bambini: un inno d’amore ai libri e alla lettura, alle parole, alla letteratura, all’intelligenza che da diecimila anni esprimono ciò che di meglio l’uomo è e sa fare. Un gioiello di irresistibile bellezza per grafica, immagini, spirito che sfida il dilagante dominio delle tecnologie più avanzate per affermare il fascino senza uguale dei libri.
Come incomincia:

“Che cos’è un libro?
 
Un libro è molte, moltissime cose, almeno diecimila.
Un libro si può colorare, guardare, scrivere e soprattutto leggere.
Ma cos’è un libro?”
McCAIN M. – ALCORN J., Libri!, Topipittori
Ripubblicato dalla Giannino Stoppani Edizioni in accordo con la londinese Walker Books e in collaborazione con Nati per leggere, il classico di Anthony Browne Mi piacciono i libri rappresenta un atto di amore dell'autore inglese (attualmente Children's Laureate, ambasciatore inglese dei libri per ragazzi) verso i libri e la lettura.

Come incomincia:

 “Mi piacciono i libri.
 
I libri che fanno ridere…
e quelli che fanno paura.
Le favole…
e le filastrocche.
I fumetti…
e i libri da colorare.
I libri grossi…
e quelli sottili.”

 
BROWNE A., Mi piacciono i libri, Giannino Stoppani Edizioni

giovedì 6 giugno 2013

L come libro




Ci sono molti libri che parlano di libri e dell’amore per la lettura: oggi però ne scelgo uno su tutti, pubblicato recentemente da Corraini, che mi entusiasma e mi appassiona come se fossi ancora un piccolo lettore.
Lo sfoglio, pagina dopo pagina, una cornice di colore che ne racchiude un’altra, e poi un’altra e un’altra ancora, in un gioco di scatole cinesi. Al centro un piccolissimo libro arcobaleno, in cui la storia raccoglie a sé tutti i protagonisti, che leggono, leggono, leggono… e poi, uno ad uno, chiudono il proprio libro, fino alla fine, affinché ogni lettore possa aprirne un altro.



http://www.corraini.com/scheda_libro.php?id=694


Come incomincia:

“Apri questo…Piccolo Libro Rosso

e leggi la storia di Coccinella, che apre un…Piccolo Libro Verde

e leggi la storia di Rana, che apre un… Piccolo Libro Arancione

e leggi la storia di Coniglio, che apre un… Piccolo Libro Giallo

e leggi la storia di Orsa, che apre un… Piccolo Libro Blu

e leggi la storia della donna gigante che –Oh, no!

La donna gigante non riesce ad aprire il suo piccolo libro perché…”

 
KLAUSMEIER J. – SUZY LEE, Apri questo piccolo libro, Corraini


 
E ora divertiamoci con i bambini:

 
Perché il Piccolo Libro Rosso ha i pois neri?

Perché il Piccolo Libro Verde ha per protagonista una Rana?

Cosa c’entra l’arancione con il Coniglio?

E il giallo con l’Orso?

Ma soprattutto, perché la donna gigante ha un enorme dito blu?...

mercoledì 5 giugno 2013

Altri amici con la L



Leo non sapeva leggere, non sapeva scrivere, non sapeva disegnare, non sapeva fare proprio niente. «Ma che cosa avrà Leo?» si chiedeva papà Tigre. «Pazienza! Devi avere pazienza», rispondeva mamma Tigre. «Leo è un fiore tardivo e ha bisogno di tempo per sbocciare.» E aveva ragione: un giorno, all’improvviso, quando fu il suo momento, Leo sbocciò come un fiore al sole. Un libro che con grande sensibilità descrive l’importanza di dare tempo alla crescita del bambino senza farsi travolgere dall’ansia. L’esigenza di essere uguale agli altri non deve trascurare l’individualità di ciascuno.

 
Come incomincia:

 
“Leo non sapeva fare proprio niente.
Non sapeva leggere.
Non sapeva scrivere.
Non sapeva disegnare.
Mangiava come un bambino piccolo.
Non sapeva dire una parola.
-Che cosa avrà Leo?- domandava suo padre.
-Non ha niente-, rispondeva sua madre. –Leo è lento a sbocciare. È un fiore tardivo.
-Meglio tardi che mai-, pensava il padre”

KRAUS L., Leo, Babalibri
 
 
 
Cos’è successo al piccolo Luca? Svegliato da un rumore nella notte, si ritrova, bianco come il latte, nella luce della luna e finisce improvvisamente dentro una grande scodella di pasta fresca. Tre cuochi dall’aspetto vagamente conosciuto non ci pensano un attimo e sono pronti ad impastare e ad infornare, ma…
 
Come incomincia:
 
"Svegliato da un rumore nella notte Luca saltò fuori dalle coperte e gridò: -COSA SUCCEDE LAGGIU’ IN CUCINA!-
Ma improvvisamente scivolò nelle tenebre, fuori dal suo pigiama e bianco come il latte nella luce della luna finì in cucina dentro una grande scodella di pasta fresca.
I cuochi, vedendo cascare quella cosa bianca nella pasta, cominciarono subito a mescolare cantando: -LATTE NELLA FOCACCIA! LATTE NELLA FOCACCIA! GIRA, SBATTI, IMPASTA, IMPASTA!”
 
SENDAK M., Luca la luna e il latte, Babalibri
 
 

 

Lolo e Lala vivono felici in due casette vicine. Mangiano insieme budini al cioccolato, poi fanno un bel bagno che li rinfreschi un po’. Insomma, una meravigliosa vita da maiali. Finchè un giorno Lala decide di andarsene: la vita con Lolo è meravigliosa, ma lei ha scoperto che oltre la collina ci sono altre colline, campi, boschi, porcili e persino gli umani. La voglia di vedere il mondo è più forte di lei. Ma cosa farà Lolo ora che è rimasto solo?

 
Come incomincia:
 
“La casa di Lolo era piccola, ma accogliente. E quando pioveva si formava davanti alla casa, in mezzo al cortile, una pozza perfetta per fare il bagno.
Qualche volta, il maialino stava in piedi sull’orlo della pozza.
Allora, la sua immagine si rifletteva nell’acqua e occupava tutto lo spazio.
E Lolo si vedeva tutto rosa e cicciottello ed era contento.”
 
HASLER E., Il maialino Lolo, Il Battello a Vapore Piemme Junior
 
 
 
Charlie cerca in tutti i modi di rassicurare la sorellina Lola, ma lei proprio non vuole saperne di andare a scuola: è assolutamente troppo piccola!
E poi, è già capace di contare fino a dieci, non le serve scrivere finchè può usare il telefono e non ha bisogno di imparare a leggere, perché conosce i suoi libri a memoria, e se non li ricorda, se li inventa.
Per giunta, il suo amico invisibile Gonaldo ha paura di non riuscire a contare, a leggere e a scrivere e teme che nessuno gli parlerà, così sarà tutto solo solitario.
Ma il primo giorno di scuola è arrivato…
 
Come incomincia:
 
"Ho una sorellina che si chiama Lola, è piccola e molto buffa. La mamma e il papà dicono che è già grande per andare a scuola. Lola non ne è così sicura.
Lola dice: -Non sono assolutamente grande. Sono ancora proprio piccola. Probabilmente non avrei tempo per andare a scuola. Ho un sacco di cose importanti da fare a casa.”
 
CHILD L., Sono assolutamente troppo piccola per andare a scuola, Ape junior
 
 



Nel fitto della foresta, in una caverna umida e buia, vive un mostro peloso, goloso di esseri umani. Quando finalmente riesce ad acchiapparne uno, il re, questi gli promette che gli troverà un bambino morbido e cicciotello. Ma la piccola Lucilla saprà cavarsi d’impiccio…

 
Come incomincia:

 
“Nel bel mezzo di una foresta fitta fitta, in una caverna umida e buia, viveva un mostro peloso. Era assolutamente ripugnante: la sua testa era enorme, e da essa uscivano direttamente due piedini piccolissimi. Per questo motivi non riusciva quasi a camminare, e se ne stava sempre nella sua caverna.”

 
BICHONNIER H. – PEF, Il mostro peloso, Ed. E.Elle





Paolo, l’orsetto di peluche, è davvero stufo di Lena, che lo pettina, gli lava i denti, lo veste con buffi abiti da femminuccia e lo porta in giro in bicicletta, anche se lui lo odia.
E’ora di ribellarsi. Chissà se Lena capirà la lezione…

Come incomincia:

"Lena vuole molto bene al suo orsetto Paolo. E’ il migliore di tutti gli orsi e anche il più bello.
Tutte le mattine Lena pettina il pelo marrone di Paolo. Che fastidio! Ma purtroppo Paolo non sa parlare, come del resto tutti gli animali di peluche. Così non gli rimane che soffrire in silenzio e sperare che Lena finisca in fretta.”

RIEGER A., Lena e Paolo, Fabbri Editori


martedì 4 giugno 2013

Un sacco di lupi!


 
Questa è la storia di un lupacchiotto che ha un grande sogno: uscire dal bosco e volare alto nel cielo. Per farlo però ha bisogno di un paio di ali e i lupi non le hanno. Nemmeno le pecore però hanno le ali, eppure loro in cielo ci sono: bianche, soffici e leggere. Così il piccolo lupo pensa che con il giusto travestimento potrà coronare il suo sogno, volare alto nel cielo. E infatti è quello che puntualmente succede. Solo, non nel modo che il coraggioso lupetto si aspetta!
Come incomincia:

 
“Vorrei essere una pecora…- dice Piccolo Lupo.
Ma subito gli altri lupi scoppiano a ridere.
Allora Piccolo Lupo si azzittisce.
-In ogni caso, sono troppo stupidi per capire!- dice tra sé e sé.
Piccolo Lupo sogna di uscire dal bosco e di raggiungere il cielo.
Ma per volare ci vogliono le ali e i lupi non ce le hanno.
Piccolo Lupo, però, ha guardato a lungo le pecore: anche loro non hanno le ali eppure, a volte, le vediamo in cielo.”

 
RAMOS M., Il lupo che voleva essere una pecora, Babalibri


 
 
Un lupo si aggira trionfante nel bosco per raccogliere i consensi dei suoi nemici-amici. Ma l'incontro con un minuscolo draghetto lo spiazzerà in un finale esilarante.
Come incomincia:

 
“Un giorno, un lupo, che aveva mangiato a crepapelle e quindi non aveva più fame, decide di fare una passeggiata nel bosco.
-È l’ideale per digerire bene!- dice tra sé e sé. –E quasi quasi, ne approfitto per sapere cosa pensano di me gli abitanti del bosco.
Incontra un grazioso coniglietto selvatico. –Buongiorno, Belle Orecchie! Dimmi un po’: chi è il più forte?- domanda il lupo.
-Il più forte sei tu, Padron Lupo. Sicuramente e senza alcun dubbio, è certissimo-, risponde il coniglio.”

 
RAMOS M., Sono io il più forte!, Babalibri



 
Un vecchio lupo si aggira tra le case del villaggio degli animali con un pesante fagotto sulle spalle. Cosa conterrà? Chissà se la gallina, che timorosa gli apre la porta, riuscirà a scoprirlo. E soprattutto, chissà se ha fatto bene a far entrare il vecchio lupo in casa sua. Ma per fortuna, la gallina ha tanti amici, che bussano alla sua porta.

 
Come incomincia:

 
“E’ notte. E’ inverno.
Un vecchio lupo si avvicina al villaggio dove vivono gli animali.
La prima casa che incontra è quella della gallina.
Il lupo bussa alla porta. Toc, toc, toc.
- Chi è? – chiede la gallina.
E il lupo risponde: - Sono il lupo.”

 
VAUGELADE A., Una zuppa di sasso, Babalibri

 

 

Un lupo affamato, molto affamato, e soprattutto tanto solo. Eppure, carote e conigli si rincorrono ad ogni pagina. E lui li segue, li rincorre, ma non riesce mai ad acchiapparli. Finchè alla fine… PATATRAC!

 
Come incomincia:

 
"Ohibò, non ha proprio un’aria contenta, questo lupo. Cosa c’è che non va?
Ha fame! Certo, è un lupo! Uno di quelli cattivi, per di più. Anzi, è un grande lupo cattivo. Già, nientemeno!
In realtà, vorrebbe tanto essere buono, ma con chi? Nessuno lo ama. Tutti lo prendono in giro, gli fanno gli scherzi…
D’accordo, forse non è così gentile come vorrebbe, ma non è nemmeno così cattivo come potrebbe.
Si comporta da grande lupo cattivo solo quando ha fame.”

 
CORENTIN P., Patatrac, Babalibri

 

 

Un altro lupo (o forse è lo stesso, solo vestito in modo diverso?) alle prese questa volta con un orco, una bambina e un bignè. L’oro deve attraversare il fiume col bottino, ma la barca può trasportare solo due passeggeri per volta.
Come fare per impedire che qualcuno mangi qualcun altro prima che l’orco possa mangiare tutto quanto?

 
Come incomincia:

 
“Questa è un’altra storia di orchi, ,ma molto divertente.
C’è un orco, un orco grasso con la pancia piena, appena tornato dalla caccia.
Ha catturato un lupo, una bambina e un bignè.
L’orco è piuttosto seccato. Quel castello laggiù è casa sua, ma per attraversare il fiume c’è solo una barchetta che può portare due passeggeri per volta. Non uno di più.
Per prima cosa, quindi, l’orco fa salire la bambina, così il lupo non può mangiarsela.”

 
CORENTIN P., L’orco, il lupo, la bambina e il bignè, Babalibri




Una strana macchia compare, una sera, sulla parete della camera di Giacomo. Sembrerebbe proprio un lupo...

Come incomincia:

"Una sera, poco prima di addormentarsi, Giacomo si accorge di una strana macchia grigia sulla carta da parati. -Ma guarda, sembra proprio un lupo!
Giacomo si avvicina per guardare meglio.
-Ma sì. è un lupo! C'è un lupo sulla parete.
Corre subito a chiamare la mamma:
-Guarda mamma, là, tra le stelle, c'è un lupo!
-Ma dài-, gli dice la mamma, -non c'è nulla. null'altro che una macchia, una macchiolina piccina picciò! Dormi, Giacomo! Dormi!"

PIQUEMAL M., Un lupo...nella mia camera!, Gallucci



C'era una volta un enorme lupo nero che non amava il proprio colore. Si guardò nello specchio e allora decise: lo avrebbe cambiato, ma non era facile come sembrava...
 
THUILLIER E., Il lupo che voleva cambiare colore, Gribaudo

domenica 2 giugno 2013

L come Lupo




Una storia piena di lupi? Ma come, non ne basta uno per spaventarsi terribilmente? È proprio necessario riempirne un intero libro?
Pare proprio di sì, leggendo le avventure di Lupo Ghiottone, Lupo Orecchiuto , Lupo Nasuto e tanti altri, accomunati da un’unica necessità: trovare qualcosa con cui riempire lo stomaco!
 
Come incomincia:

 
“C’era una volta una storia piena di lupi.
C’erano lupi grandi e lupi piccini.
Lupi dormiglioni e lupi furbacchioni.
Lupi appena nati…e lupi stagionati.

 
C’erano lupi di tutti i colori:
lupi neri, azzurri e marroni…
C’erano lupi con gli occhiali
e con cappelli assai speciali.

 
Lupi che scrivevano lettere ogni sera,
lupi che giocavano a rubabandiera
e lupi che facevan pipì su un formicaio.

Era una storia piena di lupi,
almeno un centinaio!

 
ALIAGA R., Una storia piena di lupi, OQO Logos




L’argomento “lupi” è sicuramente ben conosciuto dai bambini, soprattutto per le fiabe classiche che li vedono protagonisti (Cappuccetto Rosso, I tre porcellini…).

Chiediamo quindi loro se abbiano mai sentito parlare dei lupi, se li conoscano attraverso le fiabe o ne abbiano notizie di carattere scientifico. Raccogliamo narrazioni e informazioni su un grande cartellone.

In seguito proponiamo ai bambini di raccontare, o meglio ancora drammatizzare, una fiaba tra quelle proposte, permettendo a ciascuno, nei limiti del possibile, di scegliere quale ruolo interpretare.

Se i bambini mostrano interesse per storie note, proponiamo loro di illustrarne alcuni passaggi sul quaderno, lasciando lo spazio per la relativa didascalia.


Veniamo ora alla nostra storia piena di lupi: ce ne sono di grandi e piccoli, di dormiglioni e furbacchioni, di neonati e stagionati (a proposito, chiediamo ai bambini: “Avete mai sentito il termine stagionato? Quando si usa? A proposito di cosa? E perché qui è riferito ai lupi? Cosa vorrà dire?...)

Soprattutto, ci sono lupi di tutti i colori: chiediamo quindi ai bambini di scegliere un colore e realizzare, con la tecnica preferita, un lupo colorato.

Nel libro, all’interno del quale è ambientata la storia, scorrazza in lungo e in largo Lupo Ghiottone, alla disperata ricerca di cibo: mangia parole innocenti, (ma le lettere son dure, e sanno di tinture!), ci prova con una farfalla (ma le farfalle non sono buone da mangiare, perché la pancia fanno pizzicare e poi il solletico ti fa sbellicare), sogna costolette arrostite e…pecore elegantemente vestite. Finché, da lontano, giunge un rumore, come di qualcosa di buono da sgranocchiare… e finalmente la preda tanto ambita viene catturata e trascinata nel libro, per la gioia di centinaia di lupi affamati.

Ma, chiediamo ai bambini, prima di concludere la lettura, chi sarà mai questa preda dei lupi?... Ascoltiamo tutte le possibili soluzioni, e quando quella esatta verrà azzeccata, leggiamo finalmente la pagina 31 (ma come mai adesso è solo 1?), per poi ricominciare dall’inizio.
 
Anche noi Lupi Ghiottoni

Scopriamo insieme ai bambini se anche noi possiamo trasformarci in tanti Lupi Ghiottoni: ognuno potrà disegnare il/i cibo/i preferiti, quelli di cui è ghiotto, e scriverne il nome sul proprio quaderno. Sarà poi possibile realizzare un cartellone, utilizzando modalità più o meno scientifiche (grafici, istogrammi o semplicemente insiemi di cibi appartenenti agli stessi gruppi di alimenti, o alle stesse portate) per riflettere con i bambini sui cibi preferiti, sulle loro caratteristiche e, perchè no, sul mistero per il quale le verdure non piacciono quasi a nessuno (e se qualcuno inventasse i broccoli al gusto di cioccolato?)
 
 
Ma tutti i lupi sono cattivi?
 
Poniamo ai bambini questa domanda provocatoria e, dopo aver ascoltato le loro risposte, proponiamo la lettura di
 
 
Come incomincia:
 
"Lupo Cattivo si chiamava proprio così: LUPO CATTIVO.
Perciò tutti credevano che fosse cattivo per davvero.
Lupo Cattivo aveva il pelo ispido e le sopracciglia grosse e basse.
Lupo Cattivo abitava in una piccolissima tana solitaria in mezzo al bosco.
E, vicino alla porta, c'era un campanello sormontato da una grande scritta:
LUPO CATTIVO
Ma mai nessuno aveva suonato quel campanello. Proprio mai.
Così, figuratevi la sorpresa di lupo cattivo, quando un bel giorno sentì uno squillante DRRINNN!
Grattandosi la testa perplesso, si affacciò all'uscio.
-Sei tu Lupo Cattivo?- chiese la vocina.
-Beh...sì.-
-E sei veramente cattivo?-
-Beh...no!-
-Bene- disse la vocina. -Io mi chiamo Biscia Velenosa ma non sono affatto velenosa..."
 
GIRALDO M.L. - BERTELLE N., Lupo Cattivo, San Paolo

Nel racconto, nessuno corrisponde al nome che porta: il lupo è buono, la biscia benefica, il coniglio coraggioso, la gazza onesta e il porcello profumato. Sembra di sentir tornare alla memoria i versi finali di Sembra questo, sembra quello, di E. Agostinelli, Salani




"Sembra questo, sembra quello,
sembra brutto, invece è bello,
sembra un cesto, ma è un cappello,
sembra un monte, ma è un cammello
L'importante è di capire
che si può sempre sbagliare
e che spesso non vuol dire
quel che sembra e come appare."