martedì 28 maggio 2013

M come mostri


Il piccolo Max, travestito da lupo, viene mandato in castigo in camera sua. Ma ecco che in quella stessa camera cresce una foresta sempre più fitta, e appare addirittura il mare, che porta Max fin nel paese dei mostri selvaggi.

Riuscirà a tornare a casa, dove lo aspetta la sua cena fumante?

Come incomincia:

“Quella sera Max si mise il costume da lupo e ne combinò di tutti i colori e anche peggio.

La mamma gli gridò: - MOSTRO SELVAGGIO!- e lui le rispose: - E IO TI SBRANO-.

Così fu mandato a letto senza cena.”

SENDAK M., Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri Milano1999

Proposte didattiche: lingua italiana

La consonante M

La storia narrata dall’albo è molto breve e si dipana attraverso poche parole (talvolta nessuna) che accompagnano le splendide illustrazioni di Sendak. Rileggiamola ai bambini soffermandoci sulle immagini.

Disegniamo alla lavagna uno qualunque dei mostri selvaggi: hanno linee semplici ed espressioni tenere e buffe. I bambini si divertiranno a ricopiarli e potranno scrivere sotto l’immagine le parole

MOSTRO SELVAGGIO

o l’intera frase

MAX NEL PAESE DEI MOSTRI SELVAGGI

evidenziando le consonanti M

All’interno della storia, seppur solo all’inizio e con un ruolo che pare marginale, appare la MAMMA: in realtà, l’intera avventura di Max ha inizio dalla sua decisione di cacciarlo in camera per punizione.

Chiediamo ai bambini di illustrare la frase

LA MAMMA MANDA MAX NELLA SUA CAMERA

Sempre evidenziando, colorando o cerchiando la consonante M.
Anch’io MOSTRO!
Chiediamo ai bambini se qualche volta sia capitato anche a loro di sentirsi dei piccoli mostri: ascoltiamo le loro narrazioni, poi chiediamo loro di disegnare il proprio autoritratto mostruoso, accompagnato dalla didascalia
IO FACCIO IL MOSTRO
o dalle espressioni personali di ciascuno.
Com’è un mostro?
Sempre attraverso la conversazione, cerchiamo quali siano le caratteristiche necessarie per un MOSTRO: dovrà essere cattivo? Brutto? Grande? O minuscolo?
Chiediamo a ogni bambino di disegnare il proprio mostro e di trovargli il nome più adatto: se qualcuno si trovasse in difficoltà con quest’ultima richiesta, sottoponiamo il disegno ai compagni, o all’intera classe, chiedendo di trovare un nome per il poveretto.
Una volta terminati tutti i mostri, chiediamo ai bambini di ritagliarli e incolliamoli su un unico cartellone, o su un grande libro in cartoncino nero, che rimarrà a disposizione della classe; se lo riteniamo opportuno, accompagniamo il nome di ogni mostro con una breve descrizione fatta dal suo “autore”.
 
Dove vivono i mostri?
 
Proseguendo con la conversazione, chiediamo ai bambini dove pensano che vivano i mostri. Chiediamo loro, se lo desiderano, di disegnare sul quaderno la casa dei mostri. Se vogliamo, possiamo proporre loro di realizzare un modello tridimensionale per la classe, utilizzando uno scatolone, dentro cui riporre i mostri che i bambini disegneranno.
 

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