lunedì 9 settembre 2013

A come accoglienza


Da qualche anno abbiamo l’abitudine di accogliere i nuovi alunni delle classi prime con un piccolo spettacolo tratto dagli albi illustrati per l’infanzia, di cui loro siano sia spettatori che protagonisti.
Cinque anni fa avevamo utilizzato

 

 (come potete vedere, io e Lisa eravamo l’insetto delle parole e il bruco)


Quest’anno abbiamo scelto di mettere in scena



Come incomincia:

“Nel bosco si avvicina l’autunno e mamma Topini è molto indaffarata. Domani i suoi sette topolini andranno a scuola per la prima volta.

Sette cappelli fabbricati con i tappi di bottiglia. Sette tascapani gialli. Sette paia di scarpe in guscio di noce. Tutto fatto da mamma Topini.

-Domani andrete a scuola. Questa sera, quindi, bisogna andare a letto presto-, dice la mamma.

Ma i sette piccoli rispondono: -Io non voglio andare a scuola perché è troppo lontana.

-Io non voglio andarci perché di mattina ho sonno.

-Io non voglio andarci perché fuori c’è il vento freddo.

-Io non voglio andarci perché non conosco gli altri bambini.

-Io non voglio andarci perché ci sono i cattivi.

-Io non voglio andarci perché lungo la strada ci sono i serpenti.

-Io non voglio andarci perché non voglio.”

YAMASHITA– IWAMURA, La famiglia Topini va a scuola, Babalibri



Ci sembra uno splendido modo per rassicurare i bambini (tutti hanno qualche paura, soprattutto nei confronti di qualcosa di nuovo come la scuola, ma una mamma attenta e previdente e tanti compagni fanno la differenza) e per raccontare in modo piacevole un nuovo inizio.

Questa mattina saremo impegnate a realizzare 54 orecchie da topo e un lungo serpentone di stoffa che ci aiutino a calarci nella parte. Lisa naturalmente sarà Mamma Topini ed io il narratore…

A breve le foto!


P.s.
A tante colleghe che hanno sfogliato il libro, i fili che la mamma stende come rotaie del treno hanno fatto venire in mente la lodevole iniziativa del pedibus, praticata con successo dove sia possibile avvalersi della collaborazione dei volontari.

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