(immagini tratte da https://www.topipittori.it/it/catalogo/anselmo-va-scuola )
Mi fa sorridere perché davvero quest'anno mi ero ripromessa di cambiare: non amo le
attività ripetute, negli anni sempre uguali a loro stesse.
Eppure, anche quest’anno Anselmo mi ha chiamato.
Con il suo orecchio piegato, la sua preoccupazione, i
suoi pensieri tristi, ha dato voce a qualche lacrima inattesa caduta in questi
giorni, a uno sguardo timoroso, a una testolina che si poggiava sul banco.
Così, ancora una volta, Anselmo è venuto a scuola con me;
e non so se sia perché, nel corso degli anni, è diventato più esperto e sicuro
di sé, ma le nuove bambine e i nuovi bambini hanno interpretato le sue paure in
modo totalmente inatteso.
Dopo aver letto il libro, ho chiesto loro: Cos’ha di speciale Anselmo?
Le
orecchie
Anselmo
parla.
Parla
col suo amico.
Gli
dice che è bella la scuola.
Anselmo
all’inizio tremava.
Perché
non voleva andare a scuola.
Perché
aveva paura.
Della
scuola.
Pensava
che è brutta, invece è bella.
Di nuovo, ho chiesto: Anche
voi avevate un po’ di paura come Anselmo?
Io
sì. Avevo paura perché ci sono i compiti.
Perché
si fanno tanti compiti.
Io
per niente paura.
Io
avevo un po’ paura per i voti.
Per
le note.
Quelle
che fanno ai maleducati.
Io
ho paura dei brutti voti.
Lo ammetto. Questa risposta mi ha spiazzato. Che una
bambina o un bambino di sei anni tema la scuola perché ci sono i
compiti, mi pare sia nell’ordine naturale delle cose. Mi pare invece lo sia, o debba esserlo, meno la consapevolezza bambina che la scuola è dispensatrice di voti, in particolare di brutti voti.
Ancora una volta, mi sono confermata nella convinzione di quanto sia ingiusto un sistema di valutazione che fin dal primo quadrimestre della prima ci obbliga a
utilizzare il voto numerico per codificare, quantificare, incasellare un
processo di apprendimento di cui non conosciamo l’inizio, le basi, e che a fine
gennaio 2019 avremo potuto verificare e valutare per soli 4 mesi; e soprattutto quanto questo sistema sia particolarmente ingiusto per chi parte con le sue piccole o grandi difficoltà. Proprio come Anselmo.
Come incomincia:
"Questo è Anselmo.
Ha cinque anni e nove mesi, come me.
Siamo nati lo stesso giorno.
Ad Anselmo
piacciono le carote, ma soprattutto, quando andiamo in automobile, gli
piace viaggiare sul ripiano di dietro, perché si vede meglio che dal finestrino
e si possono salutare i cani e i gatti nelle altre macchine.”
ZOBOLI G. – MULAZZANI S., Anselmo va
a scuola, Topipittori
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