venerdì 5 aprile 2019

La cura del ghiro



Era il 2017. Il nuovo album dei Negramaro mi accompagnava ad ogni viaggio in auto. Un brano, più di altri, girava in loop: Pezzi di te. 


Lo ascoltavo. Lo cantavo, sola in auto. E, come sempre, le parole non smettevano di girarmi nella mente, ben oltre la durata del brano.

La cura del ghiro è nato in un tempo lungo - quello dell’ascolto, della riflessione, del riverbero delle suggestioni - e in un tempo davvero molto breve, quello della scrittura, quando ogni pezzo sembrava magicamente andare al proprio posto.

Tutti, come il ghiro, abbiamo perduto qualcosa di prezioso; e tutti l’abbiamo cercato ovunque, a volte senza più ritrovarlo.

Non sappiamo cosa sia successo all’allodola: sappiamo solo - il ghiro ne è certo - che non tornerà.

Così il ghiro raccoglie ricordi, profumi, suggestioni. Il tempo del letargo è lungo, e grande la paura di dimenticare: quella stessa paura di dimenticare che può essere più forte della paura di soffrire.

Ma cosa accadrà a primavera? 


Mi piace pensare di aver scritto un testo che possa in qualche modo raccontare il ritorno alla vita dopo una scomparsa, o un abbandono, e consolare coloro che ne soffrono. E mi rende particolarmente felice pensare che Silvia Molteni, l’illustratrice che ha magnificamente reso l’atmosfera del racconto, esordisca proprio con Edizioni Corsare, anche grazie al grande lavoro di condivisione di cultura e bellezza che Tommaso Falzone e Valentina Pellizzoni, della Libreria La Cornice di Cantù, fanno da anni, instancabilmente e spesso gratuitamente. È infatti grazie a loro che Giuliana Fanti ha scoperto il lavoro e le grandi qualità di Silvia, chiamandola ad illustrare il testo. Per questo mi pare di poter dire che questo libro è figlio di tante mani, di tante menti, di tanti cuori, ed è bello che tutti insieme possiamo augurargli buona fortuna.



«“La cura del ghiro” è il mio primo albo illustrato che nasce, per me, all’interno di una rete di fortunati eventi, per nulla casuali, ma determinati da un continuo lavoro di costruzione di relazioni che trova la sua origine e il suo centro in Tommaso Falzone e Valentina Pellizzoni, librai (e corniciaio) dello Spazio Libri La Cornice di Cantù. Grazie al loro sostegno e incoraggiamento, il mio lavoro ha potuto raggiungere l’attenzione dell’editrice, Giuliana Fanti, che ha notato il suo possibile legame con il racconto di Antonella Capetti.

“La cura del ghiro” mi ha subito proiettata in un piccolo mondo, immerso nella natura, nel silenzio, nei tempi lenti dettati dallo scorrere delle stagioni. Il testo mi è sembrato pervaso da un sentimento di nostalgia, di perdita, ma anche da qualcosa di grande, una Natura che attraverso le sue regole e i suoi meccanismi, laddove determina dei cambiamenti pure dolorosi, fornisce ugualmente dei potenti rimedi. Tutto questo mi ha guidata nello sviluppare le illustrazioni, dove ho cercato di infondere nell’ambientazione e nel ghiro protagonista queste impressioni e sensazioni.

Nonostante le piccole dimensioni, ho inserito il ghiro all’interno di un grande paesaggio che volevo divenisse un vero e proprio personaggio, che comunicasse visivamente lo stato d’animo del ghiro e che contemporaneamente lo aiutasse a rielaborare il ricordo dell’amica perduta e ad aprirsi a nuovi incontri, cosicché il normale trascorrere delle stagioni rispecchia il suo processo di guarigione.

Quindi ciascuna tavola è nata prima di tutto come un paesaggio costruito in modo da rivelare qualcosa delle emozioni del ghiro, che esprimesse il silenzio e la tranquillità necessarie al suo percorso, prendendo spunto da alcuni punti del testo e concentrandomi sui diversi stadi emotivi della storia.

Mi sento davvero fortunata ad aver illustrato questo racconto, che davvero rispecchia i miei soggetti e le mie atmosfere preferite». 
Silvia Molteni




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