È capitato in entrambe le classi: durante la lettura di La
gigantesca piccola cosa, di Beatrice Alemagna, Donzelli, un bambino mi
ferma e chiede: “Cosa vuol dire
nostalgia?”
Certo, mi dico: i bambini non conoscono la nostalgia,
hanno troppa poca vita alle spalle per ripensare a qualcosa con nostalgia.
Invece, come sempre, qualcuno mi stupisce: “Quando
penso al mio cane che è morto, ho nostalgia”
La lettura di questo grande (davvero in tutti i sensi)
albo è sempre illuminante: come cinque anni fa, mi fermo appena prima dell’ultima parola, la nascondo ai loro occhi (che bello che
ormai sappiano leggere!) e chiedo: “Cosa sarà questa gigantesca piccola cosa?”
Ancora una volta, le risposte sono davvero le più
diverse, e aprono ampi squarci sui loro pensieri:
Il
sole
Il
mondo
Le
nuvole
Le
stelle
La
luna
Il
germe
Il
vento
La
tempesta
Il
tramonto
Il
tempo
Il
fuoco che cade con le rocce
La
chiamata
Il
mare
La
pioggia
Dio
Scrivo tutto, poi rileggo loro il finale:
“Questa
piccola cosa invisibile, eppure gigantesca, che un giorno qualcuno ha chiamato
felicità.”
Rileggo l’intero libro, dopo che il suo mistero è stato
svelato. È bello accorgersi, da alcuni sguardi, che le parole ora risuonano seguendo una nuova partitura.
Poi chiedo loro: Che cos’è la felicità?
Quando
tu guardi qualcuno che ti piace tantissimo
È
l’amore
La
felicità è quando nasce qualcuno… tipo un figlio
La
felicità è un cuore
La
felicità è fondamentale come il nostro cuore
La
felicità è la mamma
La
felicità è papà
Quando
diventi amico
Quando
veniamo a scuola e siamo felici di imparare tante cose nuove
Quando
siamo vicino alla mamma, alle maestre e ai nostri compagni
Quando
trovi un compagno e per te sarà una cosa bella
I
compleanni perché ci sono tutti gli amici
Quando
conosci nuove persone
Giocare
insieme
Quando
un bambino piange e noi giochiamo con noi e lui non piange più
Stare
appiccicati al papà
Leggere
un nuovo libro, quando la maestra legge è una felicità
E questa, anche per la maestra, è felicità.
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