sabato 3 ottobre 2020

"Che cosa sono?" si chiede il bambino

Succede che, per il tuo compleanno, ti regali l’ultimo libro di poesia di Bernard Friot, Buchi nel vento. Poesie a passeggio, Lapis (succede anche che una bambina, leggendo le indicazioni bibliografiche, dica bruchi invece che buchi, ma questa è un’altra storia). 




Lo leggi subito, e scopri una poesia che si intitola Io sono.


Hai da pochi giorni proposto alle bambine e ai bambini delle tue classi su una produzione scritta con lo stesso titolo: un elenco di aggettivi qualificativi da definire, per definirsi.

Questa poesia ti regala però una prospettiva nuova: la domanda da porsi non è più “Come sei?” ma “Che cosa sei?”.

Mostri – naturalmente da debita distanza – il libro in classe, e leggi ad alta voce la poesia. Nel frattempo, l’hai trascritta e fotocopiata, perché ognuno possa leggerla in autonomia.

E poi, naturalmente, proponi a bambini e bambine di provare a rispondere proprio alla domanda che dev’essersi fatto Bernard (lo conosco, di persona – ci siamo incontrati alla Cornice - e mi vanto con loro della sua amicizia), provando a seguire l’identica struttura delle strofe.

Le prime (per alzata di mano, non devono averci pensato più di due minuti) letteralmente ti stordiscono:

Io sono un fiore che sboccia, dice il bambino, in primavera,

e semino altri fiori.

Io sono un arcobaleno, dice il bambino, e nasco

da acqua e sole.

Io sono il vento, dice il bambino, e soffio

una brezza tiepida tra i tuoi capelli.

Io sono la pioggia, dice il bambino, e bagno

la sabbia in riva al mare.

 

Così chiedi che ciascuno scriva i propri versi, e poi scelga quelli da regalare alla classe, per comporre una poesia collettiva. E, in dono, ricevi le prime copie.

Che altro desiderare?












Io sono un cane, dice il bambino, e ti accompagnerò

ovunque andrai.

Io sono un uccello, dice il bambino, e volo

leggero in un cielo infinito.

Io sono la pioggia, dice il bambino, e accarezzo

le piante verdi e mature.

Io sono la pioggia, dice il bambino, e bagno

la tua testa con le mie lacrime.

Io sono un tesoro, dice il bambino, e contengo

piccoli sogni.

Io sono un sentiero, dice il bambino, e ti porto

in passaggi segreti.

Io sono una quercia, dice il bambino, e apprezzo

gli alberi.

Io sono la luna, dice il bambino, e illumino

tutto il cielo.

Io sono la neve, dice il bambino, soffice e lieve, un po’ bagnata e fredda,

ma calma.

Io sono il vento, dice il bambino, tranquillo

e leggero.

Io sono un alfabeto, dice il bambino, e sembro

un ABCD e anche EFG.

Io sono un leone, dice il bambino,

perché mi sento un re.

Io sono una stella cadente, dice il bambino,

luminosa come il diamante.



4 commenti:

  1. Grazie per questa meravigliosa sorpresa che una gentile collega mi ha invitato a leggere. LA bellezza delle parole è infinita. Proporrò questa tua esperienza con i miei alunni di quarta, citandoti naturalmente.

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  2. Ma che meraviglia! Questo per me significa essere maestra!

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  3. Che altro desiderare?
    Davvero.
    Grazie ancora una volta, “la poesia salva la vita”, e anche la scuola..
    Per fortuna ci sei!

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