sabato 11 gennaio 2014

La prima volta che sono nata

“Per quel che può valere, lo considero il più bel libro del 2013!


Ne scrivo solo ora perché è un altro di quei casi di libro 'covato'. Non volevo farmi sfuggire nulla nel leggerlo e nel ragionarci su. Se l'averlo covato, non ha aiutato la tempestività, spero abbia quanto meno favorito la sintesi.

Questo è un libro intelligente, attento e sapiente, poetico, spiritoso, commovente, autentico, evocativo, utile. È un albo illustrato perfetto, in cui il dialogo tra testo e immagine è così serrato, da diventare imprescindibile."


 
Come resistere a queste parole?

Come sempre, Carla tocca corde che rendono impossibile rimanere indifferenti: e lo fa con una sensibilità e una competenza che credo non abbiano uguali.
Quando scrive di un libro, lo analizza con grandissima lucidità, scovandone grandezze e limiti. E chi legge non può fare a meno di desiderare di averlo tra le mani, quel libro, in quello stesso istante, senza indugio.
 
Così questa mattina mi sono precipitata nelle mie due librerie preferite; ma, ahimè, entrambe ne erano prive.
Cerco sul Webopac, l'interprestito bibliotecario, e, sorpresa, una sola copia, peraltro nuova accessione, quindi non prestabile: va bene, so cosa farò nel pomeriggio.

Mi precipito a Figino, dove scopro che "nuove accessioni" significa che il libro è fisicamente a Como, e arriverà solo martedì.


Ma io lo volevo oggi!



Cosa si dice dell'attesa? Che rende più prezioso ciò che desideriamo?

Quando arriverà martedì, questo libro sarà preziosissimo...




Nasci ed è sempre “la prima volta che”. Poi cresci e le prime volte diventano un po’ più rare, ma non per questo meno importanti.
Tutte le scoperte, le rivoluzioni, le decisioni, gli amori: ogni volta una prima volta.
Poi diventi genitore, e le prime volte ricominciano daccapo.

 
Come incomincia:
"La prima volta che ho aperto gli occhi, li ho subito richiusi. Ho pianto. Poi delle mani mi hanno sollevata al cielo e mi hanno posata fra due montagne di latte. Ho smesso di piangere e ho aperto gli occhi per la seconda volta nella mia vita.
Ho visto la luce più dolce del mondo: erano gli occhi di mia madre."



CUVELLIER V., La prima volta che sono nata, Sinnos

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