giovedì 16 maggio 2019

Di come le storie diventano nostre



 

“Io copio la mia famiglia, come quando la mia sorella era in pancia”, così mi dice R., dopo aver scelto il suo piccolo ritaglio, che ora tiene felicemente in mano, da ricopiare.



È così – penso - che le storie degli altri (pensate, scritte, illustrate, raccontate, vissute dagli altri), diventano la nostra storia. In questo modo ci sfiorano, ci toccano, si intersecano con le nostre, entrano dentro di noi.



Il generale orco. Qualcuno lo chiama così, il generale Alcazar, protagonista, ahimè disarcionato, del magnifico Di qui non si passa!, di Isabel Minhós Martins e Bernardo P. Carvalho, Topipittori . “Perché ha il naso lungo”


“Ma perché ha i denti azzurri?”
“Tutti i personaggi hanno dei denti colorati”
“Forse si sono messi dello smalto”
“Ma è impossibile…quanto mastichi e è ancora fresco, viene via!”

Dialoghi spesso surreali, quelli tra i bambini. Peccato che dimentichiamo di ascoltarli.
E invece io mi sento spesso una privilegiata, qui, in questo angolino di classe, da cui li osservo, li ascolto, scrivo, cercando di intervenire il meno possibile.

È un libro sulla libertà, questo. Ed è il mio obiettivo più grande, crescerli liberi.
Passa anche attraverso la risposta alla loro domanda: “Posso? Possiamo?”
Rispondo sempre: “Potete fare tutto quello che volete, è il vostro lavoro. Basta che lo facciate con cura”.
Intanto, senza nemmeno accorgersene, leggono: leggono i nomi dei personaggi, ne osservano le posture diverse nelle risguardie in apertura e in chiusura, si interrogano sull’opportunità di usare i pennarelli a punta fine o a punta grossa; di fare, prima, il disegno a matita; di disegnare col pennarello nero e poi colorare, o di lasciare il proprio lavoro in bianco e nero.







Decidono, scelgono, si confrontano.

“Come si chiama il cavallo?”
“Nitrito Tonante”
“Tonante vuol dire forte…”
“…come il tono!”

E intanto crescono.


Da Fate a pezzi i risguardi,  A scuola con gli albi:

[…] troviamo una guardia incaricata di proteggere lo spazio bianco della pagina destra.

Via via, nella pagina di sinistra, giungono e si affollano nuovi personaggi, tutti impegnati in diverse attività, e tutti allo stesso modo stupiti da quella che è un’incomprensibile limitazione della libertà propria e di tutti. Finché, dopo ben 7 pagine in cui la pagina destra rimane immacolata, si arriva al punto di rottura, di non ritorno: una semplice, piccola palla rossa, sfuggita al controllo di piede di due ragazzini, Simone e Cristiano. Nulla di voluto, certo: ce lo dice quell’UPS! che sfugge a uno dei due, o forse a entrambi. La palla fa cinque rimbalzi, fino a rimanere, ferma e immobile, al centro della parte inferiore della pagina destra.

La palla non rimarrà sola per molto: i due ragazzini, naturalmente dopo aver chiesto il permesso alla guardia, si precipitano a recuperarla.

La diga ormai si è rotta, e la guardia, prima custode della pagina bianca, viene trasportata in un tripudio di braccia dalla folla festante. A nulla varranno le proteste del generale, che, sconfitto, esclama: «Che gente infantile!! E guarda in che stato hanno lasciato queste pagine. Impressionante... Me ne vado da questa storia, ho deciso. Dopotutto, chi vuole essere l'eroe di una storia per bambini?»

Se è vera la frase attribuita a Picasso: «A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino», credo di poter affermare che la forza dell’illustrazione di Carvalho in quest’albo sia proprio l’aver disegnato come un bambino, instaurando in questo modo una comunicazione immediata ed empatica con i lettori.

I miei alunni sono abituati a riprodurre graficamente molti dei libri che leggiamo in classe, e mi chiedono spesso di poter far passare tra i banchi ogni albo per poterne copiare le illustrazioni originali. Mi pare questo un modo davvero semplice e stimolante per abituarli a tecniche e stili diversi, permettendo loro di trovare il proprio.

Così, per favorire questa attività, ho pensato di fotocopiare a colori su cartoncino bianco le risguardie, per poi portarle in classe e metterle a disposizione dei ragazzi. Nelle risguardie l’illustratore ha riportato tutti i personaggi della storia, un po’ come avviene nei testi teatrali, in cui, all’inizio della pièce, si trovano presentati i personaggi.

Riflettendo insieme ai bambini, abbiamo poi deciso di ritagliare i diversi personaggi, mettendoli a disposizione di tutti, in modo che ognuno potesse via via scegliere il preferito.

A questo punto, a tutti è stato possibile ricopiare in tranquillità i personaggi preferiti, per ricomporre fedelmente le illustrazioni del libro o crearne di nuove.


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