domenica 31 dicembre 2017

Ringraziare desidero


Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, gente che sa fare il pane,
che ama gli alberi e riconosce il vento.
Più che l'anno della crescita,
ci vorrebbe l'anno dell'attenzione.
Attenzione a chi cade, al sole che nasce
e che muore, ai ragazzi che crescono,
attenzione anche a un semplice lampione,
a un muro scrostato.
Oggi essere rivoluzionari significa togliere
più che aggiungere, rallentare più che accelerare,
significa dare valore al silenzio, alla luce,
alla fragilità, alla dolcezza.



Franco Arminio, da Cedi la strada agli alberi. Poesie d'amore e di terra






In quest'ora della sera
da questo punto del mondo

Ringraziare desidero il divino
labirinto delle cause e degli effetti
per la diversità delle creature
che compongono questo universo singolare

ringraziare desidero
per l’amore, che ci fa vedere gli altri 

come li vede la divinità
per il pane e il sale
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede
per l’arte dell’amicizia
per l’ultima giornata di Socrate 
per il linguaggio, che può simulare la sapienza
io ringraziare desidero
per il coraggio e la felicità degli altri
per la patria sentita nei gelsomini


e per lo splendore del fuoco
che nessun umano può guardare 

senza uno stupore antico
e per il mare
che è il più vicino e il più dolce
fra tutti gli Dèi
ringraziare desidero
perché sono tornate le lucciole
e per noi
per quando siamo  ardenti e leggeri
per quando siamo allegri e grati
per la bellezza delle parole
natura astratta di Dio
per la scrittura e la lettura
che ci fanno esplorare noi stessi e il mondo

per la quiete della casa
per i bambini che sono
nostre divinità domestiche
per l'anima, perchè se scende dal suo gradino
la terra muore
per il fatto di avere una sorella
ringraziare desidero per tutti quelli
che sono piccoli, limpidi e liberi
per l'antica arte del teatro, quando
ancora raduna i vivi e li nutre

per l'intelligenza d'amore
per il vino e il suo colore
per l'ozio con la sua attesa di niente
per la bellezza tanto antica e tanto nuova    
io ringraziare desidero per le facce del mondo
che sono varie e molte sono adorabili
per quando la notte
si dorme abbracciati
per quando siamo attenti e innamorati 
per l'attenzione
che è la preghiera spontanea dell'anima
per tutte le biblioteche del mondo  
per quello stare bene fra altri che leggono
per i nostri maestri immensi
per chi nei secoli ha ragionato in noi

per il bene dell'amicizia
quando si dicono cose stupide e care  
per tutti i baci d'amore
per l'amore che rende impavidi
per la contentezza, l'entusiasmo, l'ebbrezza 
per i morti nostri 
che fanno della morte un luogo abitato.

Ringraziare desidero
perché su questa terra esiste la musica
per la mano destra e la mano sinistra
e il loro intimo accordo
per chi è indifferente alla notorietà 
per i cani, per i gatti
esseri fraterni carichi di mistero
per i fiori
e la segreta vittoria che celebrano
per il silenzio e i suoi molti doni 
per il silenzio che forse è la lezione più grande
per il sole, nostro antenato.
Io ringraziare desidero
per Borges 
per Whitman e Francesco d’Assisi
per Hopkins, per Herbert
perché scrissero già questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e non arriverà mai all’ultimo verso
e cambia secondo gli uomini.
Ringraziare desidero
per i minuti che precedono il sonno,

per gli intimi doni che non enumero
per il sonno e la morte
quei due tesori occulti.


E infine ringraziare desidero
per la gran potenza d'antico amor
per amor che se move il sole e l'altre stelle.
E muove tutto in noi.

Mariangela Gualtieri, Le giovani parole, Einaudi




venerdì 29 dicembre 2017

Cose a cui penso la mattina, appena sveglia, prima di alzarmi


Fatico a seguire un metodo, qualunque esso sia. Preferisco invece prendere spunto da approcci diversi, e ad essi ispirarmi per le molteplici attività da proporre ai ragazzi in classe, perché possano sviluppare ed acquisire, ognuno a proprio modo e secondo le proprie capacità, le competenze necessarie.

Del metodo RW (Read and Write), creato, tra gli altri, da Nancy Atwell e a cui si ispirano Jenny Poletti Riz (da leggere, a questo proposito, il suo Scrittori si diventa, edito da Erickson) e il gruppo degli Italian Writing Teachers, ho scoperto che ad attrarmi in modo particolare sono gli attivatori, cioè tutte quelle attività di scrittura che risultano propedeutiche alle diverse produzioni testuali, perché permettono ai ragazzi di raccogliere le idee, organizzarle e rielaborarle arricchendole secondo le proprie possibilità.

Così, per queste vacanze natalizie, ho assegnato loro, tra gli altri, questo compito:

Rileggi quanto scritto fino ad ora sul taccuino, controlla, completa, correggi. Scegli alcuni attivatori tra quelli proposti in classe e scrivi ciò che desideri con ordine, cura e correttezza:

Elenco dei regali

Cose a cui penso la mattina, appena sveglio/a, prima di alzarmi

Cose a cui penso la sera, appena prima di addormentarmi

Cose belle (o brutte) del Natale

Cose divertenti da fare durante le vacanze

Cose da non fare in vacanza

Attività per sconfiggere la noia

Aspettative/desideri per il nuovo anno o per il nuovo anno scolastico

Cose da fare prima di o a Capodanno

Calligrammi natalizi

Pensieri prima del ritorno a scuola / Come prepararti mentalmente per il ritorno a scuola

Emozioni della vigilia / al risveglio la mattina di Natale / Emozioni in vacanza

Galateo per la cena di Natale

Soddisfazioni e/o delusioni del Natale

Natale in/con tutti i sensi

Calcolo delle ore di sonno



Uno degli aspetti più interessanti del metodo RW è il coinvolgimento attivo degli insegnanti, a cui viene chiesto di mettersi davvero in gioco, producendo essi stessi per primi i testi che verranno in seguito richiesti ai propri alunni. In questo modo, la sperimentazione in prima persona permette una consapevolezza decisamente maggiore rispetto alle richieste che stiamo facendo ai nostri alunni.


Così oggi ho deciso di cimentarmi nella scrittura di uno tra gli attivatori suggeriti dai ragazzi stessi in vista delle vacanze.

Ho scelto Cose a cui penso al mattino, appena prima di alzarmi


La sveglia non suona. Sento appena mio marito che esce, poi, se va bene, mi riaddormento. Mi sveglio un paio d’ore dopo. Fuori c’è già una bella luce, che filtra dalle persiane.

Guardo l’orologio. Posso dormire ancora un po’? O sarà meglio che mi alzi?

Potrei leggere un libro, magari continuare quello iniziato ieri sera, oppure prenderne uno nuovo dalla poltrona su cui ho poggiato quelli che vorrei leggere in questi giorni.

Ma no, non ho voglia di alzarmi. Niente libro nuovo. Magari rimango ancora qui, sotto il piumino, per qualche minuto.

Ho un sacco di cose da fare. Ma dieci minuti non cambieranno di molto quel che riuscirò a portare a termine oggi.

Che bello non dover fare tutto di corsa. Poter indugiare. Sembra un lusso. Dobbiamo fare sempre tutto, in fretta, e se possibile anche bene. Non sarà troppo?

Sono pigra. Non va bene. Non è così che mi hanno cresciuta.

A una certa ora (mai dopo le 8.30, le 9 al massimo) la mamma apriva la porta di camera, alzava la tapparella e apriva le finestre. Estate o inverno, non aveva nessuna importanza. Non ne aveva neppure se la sera prima eravamo andate a letto tardi. Anzi.

“La prossima volta, andate a letto prima” diceva. E questo era quanto.

Cosa staranno facendo, adesso, loro. Mio papà e mia mamma, intendo. In piedi da almeno due ore, affaccendati come solo i settantenni sanno fare. Se si fermassero, anche il mondo si fermerebbe.

Io invece posso fermarmi. L’ho già fatto. Lo sto facendo.

Non devo arrivare a scuola venti minuti prima del suono della campanella, per bere il cappuccio della macchinetta, far due chiacchiere con bidelli e colleghi ed essere pronta per quando arriveranno i ragazzi.

La puntualità. Perché è così importante, per me? Perché mi arrabbio con chi arriva tardi, e lo fa di frequente?

Oh, basta. Non c’è bisogno che pensi alla scuola anche in vacanza, anche appena sveglia. Anche se... i quaderni aspettano. Devo ancora scegliere che libro leggere al rientro. E quella verifica? Dovremo scrivere almeno un paio di testi ancora, prima che finisca il quadrimestre. Uno ce l’ho già in mente. Devo pensare all’altro. E poi il registro elettronico...

Basta. Avevo detto basta.

Va be’. Vado a fare colazione. Tanto ormai sono sveglia.

lunedì 25 dicembre 2017

Il dono più grande



"Questo è un anno davvero speciale per me: è il mio ultimo anno alla scuola primaria.
Così, per Natale ho deciso di regalarvi me stessa/o: me stessa/o a 10 anni.
Dentro la sagoma che ho disegnato ci sono i miei pensieri, le mie passioni, i miei desideri. In una parola, ci sono io, in questo momento.
Ogni volta che guarderete questo autoritratto, mi ritroverete. 
E sarò sicuramente diversa da com’ero prima e da come sarò in futuro."


“[…] nelle mie gambe c’è lo spazio infinito e significa che a volte dentro di me c’è un vuoto, però c’è sempre una luce ad attrarmi.”


“Dentro questa sagoma c’è ciò che voglio, ciò che mi piace e ciò che non mi piace; ci sono le delusioni ma anche ciò che mi diverte.”









Non c’è dono più grande che regalare se stessi. Forse è stato questo il pensiero che ha guidato le nostre scelte per il Natale.

Il libro da cui tutto è nato non ha nulla di natalizio. È però costruito intorno a un tema molto caro a me, come credo a tanti adulti,  e in particolare agli insegnanti: il silenzio. Non certo il silenzio dell’obbedienza muta, della sottomissione, ma quello della riflessione, dell’impegno, della cura. 


Un posto silenzioso



di Luigi Ballerini – Simona Mulazzani, Lapis

Le bellissime immagini di Simona Mulazzani hanno agito dentro di me come una sorta di detonatore, costringendomi a chiedermi a lungo perché ne fossi così catturata e suggestionata. Forse, ho pensato, per la straordinaria commistione tra realistico e fantastico: e, soprattutto, per quella sagoma che si apre in verticale sulla doppia pagina racchiudendo, attraverso la rappresentazione dei posti silenziosi del protagonista,  quel che più conta per lui.




Il dialogo tra il bambino e il silenzio è fitto; porta il bambino a interrogarsi, e a provare a darsi delle risposte. Quella sagoma parla. E lo fa così bene che ho pensato potesse parlare a lungo, addirittura a distanza di anni, e raccontare di sé, del se stesso di ognuno degli autori, ben al di là, oltre il tempo che passa. Anzi, proprio grazie al tempo che passa, acquistare valore, come ogni oggetto prezioso. E allora, perché non regalare proprio questo autoritratto, alle rispettive famiglie? Perché non fermare il tempo, come in una sorta di istantanea, offrendo di sé l'immagine più intima e a volte nascosta, in un momento forte di passaggio?
Ogni ragazza, ogni ragazzo, ha ricalcato la stessa sagoma: siamo tutti uguali, in effetti. Poi, però, ognuno ha disegnato con la maggior cura possibile l’autoritratto del proprio volto. Per finire, ha riempito la sagoma del corpo con le proprie passioni, le proprie speranze, i propri desideri. L’ha riempita con ciò che ha dentro di sé, ciò che lo costituisce più profondamente.
È questo il regalo, io credo grande: donare alle persone che amiamo noi stessi, e soprattutto la nostra intimità, così ben rappresentata, spesso, nel disegno. E, soprattutto, l’intimità di una ragazza, di un ragazzo di 10 anni, che si trova in uno dei tanti momenti di passaggio della propria vita, con la consapevolezza che il se stesso di oggi non è quello del passato e neppure quello del futuro, anche se contiene quello del passato e da quello del futuro sarà contenuto.









































giovedì 21 dicembre 2017

Quali compiti per le vacanze?

Una domanda semplice, che molti insegnanti, ancora una volta in questi giorni, stanno ponendo a se stessi e ai propri alunni.
Di seguito, tutte le risposte delle ragazze e dei ragazzi delle nostre due quinte.
Quel che mi riempie di soddisfazione, oltre la diffusa consapevolezza dell'utilità di un compito personalizzato, che vada davvero a rinforzare le necessità di ciascuno, sono le 35  volte (su 53) in cui viene ripetuto: un libro da leggere.
N. B.
A precisa domanda, nessuno ha detto di averlo fatto per compiacermi. Spero siano stati sinceri.

Qualche pagina del libro di lettura da leggere, tipo dieci, non so, e qualche poesia da scrivere
Esercizi per scrivere meglio, calligrafia
Per me un libro da leggere
Scrivere una poesia, allenarci a leggere leggendo un libro
Niente
Qualcosa di grammaticale e un libro da leggere
Qualche analisi grammaticale
Compiti di grammatica e anche di italiano sul quaderno blu e anche un libro da leggere
Un libro da leggere e scrivere sul taccuino
Scrivere un testo su come abbiamo passato il Natale e leggere un libro
Leggere un libro, ripassare i verbi e scrivere un testo
Leggere un libro
Leggere un libro e qualche esercizio per imparare a fare meno errori
Leggere un libro, studiare un po’ di indicativo e congiuntivo, imparare a scrivere in corsivo e per finire qualche esercizio di ortografia
Un libro da leggere e dopo qualche… visto che ognuno ha alcune difficoltà in diverse situazioni come calligrafia e ortografia, esercitarci e mettere le parole su cui siamo ancora in difficoltà nel pronto soccorso ortografico
Leggere un libro come han detto tutti e poi fare una poesia di come abbiamo passato il Natale oppure un testo
A me piacerebbe non avere compiti, però si può leggere un libro massimo
Si potrebbe scrivere un testo e leggere tanto
Esercitarci a disegnare senza il righello per tanto
Leggere uno o più libri, un calligramma per arte e disegni collegati al Natale, scrivere un testo con molte h, oppure un testo o esercitarsi con l’h, pensare al Natale e fare un po’ di frasi o un brainstorming, leggere molto bene un classico del libro di lettura
Leggere un libro e scrivere i regali che abbiamo ricevuto a Natale
Meglio che ci dai i compiti da leggere un libro e esercitarci sull’ortografia
Fare il riassunto del libro che abbiamo letto
Leggere un libro e poi scrivere sul taccuino il giorno più bello che abbiamo trascorso nelle vacanze di Natale e fare il riassunto del libro che abbiamo letto
Leggere un libro che superi 120 pagine, e poi ci darai degli esercizi sul libro di grammatica
Esercitarci sull’indicativo e congiuntivo chi non riesce a ricordarselo, leggere un libro e scrivere come hai passato le tue vacanze
Tu guardi una cosa che c’entra con il Natale e ci fai una poesia

Dei compiti delle vacanze che siano adatti a tutti, nel senso che anche chi non conosce proprio bene la nostra lingua possa fare i compiti, ma anche chi la conosce bene possa ricordare le cose fatte in questo anno
Un libro da leggere e fare un compito che ogni bambino sente il bisogno di esercitarsi
Degli esercizi sulla grammatica e un libro da leggere
Per me un po’ bisogna darli, però un po’ no, così puoi passare più tempo con la tua famiglia. Più esercizi su cose che non ci siamo esercitati tanto durante l’anno
Ognuno se sa che non è molto bravo in una cosa può esercitarsi in quella cosa che non riesce bene e leggere almeno un libro
Niente
Leggere un libro
Pochissimi compiti, dipende da chi ha difficoltà in una cosa fa quella cosa e chi ha difficoltà in un’altra fa l’altra e un libro da leggere
Un libro da leggere ma tutti uguali e quando si ritorna a scuola riflettere sul libro
Un libro e poi una cosa che non sai molto bene ripassarla
Magari una sola cosa per bambino, magari a scelta, magari un bambino fa fatica a scrivere si esercita un pochino, o un libro per chi fa fatica a leggere, o da studiare così ogni giorno impara qualcosa di nuovo
Secondo me un libro da leggere oppure delle pagine sul libro di lettura e dopo a ogni bambino se gli viene in mente un esercizio da fare su qualcosa che non sa bene, fa un esempio, te lo da a te e tu gli dici se va bene
Un libro da leggere e poi un testo su cui si deve scrivere il riassunto di quel libro, e poi ripassare i verbi o gli aggettivi
Un testo da scrivere sulle vacanze, come le hai passate e cosa hai fatto, poi ognuno si trova degli esercizi su delle cose che magari ha più difficoltà e poi li porta a scuola, e non leggere un libro, perché abbiamo già quello della biblioteca della classe
Niente
Io vorrei un libro da leggere e degli esercizi sul congiuntivo e su se+congiuntivo, condizionale
Niente
Un libro da leggere e che ognuno di noi faccia un compito su una cosa che non sa tanto bene
Non così tanti né così pochi, un libro da leggere o studiare i verbi
Un libro, ma non libri libri, i libri da completare, un libro con poche pagine, almeno lo puoi finire subito e puoi passare le vacanze con la tua famiglia
Se si riesce, due libri da leggere, studiare e imparare di più le regole dell’ortografia
Io ne vorrei pochi, che sono: degli esercizi sui verbi, visto che hai detto che ci farai la verifica e scrivere sul taccuino come passerai le vacanze
Anch’io ne vorrei pochi e sono completare sul libro le pagine tipo Invalsi e poi scrivere, cioè…fare dei piccoli esercizi per la verifica che abbiamo fatto e quella che dobbiamo fare
Io almeno un libro da leggere e un disegno sul Natale
Pochi compiti e un libro da leggere, e basta. Solo le cose che di solito facciamo più errori