venerdì 30 agosto 2013

PoeGLIe...



Viaggi in bottiglia

Ogni piccolo viaggio che ho fatto
l’ho trascritto su qualche biglietto.

 
Un biglietto in  ogni bottiglia,
le ho mandate al largo per miglia.

 
Se col tempo qualcosa mi scordo
è nel mare il mio diario di bordo.

 
CHIARA CARMINATI, Poesie per aria, Topipittori

 

 

Figlio

 
Oggi nasce da ieri
Non lo so come fa
Fino a ieri non c’eri
Mentre oggi sei qua
Pesce è figlio di pesce
Anno nasce da anno
Foglia su foglia cresce
Non lo so come fanno
Così mi meraviglio
Poi non ci penso più
Non lo so cos’è un figlio
Però so che sei tu

 
BRUNO TOGNOLINI, Mammalingua, Edizioni Tuttestorie

 

 

sulla soglia della biglia
uno sbaglia aglio e bottiglia
e in pattuglia
od in squadriglia
si può prendere una triglia
per maniglia della maglia
meglio l’aglio
sulla biglia
che la triglia sulla soglia

 
BRUNO MUNARI, Alfabetiere, Corraini

 

 

Quando coniglio
senza consiglio
con la coniglia
fece famiglia,
gli nacque un figlio
e poi una figlia,
poi un altro figlio
e un’altra figlia.
Ora coniglio
senza consiglio
ha una famiglia
lunga tre miglia.

 
ROBERTO PIUMINI, Albero Alberto aveva una foglia, Mondadori

 

 

Non passa

 
Non passa
la fame di miglio
alla famiglia
del passero.

 
ROBERTO PIUMINI, C’era un bambino profumato di latte, Mondadori

 

 

Canzonetta del Bisbiglio

 
Bisbiglio
è una piccola voce
comincia con bi
continua con sbi
finisce con glio.

 
È un respiro
di parole sottili
che si fanno
appena sentire.

 
Puoi dire:
elefante
montagna palazzo
gigante
enorme infinito
con un filo di voce;
puoi dire
le cose più grosse
se le parli a bisbiglio
con la tua voce
che quasi non parla
e che sottovoce
sembra che tace.

 
Sossssss
piro piro
bissssss
biglio biglio
soffffff
fio fio
fiiiii
ato ato
vo vo
ce ce
bas bas
sa sa
vo vo
ce ce
bas bas
sa sa
vo vo

 
PIERO FORMENTINI, C’era c’è e ci sarà, Nuove Edizioni Romane

 

 

25 gennaio

 
Filastrocca del CONIGLIO
che lo rincorro ma non lo piglio,
che se con garbo gli do una carota
lui la rimpiatta dentro una gota,
che ci rimango come un babbeo
quando col naso mi fa marameo!

 

 

17 luglio

 
Filastrocca del CONIGLIO NANO
che sta tutto in una mano,
dorme nella sua cuccetta,
fa pipì nella cassetta,
che in mancanza di trifoglio
mi ha mangiato …il portafoglio!

 
NICOLETTA CODIGNOLA, Millanta, la gallina canta, Fatatrac

 

giovedì 29 agosto 2013

GLI come Guglielmo ( un signore, un verme...e qualche coniglio)




Quanti amici a tavola! Oggi è il compleanno del signor Guglielmo che, come tutti gli anni, decide di andare al ristorante a festeggiare con una scorpacciata del suo piatto preferito. Il bello è che cammin facendo si uniscono a Guglielmo un sacco di amici animali, tutti buongustai come lui e con un'idea ben precisa di quale sia il cibo più buono al mondo. Il problema è che all'ora di pranzo è normale avere una fame da lupo soprattutto se si è un lupo! Per fortuna anche lui ha un piatto preferito e non è né il signor Guglielmo, né uno dei suoi amici: è la torta soffice soffice che gli cucinava la sua mamma. Potrà ordinarla al ristorante?



Come incomincia:


“Oggi è il compleanno del signor Guglielmo e, come ogni anno, decide di pranzare al ristorante.
Rifà il letto e piega il pigiama; indossa i pantaloni, la giacca verde e il berretto.
Mette anche una sciarpa che gli ha fatto papà. E guarda un po’…è ora di pranzo.
Un grosso topo fuma accanto alla porta.–Dove vai, signor Guglielmo?
-Vado al ristorante, a mangiarmi un buon tiramisù, perché oggi è il mio compleanno ed è il dolce che mi piace di più.
-Buona idea-, squittisce il topo.–Tuttavia preferisco la fonduta di gruviera; ci sarà al ristorante?
-Sicuramente-, risponde Guglielmo, -è un ristorante eccezionale.
-Allora vengo con te.”

VAUGELADE A., Il compleanno del signor Guglielmo, Babalibri

P.s.

A proposito di “leggere senza stereotipi”:vi siete accorti, vero, che la sciarpa del signor Guglielmo l’ha fatta papà? Non è certo un’informazione di poco conto…







Guglielmo è un vermetto che vive solo e soletto a sinistra di un albero. Anche Marta è un vermetto e vive sola e soletta a destra dell'albero. Un bel giorno, una grossa pera succosa cade per terra nel giardino e Guglielmo e Marta si ritrovano legati da molti punti di vista...

HORACEK P., Guglielmo e Marta, Phaidon






Nel bosco di Giulio Coniglio è arrivata la fantastica scuola ambulante di Leo lupo. Giulio e i suoi amici non sono mai andati a scuola e sono emozionati... Chissà che lezione farà Leo lupo! Il maestro decide di insegnare a tutti a scrivere il proprio nome. Certo non è facile, ma gli allievi ce la mettono tutta e alla fine... che soddisfazione!

Come incomincia:

"Oggi Giulio Coniglio è andato nel bosco a raccogliere mele con i suoi amici.
Il topo Tommaso è salito sull'albero per vedere chi sta arrivando.
Ecco...è arrivato lo straniero. E' veramente un lupo.
Il maestro lupo mostra a tutti la sua fantastica scuola ambulante. Poi presenta la sua assistente Dorothy Cornacchia, che parla solamente inglese.

COSTA N., Giulio Coniglio alla scuola di Leo Lupo, Franco Cosimo Panini Editore







Il coniglietto Ricki ha un problema molto grosso: uno dei suoi orecchi penzola verso il basso. Naturalmente tutti i suoi amici lo prendono in giro e si sbellicano dalle risate ad ogni tentativo di nascondere o correggere questo suo difetto: appendersi ad un ramo a testa in giù, nascondere gli orecchi sotto un copriteiera della nonna, infilare una carota nell’orecchio o steccarlo con un po’ di spago e un ramoscello secco.
Il dottore lo rassicura: non c’è nulla di strano, tutti gli orecchi sono diversi. E può sempre insegnare agli amici come fare per diventare uguali a lui.

Come incomincia:

“Ci sono conigli grassi e conigli magri, conigli alti e conigli bassi, conigli intelligenti e conigli sciocchi, conigli puliti e conigli sporchi, conigli maschi e coniglie femmine. E tutti hanno due lunghi orecchi.
Anche Ricki ha due lunghi orecchi, solo che…uno dei due è diverso. Gli orecchi dei conigli dovrebbero stare dritti dritti, TUTTI E DUE! L’orecchio destro di Ricki, invece, PENDE ALL’INGIU’ come uno strofinaccio!
-Ehi, orecchio floscio!- lo prendono in giro gli altri conigli. –Tira su quegli orecchi, fai come noi.”

VAN GENECHTEN G., Ricki, Clavis









Al Signor Coniglio non piacciono più le carote. Grande è la curiosità di scoprire cosa mangiano gli altri animali. È scettico. Ma quando scoprirà di essere il piatto preferito della volpe... squisite saranno le carote.

BOUJON C., Buon appetito, Signor Coniglio!, Babalibri











Questa è la storia di Giò Carota, un piccolo coniglio che era stanco di sentirsi chiamare «mio piccolo coniglio». Per dimostrare agli adulti di non esser più il loro piccolo coniglio, Giò Carota decise di diventare il peggior coniglio mai visto prima. Iniziò a fare dispetti, a trattare male gli altri… ed era destino che finisse male. Ma grazie all’amicizia con Tom Rapanello, un altro coniglio ancora più piccolo di lui, le cose cambiarono e anche Giò Carota trovò il suo posto all’interno della comunità della foresta.

SOLOTAREFF G., Non chiamatemi mai più mio piccolo coniglio, Babalibri







Quattro libri nei quali si ritrovano un sacco di papà che fanno di tutto per far divertire i propri figli! Raccolti in un piccolo cofanetto per poterli leggere ovunque, i quattro titoli sono: Papà re, Papà spinge, Papà coniglio, Papà dà i bacini. Un lettura di gran divertimento per i piccolissimi lettori.

LE SAUX A., Papà coniglio (in La scatola dei papà),Babalibri



mercoledì 28 agosto 2013

PoeSCIE...con gente che nasce, scimmie, bisce, pesci...




La gente nasce

La gente nasce
esce dall’uovo-terra
esce dalla mamma.
La gente cresce
gioca nell’erba, parla,
si ammala, guarisce.
La gente cambia
guarda, arrossisce
manda baci, dà baci.
La gente si unisce
lavora, capisce, non capisce
cerca di esser felice.
La gente fa figli
o non fa figli
tenta qualcosa, riesce, non riesce.
La gente invecchia
ricorda, si riposa
ride, piange, si assopisce.
La gente tossisce
lascia la gente, muore
esce dal tempo
rientra nell’uovo-terra.
La gente torna
nella terra-mamma.

PIUMINI R., IO mi ricordo quieto patato…, Nuove Edizioni Romane








Filastrocca dei versi delle bestie

Cosa dice quell’uccello che garrisce?
Cosa risponde quell’elefante che barrisce?
Che ne pensa quel cavallo che nitrisce?
Che vuol dire quel leone che ruggisce’
Sono tutti chiacchieroni, dai gorilla ai calabroni
Tutti parlano, però chi li capisce?


TOGNOLINI B., Rima rimani, Salani







lascia che scivoli
la scimmia moscia
lungo la fascia con la camoscia
la scimmia scivola
la fascia è liscia
ma sulla sciabola
c’era una biscia

MUNARI B., Alfabetiere, Corraini








Cola Pesce

Si è tuffato Cola Pesce
in fondo al mare
e più non esce.
Era sceso per cercare
il diamante del suo Re.

Piange il Re
piange dolente.
Piange per Cola
o per il diamante?

FORMENTINI P., C’era c’è e ci sarà, Nuove Edizioni Romane








Una biscia, a Brescia, lascia
il tempo che trova;
se attraversa sulle strisce
nessuno la approva.


Se all’alba l’erba è viscida
la biscia liscia scivola
dalla cima del Tuscolo
senza muovere un muscolo.


Se ad Altopascio piove a scroscio i mosce-
rini non sono scemi: vanno a sciami
a comprarsi l’ombrello e le calosce.


Se moscerini scemi vanno a sciami
da Pescia ad Altopascio e piove a scroscio
la gita va a finire a scatafascio.


SCIALOJA T., Quando la talpa vuol ballare il tango, Mondadori






Formula per far crescere

Stagioni vengono, stagioni vanno
Sole padrone, luna madrina
Cresci di un giro, tronco dell’anno
Cresci di un giorno, piantina!


TOGNOLINI B., Le filastrocche della Melevisione, Gallucci








1 aprile

Filastrocca del PESCE D’APRILE
che è un pesciolino primaverile,
non sta nel fiume, non sta nel mare
non ha neppure imparato a nuotare:
ma anche quando non sono in vena
me lo ritrovo…attaccato alla schiena!


CODIGNOLA N., Millanta, la gallina canta, Fatatrac




CIPITI’

Cacciatore caccia camosci,
calciatore calcia cosce,
cavalieri cavalca così:
e io cerco solo una C.

Pescatore prende pesce,
pastorello pecora pasce,
pisellino piscia pipì:
e io prendo solo una P.

Tartufaio trova tartufi,
tessitore tesse tessuti,
topo timido trasalì:
e io trovo soltanto una T.

PIUMINI R., C’era un bambino profumato di latte, Mondadori









Scimpanzè

Hai mai visto
scimpanzé
zoppicare?

È perché
stanno sempre sulle piante

Caviglie slogate
ginocchia sbucciate

Nel regno delle scimmie
non sono tante.


Biscia

Hai mai visto
una biscia sulla scia
di un camoscio
che scia?

Anziché starnutire
col naso
ghiacciato

preferisce dormire
su un sasso
assolato.

McGOUGH R., Bestiario immaginario, Gallucci





C’era una svolta pericolosa
soprattutto quand’è scivolosa:
molte macchine spericolate
su quella curva si son rovesciate.
Ma il papà furbo la prende pian piano
e anche stavolta ce la caviamo.

CELLA L., Un monello sul cammello, Edizioni Elle

martedì 27 agosto 2013

SCE come pesce




Un altro imperdibile albo di Leo Lionni, per parlare di identità e amicizia.

Un pesce e un girino nuotano in uno stagno; sono amici per la pelle, finché il girino cambia e si trasforma in rana, per lo sconcerto dell’amico. Dopo un viaggio sulla terra, la rana torna nello stagno, ricca di nuove esperienze. E il pesce?

Come incomincia:

“Al confine del bosco c’era uno stagno dove un pesciolino e un girino nuotavano tra le alghe. Erano amici inseparabili.
Un mattino il girino scoprì che, durante la notte, gli erano spuntate due zampette.
-Guarda-, disse, -sono una rana!
-Sciocchezze-, disse il pesciolino, -“come fai ad essere una rana se fino a ieri eri un pesce proprio come me!
Litigarono e litigarono finché alla fine il girino disse: -Le rane sono rane e i pesci sono pesci.
Nei giorni successivi al girino crebbero altre due zampe, mentre la coda diventava sempre più corta.
Finché un bel giorno diventò una vera rana e saltò fuori dallo stagno.”


LIONNI L., Un pesce è un pesce, Babalibri


 
Penso alle possibili attività con i bambini:

parole che iniziano, finiscano o contengano SCE/SCI, scritte su due colonne affiancate

invenzione collettiva di filastrocche con le parole del lavoro precedente

ricerca di nomi specifici del nome generico PESCE

disegno di pesci diversi e realizzazione di un grande lago, mare o oceano (se vogliamo possiamo suddividere i pesci in base all’habitat)

costruzione dell’ESCAPESCA (basta realizzare i pesci su base di cartoncino, attaccare ad ognuno una graffetta metallica e costruire due canne da pesca con bastone, spago e calamita finale)

scoperta degli stadi evolutivi dall’uovo al girino alla rana

gioco in palestra LA RETE E IL PESCATORE ( un bambino, solo ad un’estremità della palestra fa il pescatore, tutti gli altri, sul lato opposto, sono pesci; al via il pescatore corre incontro ai pesci, che devono raggiungere il lato opposto senza mai arretrare. Quando il pescatore cattura dei pesci, li tiene per mano a formare una rete, che rende sempre più difficoltoso per i rimasti sfuggire alla cattura)

realizzazione di PESCI D’APRILE (ma solo se siamo nel periodo giusto, altrimenti potrebbero chiamarsi pesci di marzo o di maggio)…

lunedì 26 agosto 2013

SCI come scimmie (due, in cucina)


Quando scrivo di un libro, cerco di non “allargarmi” troppo: non ho le competenze per una recensione, o una lettura critica, e quindi mi limito ad una breve trama e al “Come incomincia”.
Nel riportare l’incipit di ogni albo, cerco di essere il più fedele possibile: maiuscole, punteggiatura, virgolettato… Solitamente vado a capo ad ogni cambio di pagina (qualcuno si ricorda il campanellino delle “Fiabe sonore”?) e cerco di rispettare la forma e la struttura del testo.

Poi, certo, talvolta mi vengono spontanee alcune domande; ad esempio, a Giovanna Zoboli, autrice di

Topipittori - Due scimmie in cucina  - copertina


chiederei perché nel suo testo non ha usato né le maiuscole (tranne una volta, per Michele: perché solo quella volta, mai prima o dopo?), né il punto, ma solo due volte i due punti, tre volte la virgola e una il punto di domanda.

Mi ha messo in un bel pasticcio: come farò a spiegare ai miei alunni che invece noi i punti, le virgole e le maiuscole dobbiamo usarle sempre, ogni volta che servono, e non, come i veri scrittori, quando lo crediamo giusto?

Insomma, Michele (con la maiuscola, naturalmente!) sa tutto delle scimmie: e tutto ciò che sa l’ha letto in un libro. Sa così tante cose che può addirittura trasformarsi lui stesso in una scimmia, e convincere la sorella, inizialmente un po’ antipatica (e anche un po’ fanfarona) a trasformarsi anch’essa in scimmia e a salire sugli armadi di cucina, dove, ammetterà, si sta proprio bene. 

Come incomincia:

“c’era un bambino di nome michele
e più di tutto gli piacevano le scimmie

 
le scimmie
aveva letto in un libro
abitano sugli alberi
e non scendono mai
scendono solo
quando passa una giraffa
per dispetto:
per farle chinare il collo

 
le scimmie abitano insieme
in gruppo
mangiano frutta
ascoltano musica
ballano
e perseguitano le formiche

 
quando c’è la luna piena, diceva il libro
le scimmie diventano romantiche
si fanno dichiarazioni d’amore
si regalano fiori
e stanno sveglie fino al mattino
per aspettare il sorgere del sole
e infine s’addormentano…”

 
ZOBOLI G. – SCARABOTTOLO G., due scimmie in cucina, Topipittori

 
Qui, http://www.topipittori.it/it/approfondimenti/due-scimmie-cucina sul sito dei Topipittori, la guida alla lettura.