venerdì 28 giugno 2013

S come Silvestro



L’asinello Silvestro ama collezionare sassolini dalle forme e dai colori più strani, e un giorno ne trova uno bellissimo. È un sassolino magico che esaudisce i desideri!

Ma ai desideri bisogna stare attenti: quando si incontra un leone affamato può capitare di esprimere quelli più sbagliati…

 
Come incomincia:

 
“Silvestro Isadori abitava insieme al suo papà a e alla sua mamma in Via delle Ghiande, a Borgo Avena.

Uno dei suoi passatempi preferiti era raccogliere sassolini dalla forma e dal colore insoliti.

Durante le vacanze, in un sabato in cui pioveva a dirotto, Silvestro trovò un sassolino davvero diverso da tutti gli altri. Era di un rosso acceso, lucido e perfettamente rotondo, come una biglia. Mentre esaminava questa pietra straordinaria, Silvestro cominciò a rabbrividire, forse per l’eccitazione, e sentiva la pioggia fredda inzuppargli la schiena. –Quanto sarebbe bello se smettesse di piovere!- disse.

Con sua grande sorpresa, la pioggia cessò. Non poco alla volta, come fa di solito. No: molto semplicemente, SI FERMO’ DI COLPO. Le gocce sparirono prima ancora di arrivare a terra, le nuvole scomparvero, tutto era perfettamente asciutto e il sole splendeva come se la pioggia non ci fosse mai stata.”

 
STEIG W., Silvestro e il sassolino magico, Mondadori


 
Proposte per la didattica: lingua italiana

 
La consonante S

 
Un magico sassolino: chi non vorrebbe avere tra le mani qualcosa che possa realizzare qualunque desiderio?

Scriviamo alla lavagna la frase

 

SILVESTRO TROVA UN MAGICO SASSOLINO ROSSO

 

e chiediamo ai bambini di illustrarla. In alternativa, lasciamo che ognuno disegni un passaggio della storia e scriva la didascalia in autonomia.

 
Riflettiamo insieme: sarebbe bello trovare UN MAGICO SASSOLINO ROSSO che possa esaudire ogni nostro desiderio? Perché? Cosa chiederemmo al sassolino?

In un secondo tempo, scriviamo alla lavagna la frase

 
SE TROVASSI UN SASSOLINO MAGICO, GLI CHIEDEREI DI…

 
oppure

 
SE TROVASSI UN SASSOLINO MAGICO, VORREI…

 

Abituiamo in questo modo i bambini al corretto utilizzo di congiuntivo e condizionale.
 
Se desideriamo ampliare questa attività, possiamo realizzare, oralmente oppure graficamente, sul quaderno o su un foglio, il gioco del
 
SE FOSSI…
 
Pieghiamo un foglio in 8 parti e su ognuna scriviamo

SE FOSSI                  SAREI         
 
Decidiamo poi con i bambini quali categorie vogliamo prendere in considerazione. Alcuni esempi, solitamente molto richiesti: ANIMALE, CIBO, DOLCE, GIOCO, FESTA, OGGETTO, LIBRO, STAGIONE, GIORNO DELLA SETTIMANA…
In ogni spazio scriviamo una categoria e chiediamo ai bambini di completare con la parola adatta e con il disegno.


 

giovedì 27 giugno 2013

B come Buonanotte


Ci sono parole che ci trasportano in un altro mondo, qualsiasi età noi abbiamo: BUONANOTTE  ci porta nel mondo incantato delle fiabe, dell’infanzia, dei sogni… Un mondo di storie ascoltate o lette prima di spegnere la luce, un mondo di baci e carezze sui capelli, un mondo di pensieri che piano piano sfumano nei sogni.

Ci sono moltissimi libri per bambini che fanno di questo momento il protagonista della storia narrata: c’è solo l’imbarazzo della scelta!

 

Tutto deve essere perfetto quando Orso decide di andare a dormire. Orso non sopporta il baccano del vispo topolino, ma quando il piccolo amico si addormenta…

Come incomincia:

“Quando arrivava l’ora di andare a dormire, Orso preparava tutto con grande cura. Appoggiava il bicchiere d’acqua sull’angolo destro del comodino. Sprimacciava il suo cuscino preferito e si infilava il berretto da notte.

Una sera Orso sentì bussare alla porta.

Aprì e vide il topolino piccolo, grigio e con gli occhi sfavillanti. Aveva con sé una valigetta.

-Sono venuto a passare la notte qui!- esclamò il topolino facendo vibrare i baffetti.

-Ma eravamo d’accordo per martedì prossimo- protestò Orso.

-No- disse il topolino. –Sono sicuro che avevi detto questa sera.

-In questo caso…- disse Orso.”

BECKER B., Buonanotte, Orso!, Nord-Sud




L’albo offre molti spunti per la conversazione con i bambini e la successiva produzione scritta.


Alcune possibili domande, utili anche per verificare ascolto e comprensione:

·         Chi bussa alla porta di Orso?

·         Orso ne è contento? Perché?

·         Ha già avuto ospiti per la notte?

·         Quale raccomandazione fa Orso al topolino?

·         Cosa fa invece Il topolino?

·         Ad un certo punto Orso si arrabbia moltissimo (lo si capisce anche dal testo, scritto in un carattere molto grande e grassettato; mostriamolo ai bambini). Cosa fa allora il topolino?

·         E poi, cosa succede?


Ricostruire in questo modo la storia aiuta a imparare ad utilizzare i connettivi logico-temporali (PRIMA – POI – INFINE…).

Proponiamo ai bambini, dopo aver riletto le azioni di Orso prima di dormire


Orso appoggiò il suo bicchiere d’acqua,

si sistemò il berretto,

sprimacciò il suo cuscino preferito,

si mise a letto e chiuse gli occhi.


di farle precedere dai connettivi temporali adatti


PRIMA Orso appoggiò il suo bicchiere d’acqua,

POI si sistemò il berretto,

IN SEGUITO sprimacciò il suo cuscino preferito,

INFINE si mise a letto e chiuse gli occhi.


Successivamente chiediamo loro di descrivere le azioni che essi compiono prima di andare a letto.

Se preferiamo svolgere un lavoro collettivo, scegliamone tre comuni a tutti i bambini e scriviamole sul quaderno.


PRIMA INDOSSO IL PIGIAMA

POI LAVO I DENTI

INFINE VADO A LETTO.


Se invece desideriamo stimolare la produzione personale, chiediamo ad ognuno di loro di scrivere le proprie azioni, aiutando chi si mostrasse in difficoltà.




Paure … di notte!


                        


La storia subisce un brusco capovolgimento quando, finalmente, il topolino sembra essersi addormentato. È proprio in questo momento che emergono le paure di Orso, che, spaventato da ogni più piccolo rumore, non riesce più a dormire.

Chiediamo ai bambini se sia successo anche a loro di avere paura, la notte, e cos’hanno fatto in quella circostanza. Mettere a confronto e condividere ansie e paure è il modo migliore per cominciare ad affrontarle e superarle.

Sul quaderno possiamo scrivere

ORSO DI NOTTE HA PAURA (DEI RUMORI)

IO DI NOTTE HO/NON HO PAURA, PERCHE’…(oppure DI ...)


 
Storie della buonanotte
“-Aspetta!- disse Orso.
-Immagino che adesso vorrai che ti legga una fiaba- disse Orso. -Per tranquillizzarti.
-Per tranquillizzarmi? Oh, sì. Sono un po’ agitato.
Poi si sdraiò impaziente sul cuscino preferito di Orso.
E Orso gli raccontò le avventure dell’Orso Coraggioso e del Topolino Pauroso.”
Come non condividere le parole di Orso? È proprio una fiaba quel che ci vuole per cacciar via le paure e riuscire finalmente ad addormentarsi sereni.
Chiediamo ai bambini se la lettura ad alta voce da parte di un grande sia per loro un’abitudine o invece qualcosa che accade solo di tanto in tanto. Chiediamo anche quali siano i loro libri preferiti (prima di dormire o in qualsiasi altro momento della giornata) e proponiamo loro di portarli a scuola per farne una piccola “recensione”.



Ecco quindi alcune "storie della buonanotte":




Guido adora giocare agli indiani. Ogni occasione è buona per infilarsi un copricapo di piume e affrontare il nemico, i bisonti, i pericoli della prateria...
La giornata di Guido è la giornata di un vero pellerossa. Una lite ai giardini, l'ora del bagno, l'ora di cena: tutto, proprio tutto si trasforma in una sfida. Chi vince? Chi perde? Difficile decidere: un autentico capo indiano non si arrende mai. Quasi mai.

Come incomincia:

"A Guido piace molto giocare agli indiani. E quando gioca agli indiani, Guido non è più Guido. Adesso è il Grande Capo Bisonte Che Calcia.
I giardini sono un bel posto per giocare agli indiani. E' pieno di nemici, qui. Bisonte Che Calcia ne ha appena visto uno.
Eccolo che si nasconde dietro quel cespuglio. Sì, è proprio lui: Marco Piedi Che Pestano. 
Ieri gli ha preso una macchinina. Adesso Guido va a riprendersela. Avanza senza farsi sentire, come un vero indiano.
Bisonte Che Calcia e Piedi Che Pestano fanno una danza di guerra. Poi fanno anche la guerra."

MASINI B., Buonanotte, Piccolo Sonno, Fabbri





Una formica e un bimbo piccolo...molto piccolo!

Come incomincia:

"Mi fai il solletico

Sento i tuoi passi

Adesso ti prendo

Attenta che ti mangio..."

SANNA A., La formica della buonanotte, Emme edizioni






Storie ricamate intorno a bellissimi quadri per fare sogni...di tutti i colori. Principesse, draghi, angioletti, ma anche vermetti, asini e mucche per non parlare di giganti e tanti altri personaggi che ci raccontano la loro storia e le loro avventure  prima di spegnere la luce e andare a dormire.
Da Leonardo da Vinci a Van Gogh, da Raffaello a Klimt, da Caravaggio a Canaletto: un viaggio fantastico in un mondo di colori.

Come incomincia:

"Guidoriccio e il mistero del gioco a nascondino
98...99...100! Guidoriccio si tolse le mani dagli occhi e si guardò intorno. Non si vedeva anima viva. L'accampamento appena poco prima brulicante di soldati sembrava abbandonato, la vallata dove i cavalli pascolavano e i cavalieri si allenavano a duellare era deserta.
-Certo che a giocare a nascondino sono davvero bravi!-, disse fra sé e sé il condottiero, fiero del suo esercito. In effetti le truppe sembravano svanite nel nulla con tanto di cavalli, alabarde, vettovaglie e quant'altro."

CAPPA LEGORA C., Storie della buonanotte per sogni coloratissimi, Skira Kids

martedì 25 giugno 2013

B come baci




Bocca che beve, becco che batte

Bava di luna, bevi il mio latte

Burro di stelle, quanto mi piaci

Bocca di bimbo di babbo di baci

               

B. Tognolini, Mammalingua

 
 


L’arte del bacio

Due che si amavano si volevano baciare,

ma proprio non sapevano come fare.

Così in tanti modi affettuosi si salutarono

e risero quando le bocche s’incontrarono:

non immaginavano che baciare

era tanto facile da fare.

 

                W. Schubiger, Due che si amano, edizioni e/o

 
 
 


Se busso

la lepre

che m’apre

mi copre

di baci

la punta

del naso

mi dice:

“Mi piaci!

Per puro caso.”

 

                T. Scialoja, Quando la talpa vuol ballare il tango, Mondadori

 
 
 


Contro i grandi appiccicosi

 

Non voglio salire sui vostri ginocchi

Non voglio carezze né baci sugli occhi

Niente solletico né pizzicotto

E io non mi chiamo leprotto

 

                B. Tognolini, Mal di pancia calabrone, Salani
 
 
 
Una principessa vive con la sua mamma Regina in un bel castello. Una mattina, vuole dalla mamma tanti baci ma la Regina ha troppo lavoro da sbrigare con i visitatori per soddisfare il suo desiderio. Consiglia quindi alla principessa di andare alla ricerca della Regina dei baci. La principessa parte con un piccolo aereo rosso. Incontra la Regina delle torte, la Regina dei gatti, la Regina dei fiori e altre ancora, ma nessuna Regina dei baci. Solo quando sarà tornata a casa scoprirà chi è veramente.



AERTSSEN K., La Regina dei baci, Babalibri
 
 
 


 
Zippo Zampa non ama lavarsi i denti, l`ordine, i vestiti stirati, studiare, stare seduto composto, svegliarsi la mattina, sentirsi chiamare "amore" o "Babà al Miele", ma se c`è una cosa che odia davvero sono i baci della mamma. Da uno dei più grandi autori contemporanei per bambino una storia che è oramai un classico.

UNGERER T., Niente baci per la mamma, Nord Sud







“Mamma! Non voglio baci questa sera! Basta!
Sono stufo di essere stretto, stritolato, strozzato, spupazzato, stra-baciato!
I baci mi bagnano tutta la faccia!
Sono roba da piccoli!
Non li voglio,
non li voglio!
Mi pizzicano, mi prudono, mi lasciano un segno rosso e rotondo!
BASTA!!!”
MONARI M. – SOUVAGNAC V., Zero baci per me, Zoolibri
 
 
 
 
Il principe vuole un bacio: il bacio più dolce dalla fanciulla più dolce. Oggi è il grande giorno: il palazzo è gremito di fanciulle e il principe farà la sua scelta. La signorina colibrì, la signorina ippopotamo, la signorina gatta nera, la signorina riccio...Chi sarà la principessa al bacio?
RINCK, Una principessa al bacio, Lemniscaat






Gli anatroccoli amano i baci QUA QUA. E gli altri animali? Apri questo libro e scopri tutti i baci del mondo!
Tenero, dolcissimo, irresistibile: Tutti i baci del mondo è il libro da leggere con il proprio bambino in braccio, facendolo ridere con i baci MUUU, i baci BEEE, i baci MIAO e i baci QUACK, che si susseguono a ogni pagina per finire con il bacio più bello di tutti, che è quello della mamma.
Un libro ideale per i piccolissimi, con illustrazioni tradizionali, piene di dettagli da trovare e una storia semplice e divertente.

TAFURI N., Tutti i baci del mondo, Il castoro
 
Grandi baci da elefante o bacini da formica, baci che fanno solletico e baci da eschimese… in questo libro troverete tutti i baci del mondo!
SANDERS A., Tutti i baci del mondo, Babalibri





Billo gira per la casa in cerca di baci. Vuoi aiutarlo? Apri la porta, le finestre, l'armadio. Solleva le tende, la copertina, il cuscino e scopri la casa di Billo!
BIELINSKY C., La casa dei baci, Apejunior
 
 

 
Zeb parte per il campo estivo. Vuole dimostrare a tutti di essere grande ma sa che gli mancheranno i baci di mamma e papà. «Non ti preoccupare, sappiamo come fare», gli dicono i genitori. E così preparano un’abbondante scorta di baci. A Zeb, quando si sentirà triste, basterà aprire la scatola e prendere un fogliettino con su i baci di mamma e papà. La scorta di baci consolerà non solo Zeb ma anche molti suoi compagni di viaggio.
GAY M., Zeb e la scorta di baci, Babalibri
 

lunedì 24 giugno 2013

B come bradipo (ovvero Elogio della lentezza)


In un mondo dove tutto corre sempre più in fretta, una storia di lentezza.
Il perché lo spiega l’autore stesso, Eric Carle, sulla quarta di copertina.

Perché abbiamo sempre tanta fretta?
Sempre a correre. Correre. Correre.
Galoppiamo di qua e di là. Mangiamo al fast food.
Facciamo un paio di giochi al computer e poi - clic!eccoci davanti alla TV.
Tutti ci dicono di sbrigarci.
Svelti! Il tempo vola! Datevi una mossa!
C’è così poco tempo per starsene con gli amici, ammirare un tramonto, guardare un cielo stellato.
Ah, se potessimo imparare – anche solo un pochino – dall’amabile bradipo che adagio, adagio, adagio striscia lungo un ramo d’albero, mangia un poco, dorme un sacco e vive in pace.

Le magnifiche illustrazioni dell’autore ci mostrano, oltre al protagonista, tutti gli animali che vivono nello stesso habitat: il porcospino, l’anaconda, il puma, il caimano, il formichiere…
Ognuno di loro, passando accanto al bradipo, sembra chiedersi, come fanno la scimmia urlatrice, il caimano o il giaguaro, perché sia così lento, noioso, pigro.
Il bradipo pensa, riflette, medita per tanto, tanto, tanto tempo, finché spiega che, semplicemente, gli piace fare le cose adagio, adagio, adagio.

Come incomincia:

“Adagio, adagio, adagio, il bradipo striscia lungo un ramo d’albero.
Adagio, adagio, adagio, il bradipo mastica le grandi foglie verdi.
Adagio, adagio, adagio, il bradipo si addormenta.
Adagio, adagio, adagio, il bradipo si sveglia.
Per tutta la giornata il bradipo sta sull’albero, appeso a testa in giù.
Per tutta la notte il bradipo rimane sull’albero, appeso a testa in giù.
Perfino quando piove il bradipo sta sull’albero, appeso a testa in giù.”

CARLE E., “Adagio, adagio, adagio” dice il bradipo, Mondadori


Riflettiamo con i bambini su velocità e lentezza.
Quali sono gli animali lenti? E quelli veloci? Ne esistono di lentissimi? E di velocissimi?
E noi, siamo lenti o veloci? Chi di noi si sente lento? Chi veloce?
È più bello essere lenti o veloci? In quali occasioni?
Proponiamo ai bambini di scrivere alcune di queste riflessioni sul quaderno, ad esempio…

LA TARTARUGA E’ LENTA

LA LEPRE E’ VELOCE

IO SONO LENTO/A oppure         IO SONO VELOCE

MI PIACE ESSERE LENTO/A QUANDO…

MI PIACE ESSERE VELOCE QUANDO…

NON MI PIACE ESSERE LENTO/A QUANDO…

NON MI PIACE CORRERE VELOCE QUANDO…


sabato 22 giugno 2013

B come Benvenuto


C’è una parola che mi piace molto, e che usiamo per accogliere i nuovi arrivati: neonati, persone in visita o che resteranno a lungo, talvolta per sempre nelle nostre vite, stranieri che arrivano in una nuova terra…

Benvenuto! Benvenuta! Benvenuti!

Abbiamo sicuramente usato, nella forma orale e scritta, queste parole per accogliere i nostri nuovi alunni il primo giorno di scuola: ora possiamo ritrovarle nel titolo di un libro di poesie di Chicco Gallus, edito da Mottajunior

 

che nasce con il dichiarato intento di dedicare una poesia ad ogni nuovo arrivato, sia che il suo nome appartenga alla tradizione e alla lingua italiana, sia che sia stato portato in dono da altre culture.


Il libro si apre con Dedicata a te, che non te l’aspettavi, in cui ognuno, nell’ultimo verso, può aggiungere il nome desiderato. 
Prosegue poi, in rigoroso ordine alfabetico, con Alice, Dragomir, Felipe, Laura, Maddalena, Muhammad, Sofia, Yasmeen e molti altri; termina infine con la

Filastrocca di tutti quanti

Filastrocca di tutti quanti
come la festa di tutti i santi

aspetta almeno che io lo scriva
il benvenuto ad ognuno che arriva.

Filastrocca un po’ senza fondo
per tutti i nomi che ci sono al mondo:

per Yuri, per Kenule, Koura, Khoudia
per Elena, Greta e per Javairia…

[…]

Aggiungi i nomi di nonna e di zia
cercane altri su Wikipedia

corti o lunghissimi, belli o brutti:
non è una gara, qui vincono tutti.

Perché alla fine quello che resta
è che se nasce un bambino è una festa.

CHICCO GALLUS, Filastrocche di benvenuto, Mottajunior

giovedì 20 giugno 2013

B come bruco

C’è un bruco, nella letteratura per l’infanzia, quanto mai longevo: è il piccolo Bruco Maisazio, di Eric Carle.
Iniziai a lavorare nella scuola dell’infanzia (allora scuola materna) nel 1987: ebbene, uno dei primi libri che ricordo, insieme a Sembra questo, sembra quello, è proprio

 

anche se ho scoperto ora che la prima edizione Mondadori è del 1989, quindi di un paio d’anni successiva; l’avrò incontrato più tardi. Eppure, se penso a un libro della mia “giovinezza didattica”, è questo che mi viene in mente.
Un bruco che mangia il lunedì una mela, il martedì due pere, il mercoledì tre prugne…senza mai riuscire a saziarsi, finché, dopo una solenne abbuffata, con conseguente mal di pancia, ormai grande e grosso, si costruisce il bozzolo, da cui uscirà meravigliosa farfalla.

 
Come incomincia:

 
“Di notte, su una foglia illuminata dalla luna c’era un piccolo uovo.

Ma, una bella domenica mattina, quando si levò il sole, caldo e splendente, dall’uovo  -  crac! – uscì un piccolo bruco affamato…

Subito si mise in cammino alla ricerca di cibo.

Lunedì mangiò una mela, ma non riuscì a saziarsi.

Martedì mangiò due pere, ma non riuscì a saziarsi.

Mercoledì…”

 
CARLE E., Il piccolo Bruco Maisazio, Mondadori



 

 

Un altro bruco, per sfuggire all’appetito di un ghiotto pettirosso, s’improvvisa «un misuratutto». E con questa nuova qualifica comincia a misurare il becco di un tucano, la coda di un fagiano, le zampe di un airone… Quando però gli verrà chiesto di misurare il canto di un usignolo, furbescamente se la svignerà tra i fili d’erba del prato.

 
Come incomincia:

 
"Un giorno un pettirosso affamato vide su un ramo un bruco verde come uno smeraldo e subito aprì il becco per mangiarselo. Il bruco non si perse d’animo e disse: -Ti prego non mi mangiare. Io sono un bruco misuratutto e sono molto utile. Io misuro tutte le cose.

-Davvero?- disse il pettirosso osservandolo incuriosito. –Allora misurami la coda!

-Semplicissimo-, rispose il bruco. –Uno, due, tre, quattro, cinque centimetri: ecco fatto!”

 
LIONNI L., Il Bruco Misuratutto, Babalibri


 

Altri amici con la B



Dieci giorni. Non un minuto di più, non uno di meno. E’ questo il tempo a disposizione dei pulcini per preparare una festa a sorpresa a Violetta Candita.

Dieci giorni di lavoro sotto la guida di Biagio, il pulicino mascherato. E finalmente, la grande festa, con tanti, tantissimi invitati.

Come incomincia:

“E’ l’ora della sveglia drindrin. Biagio, il pulcino mascherato, sveglia tutti gli altri pulcini. Hanno solo dieci giorni per preparare la festa di compleanno di Violetta Candita. Non un giorno né un minuto di più.”

PONTI C., Biagio e il castello di compleanno, Babalibri



Una pecora tanto temeraria da non aver paura del lupo: è Bianca che, stufa dei denti di leone che trova nel prato, decide di andare nel bosco a mangiare i mirtilli. Tanto a proteggerla c’è Paco, il cane da pastore.

E poi via, di corsa verso un’altra avventura: al lago, dove si sporge troppo da rischiare di affogare. Ma per fortuna c’è Paco. E mentre anche Neve, la pecora più saggia, fugge l’ariete scintillante di stelle nel cielo, Bianca s’innamora dell’ariete del branco. Finalmente Paco potrà riposare…almeno fino alla nascita di due pesti di agnellini.

Come incomincia:

“-Padrone, non voglio più badare al gregge con te.

-Perché, Paco? Non ce la fai più a correre dietro a tutte queste pecore?

-Sì, sì, ce la farei. Se non ci fosse Bianca.

-Come Bianca? E’ così dolce e carina.

-E’ anche tanto matta.

-Anche tu quand’eri giovane eri un po’ matto e scappavi sempre di qua e di là.”

VISCONTI G. – MONACO O., Bianca e Neve, Edizioni Arka


 

È una bellissima giornata d’estate. A mollo sul suo salvagente, un bambino sguazza nell’acqua tranquilla. Ciaf, ciaf, ciaf… All’improvviso, però… FLUSH! Qualcosa lo solleva da sotto; è il suo papà, in vena di scherzi. Un attimo dopo, però, qualcos’altro arriva a sollevare bimbo e babbo. È una grossa tartaruga. E poi si aggiunge un tricheco, una balena, una piovra gigante e alla fine persino un gabbiano! La piramide composta da così tante creature è bellissima, emozionante e il bambino non è mai stato così in alto, quando a un tratto… Splash! Tutti cadono in acqua, è tutto da rifare!

Come incomincia:

“È un giorno d’estate. Fa caldo, molto caldo. Tutto è tranquillo. Ciaf, ciaf, ciaf… Galleggio sul mio salvagente.

Toh, delle bolle… Blub…blub…blub… Che cos’è?

Flush! Ma è papà! Blub blub blub

Flush! Aah, aah! È la signora Tartaruga! Brava, signora Tartaruga! Blub blub blub

KASANO Y., Blub blub blub, Babalibri






Ricordate "Tararì tararera"? Ne ho parlato qualche giorno fa. Il linguaggio Piripù torna in un'altra avventura di Piripù Bibi, nuovamente accompagnato dal gonende: ma cosa sarà badabum?

Come incomincia:

"Tararì tararera, sesa terù di Piripù...Piripù Pà, Piripù Mà, Piripù Sò e Piripù Bè sesa nenèn, nenèn...
Piripù Bibi no, no, no. 
UF UF
UF UF UF UF UF UF UF UF Piripù Bibi splaf UF!
Cufù UF?
Piripù Bibi? No, no, no!
splaffe! UF
Cufù UF?"

BUSSOLATI E., Badabum, Carthusia




A Roma, in una giornata di sole, il barboncino Bruno si sveglia inquieto: è in cerca di qualcosa, ma cosa?

Come incomincia::

"Cos'è che vuole Bruno?
Un bel cappuccino e la mezzaluna d'un cornetto?
Leccare dal cucchiaino la limonata ghiacciata?
Una bella acconciatura e un profumo verde?
Pizza con le alici e un buon libro di poesie?"

CISNEROS S., Bravo Bruno!, La Nuova Frontiera