mercoledì 27 maggio 2020

Noi come Fridolin...

In uno dei nostri ultimi incontri in videolezione sincrona, leggiamo con le bambine e i bambini Fridolin, di Sara Welponer, Edizioni Corsare.
L’abbiamo scelto con grande cura, perché ci sembra che, specialmente in un momento come questo, Fridolin possa parlare DI e A ciascuna bambina e ciascun bambino.
Abbiamo letto il libro e abbiamo fatto ai bambini alcune domande, assicurandoci che, a turno, tutti rispondessero.
Questo è il testo nato dalle loro risposte.
NOI COME FRIDOLIN
Nei giorni scorsi, durante l’incontro di classe in Meet, le maestre ci hanno letto Fridolin, di Sara Welponer, Edizioni Corsare.
Quando ci hanno chiesto perché, secondo noi, avessero scelto proprio questa storia, abbiamo risposto che anche noi, come Fridolin che era chiuso in una gabbia, siamo chiusi in casa: per fare un esempio hanno preso un uccellino al posto nostro. Alle maestre e ai maestri manchiamo tanto, si sentono un po’ soli, sentono la mancanza nostra e dei loro amici.
Da quando c’è la malattia, come a Fridolin, ci manca la libertà. È come se la nostra gabbia fosse la casa, perché c’è il coronavirus e siamo stati in quarantena.
Fridolin, chiuso nella gabbia, non stava tanto male: quando viveva con gli uomini, non lo trattavano male, gli davano da mangiare, magari qualcosa che a lui non piaceva… Anche noi, come Fridolin, ci possiamo divertire stando in casa, per esempio giocando a Monopoli.
Conversando tra di noi, abbiamo scoperto che sono molte le cose che più ci sono mancate, ad esempio la famiglia: i nonni, i cugini, gli zii.
Ci è mancata la scuola, perché lì si studia, e possiamo inventare le parole belle e anche abbracciarci. La scuola è il posto dove stare insieme e imparare. Ci è mancata anche tutta la confusione che facciamo in classe, gli amici, giocare con le maestre e con i nostri compagni. La nostalgia degli amici è stata forte, perché anche se facevamo la videochiamata, quando finivamo a volte ci siamo commossi.
Ci è mancato il mare e ci sono mancati i giochi fuori, il calcio, gli allenatori e i compagni, fare sport e allenarci. Ci è mancato abbracciarci e toccarci.
Insieme, abbiamo scoperto quali sono i nostri desideri più grandi: incontrarci di nuovo, fare una festa o un pigiama-party con tutti gli amici, andare con loro al ristorante o organizzare un centro estivo che duri quattro mesi, e poi tornare a scuola, incontrare e riabbracciare di nuovo tutti, amici, compagni e maestri. Appena arrivati tutti a scuola, vorremmo fare tutto il giorno di parole belle, abbracci e le cose che facciamo di solito, oppure tutto il giorno di intervallo, e la mensa ovviamente, dalla mattina alle 7.30 quando arriviamo, fin quando suona la campanella… tuuuutto il giorno intervallo! Sarebbe bello andare tutti insieme in montagna o al mare, magari in Liguria, alle Cinqueterre, o in un museo, a vedere le ceramiche.
Desideriamo essere liberi e togliere la mascherina, avere dei poteri per far tornare tutto alla normalità, poter finalmente fare tutte le cose che ci piacciono.  Vorremmo tornare ai nostri ritmi e alle nostre abitudini, e ci piacerebbe poter tornare a viaggiare.