Covo
da tempo un grosso cruccio: non essere riuscita a trasmettere appieno, alle mie
ragazze e ai miei ragazzi ormai grandi, l’attenzione, la cura e l’amore per l’ortografia.
Così,
con queste e questi ancora piccoli, cerco in tutti i modi di consolidare un’acquisizione
che mi sembra tanto più importante proprio di questi tempi, in cui la
sciatteria e la noncuranza nello scrivere (così come nella comunicazione orale)
appaiono ogni giorno più evidenti e preoccupanti.
Stiamo
ripassando i suoni duri e dolci di C e G. Insistiamo a lungo sul corretto
utilizzo dell’H.
Propongo
a bambine e bambini diverse attività, tra cui il lavoro a piccoli gruppi: su un
semplice foglio A4, diviso in 8 colonne, dovranno scrivere nel tempo dato (20
minuti) quante più parole possibili a seconda delle diverse difficoltà
ortografiche.
Al
termine, raccolgo i fogli e, con l’aiuto di Chiara, la mia collega iperteconologica,
realizzo la scheda riassuntiva, contenente tutte le parole scritte dai diversi gruppi:
la chiamo In gruppo è meglio!, a sottolineare, ancora una volta,
l’importanza e l’efficacia della collaborazione in un’attività dove ognuno fa
la propria parte, con attenzione, impegno e cura.
Assegno
la lettura attenta della scheda come unico compito a casa per il fine settimana.
La
verifica, svolta ieri in entrambe le classi, ha avuto una durata di 30 minuti,
durante i quali le bambine e i bambini hanno cercato di ricordare il maggior
numero possibile di parole adeguate da inserire nelle rispettive colonne. Il
numero massimo di parole corrette è stato 50, il numero minimo 10. In questa
verifica ho valutato quindi il numero di parole scritte nel tempo assegnato. La
correttezza ortografica (in particolare l’utilizzo di maiuscole e doppie) avrà
una valutazione a parte.
Infine ho raccolto le mie riflessioni e le ho condivise con le famiglie: un tentativo per permettere loro di comprendere appieno le scelte dell’insegnante e iniziare una prima riflessione con i figli circa i risultati del proprio lavoro.
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