martedì 20 ottobre 2020

I racconti del tavolo, ovvero Ode al piego di libri

Ho quest’enorme fortuna: che, a volte, le persone che fanno i libri mi regalano i libri che fanno. Ed è meraviglioso aprire queste buste (PIEGO DI LIBRI, c’è scritto, che già mi pare un’espressione bellissima, perché è un ossimoro, un libro non si può piegare, se si piega non è un libro, ma vabbé) e scoprire il regalo che contengono.

In questo caso, avevo già visto il libro – o, meglio, la sua copertina – alla Cornice, ma non l’avevo proprio sfogliato, per non rovinarmi la sorpresa. Così, quando è arrivato, l’ho aperto come si apre un regalo prezioso e me lo sono gustato come una tisana ai frutti di bosco.





C’era tutto: un titolo evocativo, un’autrice e un illustratore tra i miei preferiti, una casa editrice che pubblica gioielli, un prologo che spiega - ma non tutto. E, a seguire: su ogni pagina di sinistra un’immagine e su quella di destra un racconto, da continuare, combinare, completare, assemblare, modificare… con tanto di righe già predisposte per la scrittura.

Ho pensato che le bambine e i bambini si meritassero le parole di una scrittrice, e le immagini di un illustratore, un’occasione ghiottissima per scrivere in libertà, ma con mani sapienti che accompagnano. Perché chi non ha provato un brivido di paura davanti al foglio bianco, o non si è trovato a corto di idee, quando voleva cominciare una storia?

“In questo libro il foglio bianco è una tovaglia candida, che l’illustratore Simone Rea ha steso sul tavolo, apparecchiandolo poi nei modi più diversi e inaspettati.

È un bel punto di partenza: guardando le sue immagini suggestive e misteriose, si possono scatenare in voi nuove idee per inventare delle storie. Le sentirete bollire sul fondo, poi pian piano venire a galla…

Si è divertita a provarci la scrittrice Chiara Carminati, che ne ha tirato fuori 16 tracce per altrettanti racconti. Sono degli assaggi, dei ritagli, degli spunti per fare spuntini… con un’unica ricetta: completare le parti mancanti.”

E allora, per incominciare, nulla di meglio di una storia dentro la storia. (E comunque la morale è: non lasciare mai la finestra aperta, e neppure un cappuccino incustodito sul tavolo di cucina)













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