venerdì 12 luglio 2013

V come Voce


La notizia corre veloce nel villaggio: sulle colline è stata avvistata una bestiaccia affamata. C’è chi dice che senta la preda a più di un chilometro, che abbia il naso più potente di un aspirapolvere e un odore capace di far stragi!
La paura spinge gli animali a passarsi la parola e ben presto la voce si trasforma in un comico panico generale. Ti ricorda qualcosa?

Come incomincia:

“C’era una volta un villaggio piccolo e quieto, che sorgeva tra verdi colline. Un luogo tranquillo. Tutti si comportavano da bravi vicini.
Sergio abitava in una casa in Vicolo dei Leprotti e tutte le mattine leggeva il giornale. Era sempre bene informato: sapeva tutto quel che succedeva nel villaggio.
Una bella mattina Sergio lesse una notizia allarmante: era stato avvistato un lupo vagante per le colline! Sergio balzò in piedi, abbandonò la poltrona e schizzò ad avvertire Giovanna, che sonnecchiava nel prato lì vicino.
-Hai saputo la notizia? Sta arrivando il lupo! Pare abbia orecchie così grandi da sentire anche a un chilometro di distanza!”


FELIX M., La Voce, Gallucci




Un intenso rapporto d’amore tra un bambino e il suo albero, piantato da un nonno mai conosciuto…

Come incomincia:

“Questa è una foglia dell’albero che c’è in giardino. È una grande pianta di noce. Papà dice che l’ha piantata il nonno, un giorno d’autunno. C’era la nebbia.
Io il nonno non l’ho mai conosciuto, però quando guardo la corteccia penso a lui. Poi prendo un cuscino, mi sdraio sulle radici e immagino di parlargli.”

GOZZI A., La voce del noce, Anicia



C'era una voce

Quante volte è stata immaginata la creazione del mondo? Infinite, attraverso canti, leggende, poemi, racconti di tutte le culture e i continenti. Alessandra Berardi e Alessandro Gottardo si cimentano in questa impresa immaginando un dio in estasi per la bellezza di un creato imprevisto, sorto dallo spavento di ascoltare il battito del proprio cuore nella solitudine di uno spazio infinitamente vuoto. Un dio che intorno a questo cuore solo si dà un corpo fulgente fatto d’universo, stelle, cielo, nuvole, luce, pianeti e lune. Un dio euforico, che danza di gioia e nel danzare crea il giorno, la notte, il tempo, le ore. Un dio pervaso da una passione creativa, che si getta alla scoperta del mondo e delle creature che lo popolano nell’atto stesso di crearle. E che per il desiderio di una voce che risponda alla sua richiesta di amore, da una figurina d’argilla crea, infine, l’uomo.

BERARDI – GOTTARDO, C’era una voce, Topipittori





La voce dei Colori (in cinese Di Xia Tie) racconta, con stupefacenti immagini evocative e brev descrizioni poetiche, il percorso che una ragazzina compie attraverso la sua immaginazione, in seguito alla perdita della vista. A condurla nel villaggio è la metropolitana di una qualsiasi affollatissima città, i cui cunicoli fanno da trampolino di lancio verso mondi irreali, fantastici, quasi archetipici. Si ritroverà quindi a prendere il sole sul dorso di una balena, a riscoprire i suoi giochi d’infanzia, a ottenere conforto e protezione da un cigno che la traghetta su un lago misterioso… Attraversando con coraggio e determinazione il buio e la solitudine, l’avventura porta a scoprire un mondo coloratissimo in cui la forza di volontà, la speranza e il supporto di eccentrici compagni di viaggio permettono alla protagonista di trovare una nuova dimensione, costituita da emozioni e sensazioni capaci di illuminare la sua esistenza. Una metafora dell’esperienza della vita e un inno al potere dell’immaginazione.

LIAO J., La voce dei colori, Edizioni Gruppo Abele


Pensierino serale:

proprio nel pomeriggio, sulla pagina fb dei Topipittori,


è apparso questo articolo.

Mi pare davvero una coincidenza significativa, e credo non possa esserci modo migliore per riflettere sulla parola VOCE.

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