È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché per anni hai cercato di seguire i ritmi di ognuno,
non preoccupandoti poi così tanto, pensando ogni volta “lo faremo l’anno
prossimo”, e ora sai che non ci sarà un anno prossimo. Cioè, ci sarà, ma ognuno
per proprio conto, tu da una parte e loro dall’altra. E al massimo
v’incontrerete in cortile, improvvisamente timidi, imbarazzati e in cerca di
cose divertenti e intelligenti da raccontarvi (no, come va alle medie non
conta).
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché vorresti finalmente vedere i frutti, dopo tanto
seminare: e non è che i frutti maturino sempre così facilmente. E se i semi non
avessero attecchito? E se tu non avessi innaffiato, concimato, nutrito,
sostenuto nel modo giusto? Se avessi dato troppa acqua, troppa luce, troppo
concime, troppo sostegno? O troppo poco, che chissà se è meglio o peggio.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché hai avuto quasi cinque anni per guardare,
ascoltare, leggere, intuire. E comunque ti accorgi che, forse, di qualcuno hai
capito poco, o quasi nulla. E anche chi ti sembrava d’aver compreso, a volte
sfugge, nella necessità di crescere, staccarsi, andare.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché, anche se le tue mani vanno, da sole, verso un
viso, o una testa, da carezzare, la mente a volte le ferma, chiedendoti se quel
gesto sia ancora gradito. Perché le lacrime dei 10anniquasi11 fanno ancora più
male dei 6quasi7. Perché i dolori sono spesso più celati. Perché la
strafottenza e il sorriso irridente non sempre riescono a nascondere la paura,
la sofferenza, la timidezza, il disagio.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché, come coi figli, a volte non vedi l’ora che se ne
vadano, mentre, nello stesso istante, vorresti che non se ne andassero mai.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché crescono, sudano, scalpitano, fremono. Perché sono
piccoli e grandi. Perché non sono né piccoli né grandi. Perché vogliono essere
piccoli e grandi. Perché non vogliono essere né piccoli né grandi. Perché sono
i più grandi tra i piccoli e i più piccoli tra i grandi. Perché hanno le idee
confuse. E tu con loro.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Perché gli ormoni sono potentemente in circolo, il cuore
salta i battiti o sfonda la cassa toracica, le gambe si allungano di scatto per
fare uno sgambetto pensando sia un buon modo per attirare l’attenzione, le
stringhe sono perennemente slacciate, i capelli lunghi un’ora raccolti e
l’altra sciolti, quelli corti sempre troppo corti, le unghie rosicchiate o
smaltate, le maniche in bocca, le penne pure. Perché bevono, e vanno in bagno,
vanno in bagno, vanno in bagno.
A volte, ti chiedi se davvero siano passati 5 anni.
È faticoso, essere maestr* in quinta.
Po ci pensi, e ti accorgi che le cose più belle della tua
vita ti sono spesso costate una gran fatica.
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