La misura della fatica di questi primi due mesi di scuola la dà il numero di post (9) su Apedario dal 12 settembre ad oggi.
E se è vero che mi ero ripromessa di scrivere meno, e meglio, è altrettanto vero che, in questi due mesi, di cose da raccontare ce ne sarebbero state moltissime: perché in classe, con le bambine e i bambini, siamo stati bene, ci siamo ritrovati e ri-conosciuti, abbiamo dato voce ai genitori, abbiamo scoperto chi siamo e cosa pensano gli altri di noi, abbiamo letto albi imperdibili e continuato a dirci parole belle e a darci abbracci colmi d’affetto. Abbiamo scritto, disegnato, discusso e raccontato, corso e giocato, mangiato e festeggiato.
La fatica non è in classe, no.
La fatica è quella tutt’intorno, e permea ogni cosa.
Non ho alcuna voglia di stilarne un elenco: ognuno ha le proprie, e le sente tutte, sulla pelle e dentro la testa. Non è questo che mi preme.
Mi preme dire invece che ogni giorno le bambine e i bambini chiedono che io legga. Spesso chiedono anche: Ce lo rileggi?
Che il prestito bibliotecario riscuote sempre un gran successo, e chi dimentica il libro a casa e non può prenderne uno nuovo ha spesso quell’aria smarrita che mi mette voglia di sovvertire la regola (ma non si può); e ormai capita che si porti a casa il libro nuovo non solo il venerdì, ma anche in settimana, se si è già finito quello prima.
Che ci sono libri capaci di spezzare ogni resistenza, ed essere ancora una volta ben oltre i progetti e le giornate dedicate. Provate a leggere L’Isola Schifosa di William Steig, Rizzoli: mi direte poi se davvero serve la giornata della gentilezza.
Perché hai un bel ripetere che l’espressione Che schifo! è davvero una di quelle che proprio non vuoi sentire, e che, almeno a scuola, dobbiamo provare a trovare delle valide alternative.
Ma non c’è nulla di più schifoso della cattiveria gratuita, e del goderne. E un piccolo fiore può segnare l’inizio del cambiamento.
Un testo magnifico, ricco di parole che fanno strabuzzare gli occhi e regalano alla lettura ad alta voce una musicalità, un ritmo impareggiabili. E le tavole di Quentin Blake sono da mangiare con gli occhi.
Abbiamo realizzato un magnifico pannello, con l’Isola Schifosa e quella meravigliosa; ma naturalmente (ah, la stanchezza!) ho scordato di fotografarlo.
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