mercoledì 26 marzo 2014

CApitomboli e bernocCOli

Ieri in Fiera ho rivisto Giusi Quarenghi, e mi sembra bella la coincidenza che il libro del post di oggi sia suo.

Mi piacciono molto le storie durante le quali ai bambini viene istintivo esclamare “Anch’io! Anch’io!” perché permettono a tutti di raccontare e raccontarsi, utilizzando la narrazione del proprio vissuto come mezzo di comunicazione e di relazione con gli altri.
 
“Capitomboli e bernoccoli” di Giusi Quarenghi

 
è la storia in rima di disavventure   ben note ad ogni bambino: cadute, scottature, graffi, botte (o gibolli, come li chiamano loro).

 
Pare che i genitori, per stare relativamente tranquilli, dovrebbero tener lontano i figli dalla bicicletta: la maggior parte dei capitomboli ascoltati in questi giorni sono avvenuti infatti dalla sella delle due ruote!
 
 
 
Neppure il letto si rivela un luogo sicuro, per non parlare di campi da calcio, parchi--gioco, scale e scale mobili: insomma, a volte il mondo è davvero pericoloso! 












 




E per finire, mi piace tantissimo osservare come le tre righe sotto il disegno ad alcuni bambini ormai non bastino più: è così che si diventa scrittori!


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