lunedì 14 gennaio 2019

Quando sono nato




 “Gli uccelli cantano, la luna è tranquilla lassù, il sole coi raggi scalda gli uccelli, la nuvola fa la pioggia sulla collina.”

(C., che aveva 6 anni e ora ne ha 11)



N come Natale, N come nascita.
Quale modo migliore, per iniziare il nuovo anno insieme alle bambine e ai bambini, che leggere Quando sono nato, Isabel Minhós Martins e Madalena Matoso(Topipittori 2009)?


Un fondo nero che valorizza i colori pieni delle immagini, parole che raccontano ai bambini esperienze sensoriali quotidiane in modo immediato ed efficace, ma allo stesso tempo poetico, una narrazione che si sviluppa come un canto che culla, e permette ai ricordi di riaffiorare.
Così, dopo la lettura ad alta voce, ho chiesto ad ognuno di completare il titolo del libro. Una sola condizione: che tutti completassero la frase.
Ho scritto le frasi di ogni bambino e di ogni bambina esattamente come sono state pronunciate, le ho stampate e fotocopiate; poi ognuno ha incollato la propria fotocopia sul quaderno, con il compito di leggerla con un grande (la mamma, il papà, il nonno, la nonna, lo zio, il cugino, la baby-sitter… è ormai diventata una sorta di filastrocca che continuamente si ripete, a ricordarci che la cura non è e non deve essere declinata esclusivamente al femminile, e non si identifica solo con la mamma) e sottolineare la propria frase.
In questo modo mi pare si possano ottenere due buoni risultati: documentare, anche per chi non c’era, tutto quel sommerso che costruisce, giorno dopo giorno, ora dopo ora, esperienza dopo esperienza, la scuola, e che, scrivevo tempo fa, il quaderno non racconta. E permettere ad ogni bambina, ad ogni bambino, di essere parte attiva della costruzione del processo di conoscenza attraverso la libera espressione del proprio pensiero, in quella che sempre, da sempre, mi sembra la forma più alta di democrazia.

QUANDO SONO NATO… / QUANDO SONO NATA…

RIMANEVO ATTACCATA A Orli. 
FACEVO PAURA ALLA MAMMA.

NON SAPEVO CHE AVEVO I CAPELLI IN ARIA.

NON POTEVO CAMMINARE.

NON POTEVO PRENDERE IL TELECOMANDO SUL DIVANO.

NON POTEVO USARE IL TELEFONO.

ERO APPICCICATA ALLA MAMMA E DOPO AL PAPÀ.

FACEVO GLI SCHERZETTI AL PAPÀ, ALCUNI CHE NON ME LI RICORDO, CREDO.

PER LA PRIMA VOLTA HO ASSAGGIATO IL LATTE DELLA MAMMA.

NON MI FACEVO DARE I BACETTI DA R.

HO SEMPRE DORMITO NEL LETTONE CON LA MAMMA E IL PAPÀ.

NON AVEVO ANCORA SCOPERTO IL MONDO.

HO SCOPERTO TANTI ODORI.

LA MAMMA MI AIUTAVA A ANDARE SUL PONY.

GIOCAVO CON I GIOCHI DA PICCOLI.

NON SAPEVO LEGGERE.

LA MAMMA MI ABBRACCIAVA.

SONO NATO ARRABBIATO.



MIO FRATELLO MI HA DATO UN PUPAZZO.
QUANDO PIANGEVO, MIO PAPÀ MI PRENDEVA IN BRACCIO.
QUANDO ASCOLTAVO LE CANZONI DAI NONNI, MI ADDORMENTAVO E IL NONNO MI PORTAVA SUL SUO LETTO.
NON SAPEVO CAMMINARE E MIO PAPÀ MI AIUTAVA.
PIANGEVO TANTO TANTO E LA MAMMA MI CONSOLAVA.
HO SCOPERTO CHE CI SONO LE COSE CALDE E FREDDE.
MI ARRAMPICAVO SUL DIVANO E PAPÀ MI AIUTAVA.
HO IMPARATO AD APRIRE GLI OCCHI.
HO SCOPERTO CHE ESISTEVANO I GENITORI.
ANDAVO A SBATTERE CONTRO TUTTE LE COSE.
MIO FRATELLO HA DESIDERATO UNA SORELLINA.
LO ZIO TEO MI PRENDEVA IN BRACCIO E MI FACEVA DORMIRE. SOLO LUI RIUSCIVA.
MIA ZIA MI FACEVA CAMMINARE VEDENDO IL CUCCHIAIO. MIO FRATELLO VENIVA CON ME A DORMIRE.
LA MAMMA MI PRENDEVA OGNI GIORNO IN BRACCIO E IO DORMIVO SEMPRE, A CAMMINARE, O MAGARI MI PRENDEVA
NON SAPEVO CHE ESISTEVANO LE BAMBOLE.

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