Il quaderno della lentezza non è una novità.
L’ho inaugurato qualche anno fa, consapevole della
necessità, mia, delle bambine e dei bambini di rallentare, di riprendere,
almeno qualche volta, un ritmo diverso, più quieto, forse più rispettoso delle
necessità di alcuni di noi. È durato una sola stagione, ma me lo sono tenuto
stretto nei ricordi.
Ho ripensato al quaderno della lentezza proprio in questi
giorni, in cui sto preparando i quaderni per cominciare a conoscere, a scrivere
e a leggere prima lo stampato minuscolo, poi, quando sarà il momento, il
corsivo.
È strano anche per me, adulta, insegnante, passare da un
rigo all’altro: i primi mesi le righe di quinta col margine ci hanno permesso
di non fare troppa fatica col maiuscolo, adeguando l’altezza del carattere alla
riga e trovando la giusta larghezza per le lettere. Ora serve fare uno sforzo
in più, rimpicciolire, adeguare a seconda delle lettere, trovare nuove
strategie.
Ho impostato i quaderni di tutti a matita.
Avrei potuto, certo, preparare delle schede. Ma mi è
sembrato che il mio lavoro sul loro quaderno avesse un valore diverso: la
maestra ha scritto, con la matita HB, un quaderno alla volta, talvolta cancellando,
in modo non sempre preciso ma cercando di essere più accurata possibile. L’ho
fatto lentamente, senza fretta, a più riprese.
Forse in questo modo sarà più facile, per loro: il
confronto non è con la perfezione di un carattere stampato da una macchina, ma
con l’imperfezione di una scrittura che fa i conti con la stanchezza, la luce,
l’imprecisione della vista.
Mi pare che l’umanità e il rispetto delle differenze
possano passare anche da qui.
E chissà di quanta bellezza e unicità potrà arricchirsi questo quaderno, insieme a noi, nei prossimi mesi.
E a proposito di lentezza, una lettura imperdibile La pedagogia della lumaca di Gianfranco Zavalloni, Emi.
È un peccato che della "pedagogia della lumaca" abbiano fatto una seconda edizione con pagine più piccole e senza l'introduzione di Cristoph Baker.
RispondiEliminaÈ anche un peccato che Google+ chiuderà a breve e che di maestre come lei non ce ne siano molte.
Grazie perle sue parole, Roberto
RispondiElimina