mercoledì 30 gennaio 2019

Il quaderno della lentezza




















Il quaderno della lentezza non è una novità.

L’ho inaugurato qualche anno fa, consapevole della necessità, mia, delle bambine e dei bambini di rallentare, di riprendere, almeno qualche volta, un ritmo diverso, più quieto, forse più rispettoso delle necessità di alcuni di noi. È durato una sola stagione, ma me lo sono tenuto stretto nei ricordi.

Ho ripensato al quaderno della lentezza proprio in questi giorni, in cui sto preparando i quaderni per cominciare a conoscere, a scrivere e a leggere prima lo stampato minuscolo, poi, quando sarà il momento, il corsivo.

È strano anche per me, adulta, insegnante, passare da un rigo all’altro: i primi mesi le righe di quinta col margine ci hanno permesso di non fare troppa fatica col maiuscolo, adeguando l’altezza del carattere alla riga e trovando la giusta larghezza per le lettere. Ora serve fare uno sforzo in più, rimpicciolire, adeguare a seconda delle lettere, trovare nuove strategie.

Ho impostato i quaderni di tutti a matita.

Avrei potuto, certo, preparare delle schede. Ma mi è sembrato che il mio lavoro sul loro quaderno avesse un valore diverso: la maestra ha scritto, con la matita HB, un quaderno alla volta, talvolta cancellando, in modo non sempre preciso ma cercando di essere più accurata possibile. L’ho fatto lentamente, senza fretta, a più riprese.

Forse in questo modo sarà più facile, per loro: il confronto non è con la perfezione di un carattere stampato da una macchina, ma con l’imperfezione di una scrittura che fa i conti con la stanchezza, la luce, l’imprecisione della vista.

Mi pare che l’umanità e il rispetto delle differenze possano passare anche da qui.
E chissà di quanta bellezza e unicità potrà arricchirsi questo quaderno, insieme a noi, nei prossimi mesi.




E a proposito di lentezza, una lettura imperdibile La pedagogia della lumaca di Gianfranco Zavalloni, Emi. 

2 commenti:

  1. È un peccato che della "pedagogia della lumaca" abbiano fatto una seconda edizione con pagine più piccole e senza l'introduzione di Cristoph Baker.
    È anche un peccato che Google+ chiuderà a breve e che di maestre come lei non ce ne siano molte.

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