Quando ho cominciato a
pensare al corso al Masetto, Apedario La scuola degli albi illustrati, non ho potuto fare a meno di immaginarlo iniziare in leggerezza: la stessa che avrei voluto avvolgesse questi ultimi
giorni di vacanza che Carolina, Eleonora e Paola hanno deciso di passare con me, a
casa di Giulia e Gianni.
Per questo motivo, il primo libro che ho scelto
di portare con me non poteva che essere
La leggerezza perduta
di
Cristina Bellemo e Alicia Baladan, Topipittori
E, come faccio sempre con i bambini, leggendo ho inaugurato le ore che avremmo passato insieme:
"C’era una volta, tanto tempo fa, un castello. Un castello di
quelli che c’erano una volta, per l’appunto. Dentro al castello ci stava un
borgo intero e a capo del borgo, e anche del castello, come si conviene, stava
un re. Ma a guardarlo bene, quello non era mica un castello come gli altri."
"Butta di qua, butta
di là, lancia da una parte, tira dall’altra, alla fine il castello si alleggerì.
Si raddrizzò, smise di scricchiolare.
[…]
Il castello si
alleggerì al punto che stava per prendere il volo, come i palloncini, e
dovettero legarlo alla nuvola con delle funi.
Perciò qualcuno, nel
chiuso della sua camera, qualche sogno, qualche amore, qualche pensiero, qualche
desiderio, be’, se lo riprese indietro. Prima solo un pezzettino, per fare la
prova, poi tutto intero, e il castello non calava di un millimetro.
Casomai tirava un po’
più in su.
Il Museo del
Superfluo vennero a visitarlo in tanti, anche da lontano, anche da fuori mano.
Fu un avventura,
quel giorno, e chi volle poté sapere quali sono le cose pesanti e quali sono le
cose leggere."
Poi, insieme abbiamo riflettuto su cosa sia leggero o pesante per noi, adulti/insegnanti.
Abbiamo convenuto sulla
leggerezza della gratuità -in cui ti avvicini alle cose e agli altri solo per il gusto di farlo-, del
gioco, del fare, della valorizzazione delle competenze, dell’attenzione al
benessere del bambino e della soddisfazione nel vedere come le cose funzionino
quando ci si mette dalla parte del bambino e delle sue necessità.
E ci siamo lamentate della pesantezza degli adempimenti
burocratici, del “devi fare perché sì”, delle lamentele, del non poter fare e
dei suoi vincoli, delle relazioni a volte difficili con i genitori, dell’incompetenza degli adulti,
delle conoscenze ipertrofiche, e soprattutto della valutazione, che Carolina ha
efficacemente definito un imbuto, dove ad un certo punto tutto si strozza.
Ripensandoci a distanza di qualche giorno, mi appare tra le più importanti
soprattutto questa riflessione, che credo abbia dato l’impronta al nostro
lavoro insieme e ci abbia permesso di riconoscerci dentro lo stesso orizzonte: la consapevolezza dell’immensa fatica, e frustrazione, che
molti insegnanti provano nel dover valutare ogni bambino, in quello che è un
processo troppo delicato e complesso per poter semplicemente e riduttivamente
essere definito da un voto.
Abbiamo in seguito provato a metterci "nei panni" dei bambini per comprendere cosa renda loro leggera la scuola: la possibilità di capirne
i diversi linguaggi, l’autovalutazione, la
consapevolezza, il sentirsi riconosciuti, giocare, il divertimento, fare,
ascoltare le storie, la capacità di aiutarsi, il lavoro di gruppo; mentre i tempi compressi, la
velocità, i ritmi, i compiti, le aspettative, il confronto,
la gestione dello spazio classe, la disposizione dei banchi, lo stacco netto
con la scuola dell’infanzia, la competitività, spettacoli e feste, possono davvero rendere pesante l'esperienza scolastica di un bambino.
Fedeli a questa direzione, non del tutto inattesa, ma certamente non programmata, il nostro
primo, breve incontro insieme si è concluso con
I cinque malfatti
di
Beatrice Alemagna, Topipittori
il libro perfetto per prendersi gioco e ridimensionare le aspettative che abbiamo nei confronti dei più piccoli.
Che sollievo, che magnifica
sensazione di libertà, per un bambino ma anche per noi adulti, potersi riconoscere di volta in volta nel
bucato, nel piegato, nel molle, nel capovolto, ma soprattutto nello sbagliato
e poter ridere di cuore al pensiero dello
sconcerto di un PERFETTO...STUPIDO.
ERANO CINQUE.
CINQUE COSI
MALFATTI.
IL PRIMO ERA BUCATO.
QUATTRO GROSSI BUCHI
IN MEZZO ALLA PANCIA.
IL SECONDO ERA
PIEGATO IN DUE,
COME UNA LETTERA DA
SPEDIRE.
IL TERZO ERA MOLLE.
SEMPRE STANCO,
ADDORMENTATO.
IL QUARTO ERA
CAPOVOLTO.
NASO IN GIÙ E GAMBE
IN SU.
E IL QUINTO…
LASCIAMO PERDERE.
IL QUINTO ERA
SBAGLIATO
DALLA TESTA AI
PIEDI.
UN AMMASSO DI
STRANEZZE.
UNA CATASTROFE.
NON RIUSCIVANO A
CONCLUDERE
NIENTE NELLA VITA NÉ
AVEVANO
VOGLIA DI FARE
GRANCHÉ.
ABITAVANO IN UNA
GRANDE CASA
SBILENCA CHE SAREBBE
POTUTA
CROLLARE DA UN
MOMENTO ALL’ALTRO.
DISCUTEVANO SPESSO
SU CHI,
FRA LORO, FOSSE IL PIÙ
MALFATTO.
QUESTO LI DIVERTIVA
MOLTO.
PENSIERI
LEGGERI
Leggerezza
è un aereo di carta
Vedere
la bellezza è leggerezza
A
scuola di respiro
Leggere
senza chiedere niente in cambio
L’orizzonte
comune
Tempo
vuoto
Leggera
è… la scoperta!
Capovolgere
l’imbuto
Leggerezza
è una capriola
Lasciare
andare la gelosia delle proprie idee
Poter
imparare senza ansie
Inutile
bellezza delle cose grandi e piccole
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