Insegnare italiano è prima
di tutto insegnare a leggere e a scrivere; per questo la nostra prima mattinata
insieme al Masetto è stata dedicata all’alfabeto e alle domande che esso può
suscitare in un insegnante:
Che cos’è l’alfabeto? È un codice condiviso, per convenzione. È una grande invenzione,
perché con pochi segni puoi dire tutto ed è accessibile a tutti.
Abbiamo anche scoperto che non
esiste l’alfabeto cinese (Paola insegna questa lingua ai ragazzini di una
scuola primaria romana), e abbiamo discusso sul suo essere una lingua tonica e
addirittura sull’orecchio assoluto (quante cose si possono imparare, anche solo in pochi minuti!).
Quanti sono gli alfabeti?
Quanti ne conosciamo? La scrittura
(segno-suono), l’alfabeto dei gesti-dei segni, gli alfabeti di lingue altre; e
qui tutte abbiamo convenuto sull’illuminazione dei bambini di culture e lingue diverse dall'italiano quando possono, in svariati modi, condividere il loro mondo.
Nelle nostre classi, sempre
più, l’alfabeto non è uno solo: per questo è fondamentale valorizzare gli
alfabeti “altri”, le altre scritture, i diversi modi di comunicare e creare un
dizionario illustrato per non italofoni
A questo proposito, mi è piaciuto condividere con le colleghe il progetto Benvenuti ABC di Giulia Natale, che credo diventerà nei prossimi mesi strumento indispensabile per la scuola.
A questo proposito, mi è piaciuto condividere con le colleghe il progetto Benvenuti ABC di Giulia Natale, che credo diventerà nei prossimi mesi strumento indispensabile per la scuola.
il gioco iniziale, Gli alfabeti
possibili: il primo, pensando ai bambini di 2^, il secondo immaginato per i più
grandi. E se nel primo caso la scelta è caduta abbastanza prevedibilmente su L’alfabeto
della scuola (ne esiste una divertente versione di Nicoletta Costa, da noi utilizzata a inizio seconda)
per il
secondo ci siamo veramente messe in gioco con tutte noi stesse, dimenticando se
l’alfabeto fosse dei bambini o nostro:
L’alfabeto delle cose felici
Uno dei tanti alfabeti possibili,
proprio quello da cui Apedario è nato, prima come progetto, poi come esperienza
concreta in classe, infine come blog, è quello dei protagonisti degli albi: abbiamo
quindi giocato a trovare almeno un personaggio per ogni lettera, anche per le
straniere.
Questa attività, una volta
conclusa, diventerà una ricca bibliografia.
Per concludere, due alfabetieri,
sempre più complessi e ricchi:
L’alfabeto
delle fiabe
Tognolini – Abbatiello, Topipittori
ABC
dei popoli
Liuna Virardi, Terre di mezzo
Tra i materiali richiesti ai corsisti, un albo attraverso cui raccontare un’esperienza didattica concretizzata nel proprio lavoro in classe.
Eleonora ha portato con sé
utilizzato con bambini della
primaria di età diverse, di cui ci ha narrato l'uso sia narrativo che
artistico, attraverso la produzione di leggende, un lavoro a coppie con la creta e la serigrafia con
monotipo su lastra di plastica ( qui invece la nostra attività in classe)
Carolina ha portato
di Pia Valentinis e Mauro Evangelista, Rizzoli
e ci ha raccontato il suo impegno nell’aiutare i bambini a superare gli stereotipi che spesso accompagnano l’attività grafica, attraverso l'uso la penna e il tratto pen nero, il lavoro sulle texture, l’uscita a tarda sera per osservare la sagoma scura degli alberi che si staglia contro il cielo (qui il lavoro nelle nostre terze).
Paola ha portato
di Francesca Marchegiano e Elena Nuozzi, il Ciliegio
utilizzato pochi mesi fa con
i suoi alunni di 3^; un libro che aiuta i bambini a tentare di mettersi nei panni dell’altro,
per scoprire il suo vissuto e condividerne anche i sentimenti più profondi e nascosti, con la possibilità di ulteriori attività didattiche.
Io invece ho portato
Io invece ho portato
Ballata
di Blexbolex, orecchio acerbo
Come dite? Volete sapere di quel libro dall'aria vissuta dal titolo punto e linea?
Temo che dovrete aspettare...
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