mercoledì 10 agosto 2016

Il giardino di Lontan Town



Talvolta mi capita di dispiacermi di non insegnare agli adolescenti solo perché vorrei leggere loro alcuni libri.

Il giardino di Lontan Town

  
di Patrizia Rinaldi, Lapis


è sicuramente uno di questi.

Scoperto grazie alla recensione di Federica Rampazzo, ho trovato subito incantevole l’immagine di copertina di Francesca D’Ottavi, e, soprattutto, sono rimasta colpita dall’espressione Lontan Town, geniale per indicare la non meglio precisata città in cui la protagonista si ritrova catapultata.
Fin dalle prime pagine, Mea mi ha fatto pensare alla Mina di David Almond: ragazzine “strambe”, per nulla accettate dai coetanei che, probabilmente, intuiscono proprio nella loro originalità e genialità una diversità straniante rispetto a quel che è considerato normale.

Patrizia Rinaldi scrive con una prosa fluidissima e a tratti ironica, anche se le vicende narrate sono spesso drammatiche, se non addirittura al limite della tragedia; ma proprio questa capacità dell’autrice di parlare la lingua di Mea ci fa immedesimare nelle sue difficoltà e, soprattutto, tifare per lei.

E anche se il lieto fine non è per nulla scontato, qualcosa che gli si avvicina ci fa chiudere il libro sorridendo.

Un inno all’immaginazione, in un mondo che troppo spesso ci chiede di escluderla dalla nostra vita.

“L’immaginazione a volte è scomoda, ma ha i suoi vantaggi. Comporta distrazioni dal presente che, in alcune occasioni, sono molto utili.”

RINALDI P., Il giardino di Lontan Town, Lapis

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