Nel tempo disteso dell’estate,
mi è capitato talvolta di pensare a come sarebbe stato bello, e importante, cominciare nel modo giusto il
lavoro in classe con i miei ragazzi nel nostro ultimo anno insieme.
Il primo giorno di scuola è
un momento estremamente simbolico, ma la prima pagina del quaderno lo è, secondo me,
altrettanto, e per qualcuno forse di più. In quinta,
tutto questo assume un significato ancora più forte.
Immaginavo, sapevo, che ci
sarebbe stata una poesia. A lungo, però, non ho saputo quale.
Poi, a settembre già
iniziato, e con il simbolo del pescatore già appeso alle porte, e ben fisso nella mente, mi sono ricordata la commozione della mia amica Geena Forrest nei confronti di una poesia di Giovanna Zoboli, contenuta in un libro scoperto
proprio in quell'occasione.
Osservare
riflettere
ascoltare
l’infinito
in certi verbi
fa
pensare
a un
tempo aperto
un
tempo senza fretta
come
un mare
senza
né io né tu
un
tempo dove stare
tutti
in
pace,
più
che da fare
un
tempo da essere
bene,
insieme,
un
tempo giusto
di
piante, di persone, di animali
un
tempo da crescere
col
cuore e con la mente
a un infinito
infinito
presente.
Giovanna Zoboli, Un
Paese bambino, Giannino Stoppani Edizioni
Rileggendola, mi è parso che ci fosse
dentro tutto quel mi pareva essenziale suggerire ai miei ragazzi: l’attenzione,
l’attesa, la cura, la capacità di riflettere, di superare l’io a favore del
noi, l’essere prima del fare, l’importanza del presente, nei suoi accadimenti
piccoli e grandi. L’infinito presente.
E i verbi, su cui tanto
abbiamo riflettuto al termine dello scorso anno, in un legame costante e forte
tra la grammatica e ogni altro aspetto dell’insegnamento della lingua italiana
(e, mi vien da dire, nel riconoscimento di un legame forte tra la grammatica e
la vita stessa, ma su questo ci sarà da ragionare approfonditamente, bene e a
lungo).
Così, abbiamo incominciato in
questo modo, scrivendo con le penne non cancellabili (che grande conquista, e
che fatica, ancora, per qualcuno), e con lentezza, con cura autentica, con attenzione al senso
e al bello.
E poi, ancora, ognuno ha
cercato dentro di sé “le parole giuste”.
Mi pare che molti le abbiano trovate.
Guardare
chiudere
costruire
l’infinito
in certi verbi
fa
pensare
ad
un pescatore
in
mezzo a un mare
le
parole dette volan via
e
con loro anche i verbi […]
Giocare
correre
provare
l’infinito
in certi giochi
fa
capire
fa
divertire
fa
imparare
[…]
Per
provare bisogna farlo
perché
a volte per avere una certezza
devi
rischiare l’incertezza.
Vedere
leggere
ascoltare
sempre
bisogna essere
se
stessi
nessuno
ti deve
giudicare.
[…]
…l’infinito dei verbi
fa
sognare come quando
giochi
a nascondino
le
cose dette scappano via […]
[…]
Illuminarsi
l’idea
quando
c’hai la mente nera.
Ascoltare
la gioia che hai nel cuore,
per
quello che hai avuto.
Ascoltare
il pensiero che hai nella mente,
e
sentirlo forte.
[…]
Osservo
i passi.
Non
c’è mai una volta
che
non sbaglio
ma
non è importante
non
è questo che conta
conta
solo prendere il
respiro
entrare dalla porta
buttarsi
in pista
e
dimostrare alle persone
quello
che sai fare.
[…]
credici
non devi preoccuparti
continua
a pensare
e
troverai
il
modo giusto per
avere
quel che vuoi
[…]
Osservare
cercare
pescare
tre
verbi all’infinito
tre
verbi tre persone una sola emozione […]
Inventare
costruire
provare
questi
verbi mi rappresentano
e io
rappresento loro
perché
loro sono me
e io
sono loro […]
[…]
Io
immagino da tempo
di
diventare molto
brava,
a me non mi
importa
di essere
carina
a me mi importa
essere
me STESSA.
[…]
Io quando
rido penso
che
sia una sfida di chi tiene il respiro,
perché
quando rido io non respiro.
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