Il nostro libro di testo propone, dopo la consonante S, la D. Per me non fa troppa differenza la successione
temporale della presentazione di lettere e sillabe, così mi adeguo, cercando e
trovando all’interno di questi passaggi nuovi collegamenti. Ad esempio, mi
piace pensare al legame tra la S di stagioni e la D di dopo, tanto più che bambini e
bambine stanno lavorando sugli stessi concetti anche con la collega, in storia.
Così scelgo dalla mia
libreria il volume Stagioni, di Blexbolex, che leggiamo a lungo, dedicandogli
davvero il tempo che merita, seduti comodi sui cuscini, per terra.
Guardiamo le immagini, e i più
veloci leggono le parole, scritte in uno stampato dai grandi caratteri. Le
stagioni scivolano una sull’altra in un ciclo continuo che non si interrompe,
ma continua, un’altra volta, e un’altra ancora, e ancora, e ancora (Dopo l’estate – dico – ci sarà un nuovo autunno, e saremo in
seconda, e poi ancora, inverno, primavera, estate, e un altro autunno… E saremo
in terza – intervengono loro - e poi
in quarta, in quinta, e alle medie!).
Alcune immagini ritornano,
paiono simili ma sono diverse (Prima era
un’allergia, adesso è un raffreddore). Sovente tra loro c’è un nesso
causale, oltre quello temporale.
Arriviamo alla fine – UN’INFANZIA – quando tutto è piccolo, e ancora
ha tempo per crescere, dico.
Poi rimettiamo i banchi al loro posto, riempiendo lo spazio vuoto creato al centro
dell’aula per la lettura.
Ci sediamo, e scriviamo sul
quaderno il titolo del libro: STAGIONI.
E, accanto, una sola, di cui ognuno racconterà qualcosa.
Perché è vero che in autunno cadono le foglie, e in estate i raggi del sole scendono
(riuscite a vedere la bellezza di questi raggi, che arrivano fino a terra,
addirittura piegandosi ad angolo retto?), ma una stagione può essere speciale,
e cara al cuore, perché c’è il nostro compleanno, o il matrimonio degli zii, perché gli orsi escono finalmente dal letargo o perché si va col nonno sul trattore.
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