lunedì 3 dicembre 2018

Stagioni

Il nostro libro di testo propone, dopo la consonante S, la D. Per me non fa troppa differenza la successione temporale della presentazione di lettere e sillabe, così mi adeguo, cercando e trovando all’interno di questi passaggi nuovi collegamenti. Ad esempio, mi piace pensare al legame tra la S di stagioni e la D di dopo, tanto più che bambini e bambine stanno lavorando sugli stessi concetti anche con la collega, in storia. 




Così scelgo dalla mia libreria il volume Stagioni, di Blexbolex, che leggiamo a lungo, dedicandogli davvero il tempo che merita, seduti comodi sui cuscini, per terra.
Guardiamo le immagini, e i più veloci leggono le parole, scritte in uno stampato dai grandi caratteri. Le stagioni scivolano una sull’altra in un ciclo continuo che non si interrompe, ma continua, un’altra volta, e un’altra ancora, e ancora, e ancora (Dopo l’estate – dico – ci sarà un nuovo autunno, e saremo in seconda, e poi ancora, inverno, primavera, estate, e un altro autunno… E saremo in terza – intervengono loro - e poi in quarta, in quinta, e alle medie!).

Alcune immagini ritornano, paiono simili ma sono diverse (Prima era un’allergia, adesso è un raffreddore). Sovente tra loro c’è un nesso causale, oltre quello temporale.

Arriviamo alla fine – UN’INFANZIA – quando tutto è piccolo, e ancora ha tempo per crescere, dico.

Poi rimettiamo i banchi al loro posto, riempiendo lo spazio vuoto creato al centro dell’aula per la lettura.

Ci sediamo, e scriviamo sul quaderno il titolo del libro: STAGIONI. E, accanto, una sola, di cui ognuno racconterà qualcosa.




Perché è vero che in autunno cadono le foglie, e in estate i raggi del sole scendono (riuscite a vedere la bellezza di questi raggi, che arrivano fino a terra, addirittura piegandosi ad angolo retto?), ma una stagione può essere speciale, e cara al cuore, perché c’è il nostro compleanno, o il matrimonio degli zii, perché gli orsi escono finalmente dal letargo o perché si va col nonno sul trattore.




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