Io non lo so, se questa necessità di far confluire tutte le attività svolte a scuola dentro un unico percorso di senso sia davvero utile, per le bambine e i bambini. O se lo sia più per me, nella continua ricerca di un equilibrio tra pedagogia e didattica.
C’è che nel PIA avevo dichiarato di dover lavorare sugli aggettivi qualificativi. E l’abbiamo fatto, con una classe in giardino e con l’altra in aula (che, per scendere, avremmo dovuto ridurre il tempo dell’intervallo, anch’esso in giardino, e a volte bisogna pur fare delle scelte difficili).
A giro, ci siamo chiesti: “Come può essere una persona?”, e abbiamo provato a risponderci. Io, intanto, scrivevo tutti gli aggettivi in un file, che poi abbiamo salvato e che ci è servito per una riflessione sul significato di ciascuno.
Perché non tutti abbiamo lo stesso bagaglio lessicale; e quel che è chiaro e semplice per qualcuno, può non esserlo per qualcun altro. Così, il giorno dopo abbiamo chiamato l’attività Aggettivi qualificativi per l’umanità (perché, come altro si possono definire uomini, donne, bambine, bambini, anziani, giovani, ragazze e ragazzi?), e dopo un paio di esempi, ciascuno ha provato a dare le proprie definizioni di ciò che caratterizza l’umanità: che può essere amichevole, bella, gentile, generosa, curiosa, disponibile, amorevole, pensierosa, golosa, libera, intelligente, interessante, giocosa, divertente, felice, vanitosa, fortunata, coraggiosa, pensierosa, goffa, agile, maldestra, rilassata, abbronzata, sopravvissuta, selvaggia, guerriera, rassegnata […] ma anche brutta, ossessionata, antipatica, stupida, assassina, arrabbiata, tradita, cattiva, minacciosa, bugiarda, prepotente, disgustata, tradita, odiosa, sfortunata, puzzolente…
E di tutto ciò, quel che più mi premeva era leggere e condividere le loro definizioni: perché è importante sapere che “prepotente è quando una persona è forte e picchia le persone, così fanno tutto quello che vuole e si vanta della sua forza” o “disponibile, se c’è bisogno di aiuto per una persona non esita un attimo ad aiutarla” o, ancora, “amorevole, se è gentile, affettuosa e ama tutti”. E che, a volte, per essere felici, basta tenere il proprio gatto tra le braccia.
Perché, forse, la cosa più bella della scuola è la
possibilità per ciascuno di diventare vocabolario per un’altra persona, e che
un altro lo sia per te.
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