Ci sono due pagine, dentro questo albo, che ho sentito particolarmente mie.
La prima dice:
Il sole mi insegna che essere luminosi
porta calore agli altri.
Io splendo e sorrido
quando le cose sembrano offuscarsi.
E la seconda:
La terra mi insegna a dare sostegno a chi è attorno a me.
Mi prendo cura dei semi più piccoli, finché le radici
saranno forti e le foglie raggiungeranno il cielo.
Ci sono molte buone cose che possono nascere da me.
Penso siano due
pagine che possano ben raccontare, a noi stessi e al mondo, cosa significhi vivere,
e soprattutto farlo accanto a bambini e bambine.
Ci penso da settimane; da quando ho letto, in uno dei testi scritti da bambine e bambini dopo la lettura di La mia scuola ha un nome da maschio, di Susanna Mattiangeli e Augustin Comotto, Lapis, una frase che mi ha molto colpito: Anche in giardino si imparano nuove cose, tipo che le piante hanno bisogno di acqua e sole, che quando scaviamo si trovano vetri e sassi piccoli, medi e giganti.
Ho pensato che è vero: quanto di ciò che impariamo è frutto dell’esperienza che avviene fuori dalla scuola, nel mondo? E quanto può insegnarci la natura, anche su noi stessi?
Così, scoprire e leggere Dal ramo al mare, di Shelley Moore Thomas e Christopher Silas Neal, EDT Giralangolo, è stata una folgorazione.
Così ho letto alle
bambine e ai bambini l’albo, e poi ho dato loro il testo, perché potessero
scegliere quali versi copiare, e potessero, soprattutto, continuare a scrivere
in autonomia: perché davvero “Ci sono molte buone cose che possono nascere
da me”: e nessuno – bambine, bambini, ma soprattutto i loro maestri e le
loro maestre – deve scordarselo.
Hanno scritto a lungo, e poi hanno letto ad alta voce quel che desideravano condividere con le compagne e i compagni. E, ancora una volta, ho pensato che la scrittura, per molti, è un dono.
Mi piacerebbe davvero che fosse così, per tutti, ancora a lungo.
I rami mi insegnano che è sempre meglio farsi avanti
non tirarsi mai indietro
anche quando “te borlet giò e te pichet al nas”.
Il vento mi insegna a rilassarmi
e con le mani lo catturo.
L’universo mi insegna
a essere grande come lui.
Nettuno mi insegna
a fluttuare nello spazio senza paura.
La solitudine ti insegna che gli amici
sono più importanti di quello che sembra.
I libri ti insegnano
che si può sempre ricominciare da capo.
Gli alberi mi insegnano a stare a testa alta.
Lo spazio mi insegna il vuoto
e che tutto è possibile se ci credi.
Le formiche mi insegnano che
anche se sono piccola
sono più forte di quanto sembra.
I lupi mi insegnano
a essere sveglia e di vedetta
per proteggere il mio branco.
Le stelle mi insegnano a disegnare,
basta unirle con un dito,
formano un quadro.
Mercurio ci insegna che
anche se si è molto piccoli
si può essere molto più veloci degli altri.
La parola poi ci insegna
che sempre dopo qualcosa
c’è qualcos’altro.
La moda mi insegna
a non mettermi a righe e a pois,
che nella moda vuol dire mettersi in imbarazzo.
Le righe mi insegnano la geometria.
I fiori mi fanno ricordare che ogni giorno
mi devo mettere sempre il deodorante sotto le ascelle.
I fiori mi insegnano a crescere.
Le case mi insegnano a essere forte.
Il fiore mi insegna che non ha importanza
se sei brutta o se sei bella.
Gli alberi mi insegnano a tenermi fermo,
immobile, alto o basso.
L’acqua mi insegna che basta essere calmo
quando vorrei esplodere di rabbia.
I semi mi fanno imparare
che si può crescere.
Una casa mi fa imparare
a costruire ricordi.
La scuola mi insegna
quello che non sapevo.
Il mondo mi insegna che nessuno è perfetto
neanche il mondo è perfetto.
"Il mondo (imperfetto)salvato dai ragazzini" ... e dalle maestre (che lo vogliono)
RispondiEliminaE' stato il mio primo pensiero. Grazie Antonella!
Grazie di cuore a te, Clo :)
EliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina