Io
e Harold siamo amici da tempo: da almeno dodici anni.
Lavoravo
ancora alla scuola dell’infanzia e Rosy, la mia collega, mi fece scoprire
questo autentico gioiellino della letteratura per l’infanzia (in effetti, il prezzo dell’edizione
Einaudi Ragazzi è ancora in lire, e la prima edizione è addirittura del 1955!).
Harold
ha fatto breccia nel cuore dei piccoli, e quando è ora di proporre l’H ai
primini di ogni ciclo, lo riprendo tra le mani: ogni volta genera l’identica
meraviglia!
Il
segreto di Harold è una matita viola, capace di creare un mondo fantastico in
pochi tratti. Come recita la quarta di copertina “[…] Harold percorre con aria apparentemente indifferente, quasi
annoiata, un universo incontaminato, quello della pagina bianca. Harold è
padrone assoluto del segreto della creazione, eppure è così fragile da restare
impigliato nei suoi stessi scenari. Ormai un classico dei libri per bambini, Harold
e la sua matita viola sono gli attori inconsapevoli del processo immaginativo
che sta alla base di tutti i libri, gli esecutori innocenti della potente
metafora che affonda le sue radici nell’origine stessa del disegno e del
racconto.
Ma la luna non c’era, e senza luna non si può passeggiare al chiaro di luna.
Harold aveva anche bisogno di un luogo adatto dove fare la passeggiata.
Fece una strada lunga e dritta, così lunga e dritta che era impossibile perdersi.
Poi cominciò a camminare sulla strada, tenendo in mano la matita viola.
Cammina e cammina, per quella strada non si arrivava da nessuna parte.
Allora Harold prese un sentierino he passava attraverso i campi, e la luna lo seguì.
Alla fine del sentierino, Harold pensò che lì ci stava bene una foresta.
Però non voleva perdersi, e allora fece una foresta piccola piccola, con un albero solo.
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