giovedì 1 maggio 2014

Ognuno, in fondo, fa il proprio lavoro.

"Non voglio applausi, 
non merito alloro. 
Ognuno, in fondo,
fa il proprio lavoro"
 
 
Da un vecchio post, il mio GRAZIE a tutti i lavoratori dell'immaginario...
 
 
L’inverno si avvicina e i topini pensano alle scorte. Giorno e notte si danno da fare per raccogliere grano e noci. Tutti, tranne Federico. Lui è impegnato a raccogliere i raggi del sole per i gelidi giorni d’inverno, i colori per la grigia stagione fredda e le parole per quando rimarranno senza nulla da dirsi.
E finalmente l’inverno arriva…

Un inno alla poesia, in un mondo dominato dal fare.

Come incomincia:
“Lungo il prato, dove un tempo pascolavano le mucche, c’era un vecchio muro.
Fra le pietre del muro, vicino al granaio, cinque allegri topi di campagna avevano costruito la loro casa.
Ma quando i contadini avevano abbandonato la fattoria, il granaio era rimasto vuoto. L'inverno si avvicinava e i topolini dovettero pensare alle scorte. Giorno e notte si davano da fare a raccogliere grano e noci, fieno e bacche. Lavoravano tutti. Tutti tranne Federico


LIONNI L., Federico, Babalibri Milano 2005


Dopo aver illustrato il racconto




  



abbiamo riflettuto sul motivo per cui Federico raccolga i raggi del sole, i colori, le parole: per rendere più bella la vita dei suoi compagni quando tutto intorno è ormai grigio e freddo. La frase

FEDERICO E’ UN POETA.

è la conclusione a cui sono giunti i bambini stessi, al termine della nostra conversazione.

Credo non ci sia modo migliore per far comprendere a un bambino l’importanza dell’arte, della poesia, della cultura, della ricerca della bellezza.




E proprio in questa direzione andava l’indicazione di lavoro data ai bambini dopo aver consegnato loro la poesia che Federico declama agli amici che gli chiedono: “E le parole, Federico?”
“Decora la pagina con i raggi del sole, i colori, le parole… rendi la tua pagina un’opera d’arte.”



 

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