"Non voglio applausi,
non merito alloro.
Ognuno, in fondo,
fa il proprio lavoro"
Da un vecchio post, il mio GRAZIE a tutti i lavoratori dell'immaginario...
L’inverno si
avvicina e i topini pensano alle scorte. Giorno e notte si danno da fare per
raccogliere grano e noci. Tutti, tranne Federico.
Lui è impegnato a raccogliere i raggi del sole per i gelidi giorni
d’inverno, i colori per la grigia stagione fredda e le parole per quando
rimarranno senza nulla da dirsi.
E finalmente
l’inverno arriva…
Un inno alla
poesia, in un mondo dominato dal fare.
Come incomincia:
“Lungo il prato, dove un tempo
pascolavano le mucche, c’era un vecchio muro.
Fra le
pietre del muro, vicino al granaio, cinque allegri topi di campagna avevano
costruito la loro casa.
Ma quando i
contadini avevano abbandonato la fattoria, il granaio era rimasto vuoto. L'inverno si avvicinava e i topolini dovettero
pensare alle scorte. Giorno e notte si davano da fare a raccogliere grano e
noci, fieno e bacche. Lavoravano tutti. Tutti tranne Federico”
LIONNI L., Federico,
Babalibri Milano 2005
Dopo aver illustrato il racconto
abbiamo riflettuto sul
motivo per cui Federico raccolga i raggi del sole, i colori, le parole: per
rendere più bella la vita dei suoi compagni quando tutto intorno è ormai grigio
e freddo. La frase
FEDERICO E’ UN POETA.
è la conclusione a cui
sono giunti i bambini stessi, al termine della nostra conversazione.
Credo non ci sia modo
migliore per far comprendere a un bambino l’importanza dell’arte, della poesia,
della cultura, della ricerca della bellezza.
E
proprio in questa direzione andava l’indicazione di lavoro data ai
bambini dopo aver consegnato loro la poesia che Federico declama agli
amici che gli chiedono: “E le parole, Federico?”
“Decora la pagina con i
raggi del sole, i colori, le parole… rendi la tua pagina un’opera d’arte.”
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