lunedì 25 dicembre 2017

Il dono più grande



"Questo è un anno davvero speciale per me: è il mio ultimo anno alla scuola primaria.
Così, per Natale ho deciso di regalarvi me stessa/o: me stessa/o a 10 anni.
Dentro la sagoma che ho disegnato ci sono i miei pensieri, le mie passioni, i miei desideri. In una parola, ci sono io, in questo momento.
Ogni volta che guarderete questo autoritratto, mi ritroverete. 
E sarò sicuramente diversa da com’ero prima e da come sarò in futuro."


“[…] nelle mie gambe c’è lo spazio infinito e significa che a volte dentro di me c’è un vuoto, però c’è sempre una luce ad attrarmi.”


“Dentro questa sagoma c’è ciò che voglio, ciò che mi piace e ciò che non mi piace; ci sono le delusioni ma anche ciò che mi diverte.”









Non c’è dono più grande che regalare se stessi. Forse è stato questo il pensiero che ha guidato le nostre scelte per il Natale.

Il libro da cui tutto è nato non ha nulla di natalizio. È però costruito intorno a un tema molto caro a me, come credo a tanti adulti,  e in particolare agli insegnanti: il silenzio. Non certo il silenzio dell’obbedienza muta, della sottomissione, ma quello della riflessione, dell’impegno, della cura. 


Un posto silenzioso



di Luigi Ballerini – Simona Mulazzani, Lapis

Le bellissime immagini di Simona Mulazzani hanno agito dentro di me come una sorta di detonatore, costringendomi a chiedermi a lungo perché ne fossi così catturata e suggestionata. Forse, ho pensato, per la straordinaria commistione tra realistico e fantastico: e, soprattutto, per quella sagoma che si apre in verticale sulla doppia pagina racchiudendo, attraverso la rappresentazione dei posti silenziosi del protagonista,  quel che più conta per lui.




Il dialogo tra il bambino e il silenzio è fitto; porta il bambino a interrogarsi, e a provare a darsi delle risposte. Quella sagoma parla. E lo fa così bene che ho pensato potesse parlare a lungo, addirittura a distanza di anni, e raccontare di sé, del se stesso di ognuno degli autori, ben al di là, oltre il tempo che passa. Anzi, proprio grazie al tempo che passa, acquistare valore, come ogni oggetto prezioso. E allora, perché non regalare proprio questo autoritratto, alle rispettive famiglie? Perché non fermare il tempo, come in una sorta di istantanea, offrendo di sé l'immagine più intima e a volte nascosta, in un momento forte di passaggio?
Ogni ragazza, ogni ragazzo, ha ricalcato la stessa sagoma: siamo tutti uguali, in effetti. Poi, però, ognuno ha disegnato con la maggior cura possibile l’autoritratto del proprio volto. Per finire, ha riempito la sagoma del corpo con le proprie passioni, le proprie speranze, i propri desideri. L’ha riempita con ciò che ha dentro di sé, ciò che lo costituisce più profondamente.
È questo il regalo, io credo grande: donare alle persone che amiamo noi stessi, e soprattutto la nostra intimità, così ben rappresentata, spesso, nel disegno. E, soprattutto, l’intimità di una ragazza, di un ragazzo di 10 anni, che si trova in uno dei tanti momenti di passaggio della propria vita, con la consapevolezza che il se stesso di oggi non è quello del passato e neppure quello del futuro, anche se contiene quello del passato e da quello del futuro sarà contenuto.









































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