A volte, c’è bisogno di un progetto. Per superare una delusione,
per recuperare entusiasmo, per riannodare una trama sfilacciata. Quando
qualcosa finisce, ed è facile sentirsi orfani. Forse è altrettanto facile che la
compiutezza di ciò che è ormai concluso, e il distacco che ne deriva, faccia
sentire ancora più acuto il senso di inadeguatezza.
Il progetto che mi serviva è
nato nella manciata di ore tra un pomeriggio complicato e la mattina successiva. Pensavo
da tempo a qualcosa che raccogliesse dentro di sé gli anni trascorsi insieme: ragazze,
ragazzi e insegnanti. Ma la forma, quella continuava a sfuggirmi.
L’esperienza di Io potrei essere tutto, l’antologia poetica nata nella primavera di due anni fa, è ancora
viva dentro di noi. Ma è utile, e necessario, andare oltre, e pensare a qualcosa di nuovo.
O, perché no, di antico.
Più di vent'anni fa -insegnavo
ancora alla scuola dell’infanzia- con i miei bambini avevo realizzato il Vocabolario
bambino, un fascicoletto fotocopiato che raccoglieva le definizioni, le
riflessioni, i pensieri bambini su parole d’uso quotidiano. Ricordo bene le
pause, i sospiri, gli errori sintattici.
Così ho pensato che sarebbe
stato bello ripercorrere una strada simile.
Prima ho chiesto alle
ragazze e ai ragazzi di pensare alcune parole significative di questo ultimo
anno insieme. Parole da definire o da descrivere, su cui costruire un breve
racconto, una poesia, due versi o il ritornello di una canzone. Parole come abbandono, aiuto, amicizia, attenzione, barare, bellezza, bullismo, collaborazione, competizione, compiti, comprensione, confusione, correzioni, crescita, delusione, desideri, difficoltà, dimenticanze, distrazioni, divertimento, fiducia, gelosia, gite, grammatica, gruppi, imbarazzo, imparare, insieme, intervallo, Invalsi, invenzioni, legame, libri, litigi, maestri, maturità, noia, note,
novità, panico, pace, parole, penne, pianto, pipimpipera, poesia, preparazione, prestare, primo giorno, quadrimestre, quinta, rabbia, racconti, responsabilità, ricordi, risata, saluto, scrittura, scuola, silenzio, soddisfazione, sogni, solidarietà, stanchezza, studio, testi, ultimo anno, urla, valutazione, vergogna, verifiche, voti, zaino
Ne è nato una sorta di Alfabeto della quinta, da arricchire via via, in cui ritrovarsi
e tra cui scegliere, di volta in volta, una parola su cui sentirsi completamente
liberi di scrivere.
Confusione
Nella
mia classe
c’è
tanta
confusione
e so
bene
che
cos’è
è
quando tante
vocine
si mettono
a
parlare, e poi
si alzano
e alzano e
alla
fine non si
capisce
niente.
C’è
qualcuno
che
parla
a
voce alta
chi
invece per
farsi
sentire deve
urlare
alle
maestre questo
non
piace
ma a
me sì
perché
mi
fa
capire che
qui
non
sono
solo.
Prestare
Prestare
tra amici è un buon modo: quando qualcuno è senza qualcosa intervengono i
compagni simpatici e anche quelli che non ci piacciono. Senza dubbio ti
renderai utile aiutando e prestando sarai gentilissimo. Se ti piace condividere,
avrai prestato moltissime cose. Se non ti piace condividere, avrai prestato
poche cose. Alla 5^ di Montesolaro piace condividere, questo è sicurissimo e
utilissimo per farsi voler bene.
Zaino
Lo
zaino è sempre troppo pesante e troppo piccolo.
Lo
zaino è un oggetto che quando vado a scuola porto quaderni, libri e astucci,
però quando non porto qualcosa è colpa mia. Lo zaino per me è un mezzo di
trasporto.
Faccio ancora fatica a
immaginare la forma che prenderà questo lavoro, di qui a qualche settimana,
quando sarà ora di impaginarlo e inviarlo al tipografo.
Eppure so che era proprio
questo ciò di cui le ragazze, i ragazzi ed io avevamo bisogno.
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