giovedì 22 febbraio 2018

Dentro le quinte - parole per un passaggio


A volte, c’è bisogno di un progetto. Per superare una delusione, per recuperare entusiasmo, per riannodare una trama sfilacciata. Quando qualcosa finisce, ed è facile sentirsi orfani. Forse è altrettanto facile che la compiutezza di ciò che è ormai concluso, e il distacco che ne deriva, faccia sentire ancora più acuto il senso di inadeguatezza.

Il progetto che mi serviva è nato nella manciata di ore tra un pomeriggio complicato e la mattina successiva. Pensavo da tempo a qualcosa che raccogliesse dentro di sé gli anni trascorsi insieme: ragazze, ragazzi e insegnanti. Ma la forma, quella continuava a sfuggirmi.

L’esperienza di Io potrei essere tutto, l’antologia poetica nata nella primavera di due anni fa, è ancora viva dentro di noi. Ma è utile, e necessario, andare oltre, e pensare a qualcosa di nuovo.

O, perché no, di antico.

Più di vent'anni fa -insegnavo ancora alla scuola dell’infanzia- con i miei bambini avevo realizzato il Vocabolario bambino, un fascicoletto fotocopiato che raccoglieva le definizioni, le riflessioni, i pensieri bambini su parole d’uso quotidiano. Ricordo bene le pause, i sospiri, gli errori sintattici.





Così ho pensato che sarebbe stato bello ripercorrere una strada simile.

Prima ho chiesto alle ragazze e ai ragazzi di pensare alcune parole significative di questo ultimo anno insieme. Parole da definire o da descrivere, su cui costruire un breve racconto, una poesia, due versi o il ritornello di una canzone. Parole come abbandono, aiuto, amicizia, attenzione, barare, bellezza, bullismo, collaborazione, competizione, compiti, comprensione, confusione,   correzioni, crescita, delusione, desideri, difficoltà, dimenticanze, distrazioni, divertimento, fiducia, gelosia, gite, grammatica, gruppi, imbarazzo, imparare, insieme,  intervallo, Invalsi,  invenzioni, legame, libri,  litigi, maestri, maturità, noia, note, novità, panico, pace, parole, penne, pianto, pipimpipera, poesia,  preparazione, prestare, primo giorno, quadrimestre, quinta, rabbia, racconti, responsabilità, ricordi, risata, saluto, scrittura, scuola, silenzio, soddisfazione, sogni,  solidarietà, stanchezza, studio, testi, ultimo anno, urla, valutazione, vergogna, verifiche, voti, zaino

Ne è nato una sorta di Alfabeto della quinta, da arricchire via via, in cui ritrovarsi e tra cui scegliere, di volta in volta, una parola su cui sentirsi completamente liberi di scrivere.





Confusione

Nella mia classe 
c’è
tanta confusione
e so bene 
che cos’è
è quando tante 
vocine si mettono
a parlare, e poi
si alzano e alzano e 
alla fine non si
capisce niente.
C’è qualcuno
che parla
a voce alta
chi invece per
farsi sentire deve
urlare
alle maestre questo
non piace 
ma a me sì
perché mi
fa capire che 
qui
non sono 
solo.


Prestare
Prestare tra amici è un buon modo: quando qualcuno è senza qualcosa intervengono i compagni simpatici e anche quelli che non ci piacciono. Senza dubbio ti renderai utile aiutando e prestando sarai gentilissimo. Se ti piace condividere, avrai prestato moltissime cose. Se non ti piace condividere, avrai prestato poche cose. Alla 5^ di Montesolaro piace condividere, questo è sicurissimo e utilissimo per farsi voler bene.


Zaino
Lo zaino è sempre troppo pesante e troppo piccolo.
Lo zaino è un oggetto che quando vado a scuola porto quaderni, libri e astucci, però quando non porto qualcosa è colpa mia. Lo zaino per me è un mezzo di trasporto.









Faccio ancora fatica a immaginare la forma che prenderà questo lavoro, di qui a qualche settimana, quando sarà ora di impaginarlo e inviarlo al tipografo.

Eppure so che era proprio questo ciò di cui le ragazze, i ragazzi ed io avevamo bisogno.

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