A me
piacciono le cose da ascoltare
soprattutto
quelle del mare.
A me
piacciono le cose scintillanti
spente
dai miei pianti.
A me
piacciono le cose invisibili
e
che sono simili.
A me
piacciono le cose saporite
che
in un attimo sono sparite.
A me
piacciono le cose vissute
anche
se sono mute.
S.,
10 anni e qualche mese
A me piacciono le cose antiche
le
cose dei miei nonni e bisnonni
le
case antiche
che
sono piccole
come
formiche
le
medaglie
di
mio nonno
che
sono quelle
delle
battaglie
l’antica
pelle
come
quella di mia nonna
e le
cose antiche che
formano
il passato
le
cose antiche
sono
tempo
lontano
le
cose antiche
possono
essere preziose.
Mi
piacciono gli antichi treni
che
sono veloci
ma hanno
i freni
le
cose antiche adesso
sono
molto preziose
e
anche costose.
S., 10 anni e qualche mese
Mi accorgo, quando da troppo
tempo non frequentiamo la poesia in classe, di sentirne una mancanza quasi fisica.
Non so dire se sia lo stesso per le mie ragazze e i miei ragazzi, o anche solo
per qualcuna o qualcuno di loro. Eppure so, con assoluta certezza, che la
lettura di alcune poesie ha il potere di
generare un clima che contiene in sé l’essenza del dono, dell’unicità, della
libertà.
Così, approfitto di
occasioni improvvise e improvvisate, di una manciata di minuti fra un’attività
e l’altra, di un tempo sospeso.
Amo che i ragazzi si sentano
liberi di scrivere. Che sappiano che la scrittura può essere scelta,
espressione di libertà. Amo che il linguaggio poetico ne sia una delle manifestazioni.
Libertà non significa
assenza di regole. Credo valga per la vita, prima ancora che per la poesia.
Così, prendiamo una poesia
nuova, nuovissima, da una pagina aperta a caso da un libro pescato dalla mia borsa; ho scelto di tenerlo fisicamente con me, a portata di mano, proprio per poterne approfittare in qualsiasi momento possibile.
Il tempo è mezza mela
di Nicola Gardini, Salani
Le
cose lontane
A me
piacciono le cose lontane
Quel
che rimane
Di
qualche tempo antico
Quel
che non dico
Le
cose che non cerco di cercare
Le
cose molto scure o molto chiare
La
gelata la nuvola la pelle
Quel
che ricopre tutto
Il
buio con le stelle
Quel
che si mostra appena
L’adesso
nato butto
Sul
verde della frasca
La
blu nascosta vena
E il
pesce contro il fango della vasca
Che
poco si distingue
Oh
mai distrarlo
E il
suono delle lingue
Sconosciute
o soltanto scritte
Mi
piace il tarlo
Che
parla e parla e non si sa di cosa
E le
soffitte
E il
centro della rosa
Mi
piacciono gli uccelli
Perché
li tocchi
Solo
con gli occhi
E di
notte neppure più con quelli
Nicola Gardini, Il
tempo è mezza mela, Salani
Leggo la poesia ad alta voce. Lo considero un regalo, per loro e per me stessa.
La leggo ancora, videoproiettandone il testo alla lavagna. Ne analizziamo la struttura, le rime, il ritmo. Ne immaginiamo le diverse evoluzioni, le infinite trasformazioni.
Chiedo alle ragazze e ai ragazzi che ognuno di loro pensi
un aggettivo, diverso da lontane, per
completare il primo verso: A me
piacciono le cose…
nascoste,
dico io. E continuo: È la prima parola che mi è venuta in
mente. E poi rotonde.
Le scrivo, una sotto l’altra.
Le ragazze e i ragazzi continuano. Alla fine, ognuno ha
completato il primo verso a modo suo.
Poi, per 15 minuti scriviamo tutti:
A me
piacciono le cose sbagliate
perché
nessuno è perfetto,
nessuno
è uguale.
A.,
quasi 11 anni
A me
piacciono le cose rotonde
rotolano,
rotolano,
rotolano,
rotolano,
non
si fermano mai
quando
si fermano
è
l’inizio di una nuova avventura.
C., 10 anni e mezzo
A me
piacciono le cose morbide
che
ti abbracciano e
ti
contagiano,
difficile
è distrarsi
ti
devi arrendere
alle
coccole.
S., 10 anni e qualche mese
A me
piacciono le cose morbide
quando
vado nel lettone appena alzata.
Il
morbido dei vestiti.
Un
abbraccio, un pupazzo.
Una
coperta, la lana della pecora,
un
gatto a pelo lungo o corto
quando
ti si appoggia sulla pancia.
Una
coccola un materasso,
un
bimbo una carezza.
La
neve fresca
dopo
un lungo inverno,
una
seggiovia rivestita.
E
altre infinità di cose morbide.
F.,
quasi 11 anni
A me
piacciono le cose nascoste
rinchiuse,
protette,
negate
alla vista
che
siano conquista
di
sguardi, di occhi
di
testa e di cuore.
Le
cose negate
persino
a se stessi
che
si fanno vere
attraverso
la voce
di
chi trova spazio
-e coraggio-
per
dirle
all’altro
da sé.
E
intanto le afferma,
dà
loro sostanza.
Mi
piace la stanza
dove
sono rinchiuse
senza
porte, spiragli
o
finestre socchiuse.
Una
stanza ricolma
di
parole non dette
che
ribollono, evaporano
scendono,
salgono
in
un magma infinito
poi
le posi sul dito,
le
soffi
e
volano via.
A., 50 anni compiuti da qualche mese
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