venerdì 13 settembre 2019

La cosa più importante


Non è stata facile, la scelta del libro con cui (ri)cominciare il nostro cammino insieme. 
Nelle settimane precedenti il primo giorno di scuola, ho ripreso in mano molti albi conosciuti; altri li ho scoperti per contaminazione.  Ho fatto una prima scelta, da sola, e poi una seconda, con le colleghe.

Un libro ha suscitato l’approvazione di tutte: un albo che, forse, da sola non avrei scelto, ma la cui lettura attenta ha provocato tutta una serie di riflessioni a catena e contaminazioni ulteriori, che di giorno in giorno me ne hanno confermato la bontà.



Antonella Abbatiello, La cosa più importante, Giunti


Su tutto, la reazione unanime dell’intero gruppo (41 tra bambine e bambini, di cui tre nuovi iscritti, uniti nell’ascolto): risate, anticipazioni e riflessioni attente e subito personali.

Come incomincia:


Un giorno nel bosco di Pratorosso ci fu un’accesa discussione fra gli animali.
Il coniglio diceva: “La cosa più importante è avere ORECCHIE LUNGHE.
Chi ha orecchie lunghe si accorge subito di ogni piccolo rumore sospetto, del tuono, del pericolo, e può scappare in tempo.”
“Forse è così” pensarono gli altri.

Perché, alla domanda “Ma cos’è, secondo voi, la cosa più importante?”, queste sono state le risposte:

Essere diversi

Essere quelli che sono

Essere bravi a imitare gli animali

Essere se stessi

Essere bravi a scuola

Imparare

Curarsi

Non avere tutte le cose uguali

Ascoltare sempre quelli più grandi di noi

Giocare

Accogliere bene gli amici

Essere sinceri

Essere sempre quelli che siamo

Essere amici

Volersi bene anche se diversi

Chiedere scusa

Ascoltare sempre le maestre

Fare amicizia

Non dire le bugie

Non fare arrabbiare le maestre

Essere bravi

Non toccare i fiori con le spine

Giocare con gli amici

Volersi bene e giocare

Tenersi in forma

Non litigare e non farsi male

Chiedere come ti chiami

Essere a scuola e essere bravi

I colori del mondo


Così, utilizzando ancora una volta come modello la sagoma disegnata da Simona Mulazzani per Un posto silenzioso, di Luigi Ballerini, Lapis, ogni bambina e ogni bambino ha potuto disegnare se stesso e le cose per lei, per lui più importanti.

Così diversi, così uguali. Tante bambine, tanti bambini, una sola classe: anzi, due.












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