Da sempre, fin dai miei
primi anni alla scuola dell’infanzia, mi appassionano le parole dei bambini. Le
loro domande, le risposte, le spiegazioni, gli mmmmh tra una frase e l’altra.
Sono affascinata dai diversi
sistemi di pensiero, dalle logiche, tanto più divergenti tanto più colme di
riflessioni e dense di significati.
Anni fa, scrissi il mio
primo libro proprio con i bambini della mia sezione di scuola materna: si
chiamava Vocabolario bambino, e conteneva, contiene, parecchie verità
fulminanti:
ALBERO: un gigante con il tronco, i rami, i frutti e le
foglie e i buchi dove ci sono i gufi di notte
AUTUNNO: è una cosa che
pittura le foglie e poi diventano di tutti i colori, marroni, quando seccano,
rosse e gialle
BACIO: il bacio va fuori
CASA: la casa mia è così
(congiunge le mani formando un triangolo)
CIELO: è una cosa che quando
è mattina ci sono gli uccellini, quando è di sera ci sono le stelle
DISPETTO: è quando un
bambino dice “Giochiamo a quel gioco?” e l’altro bambino dice “No, a me piace
quel gioco” e dopo cominciano, uno gli dà uno schiaffo, l’altro gli tira i
capelli. Allora uno va dalla maestra piangendo, e la maestra mette l’altro sul
cemento, quello che c’abbiamo fuori noi in giardino, lì seduto.
ERBA: è una cosa che si
schiaccia con i piedi
ISOLA: quella così
(congiunge le braccia formando un cerchio)
Ci pensavo giusto ieri,
mentre mettevo nello zaino l’unico libro che mi accompagnerà in trasferta a
Bologna (per il ritorno, avrò solo l’imbarazzo della scelta)
Suggerito da Diletta
Colombo, con Chiara Bottani libraia di Spazio Bk, ha tutta l’aria di essere il
compagno perfetto del mio viaggio in treno: piccolo, leggero, ma denso di
senso.
Un po’ c0me i bambini,
insomma.
Dal sito della casa editrice Carocci:
Parlare di filosofia ai bambini
significa trasmettere la storia dei filosofi e delle loro idee o aiutarli a
ragionare e a sviluppare un pensiero critico? Il libro racconta un’esperienza
di insegnamento in cui le due opzioni non si escludono, ma sono complementari.
I bambini possono riflettere sull’origine della vita, la responsabilità
personale o il rapporto con gli altri mediante la conoscenza delle storie e
delle idee di Pitagora, Platone, Confucio e Lao-tse. Attraverso una riflessione
generale sull’insegnamento di questa disciplina e, in particolare, sulla sua
didattica con i bambini, l’autore offre un esempio concreto e originale di
pratica filosofica nella scuola elementare.
Sono molti anni, ormai,
che la filosofia viene insegnata nelle scuole elementari, in Italia e nel
mondo. Nata a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento negli
Stati Uniti, la filosofia con i bambini si è andata diffondendo prima in ambito
anglosassone e poi, nel passaggio di secolo, anche in diverse realtà europee.
Pur nelle differenze di ogni singola esperienza, il riferimento alla Philosophy for Children e
al suo fondatore Matthew Lipman accomuna gran parte delle pratiche filosofiche
rivolte ai bambini. […]
“L’alba della meraviglia”, il
laboratorio che da più di dieci anni svolgo in varie scuole romane, e in
particolare nel VII Circolo Montessori, si basa su un’idea alternativa di
didattica filosofica rispetto a quella elaborata da Lipman e proseguita dai
suoi allievi e sostenitori.
Le ragioni di questa diversità sono
principalmente due: 1. l’importanza riservata alla dimensione storica e
geografica delle idee filosofiche, in cui inquadrare la discussione in classe
con i bambini; 2. la critica della visione eurocentrica della filosofia unita
all’apertura di un orizzonte interculturale per la didattica filosofica con i
bambini.
In breve, i capitoli 1-4 espongono lo
sfondo storico e la base teorica della nostra esperienza didattica di filosofia
con i bambini. I capitoli 5 e 6 sono dedicati alla descrizione di quello che
succede in classe durante le ore di lezione con i bambini. Ai momenti più
importanti del laboratorio sono dedicati i riquadri disseminati nei capitoli,
che riproducono, in forma narrativa e con il linguaggio con cui mi rivolgo ai
bambini, i passaggi fondamentali delle lezioni. Il volume si chiude con tre Appendici. La prima
descrive i giochi che concludono il secondo e il terzo anno del laboratorio e
sono dedicati rispettivamente alla filosofia greca e cinese. Le altre due
riproducono alcuni scritti dei bambini, raccolti dalle insegnanti nelle ore che
ognuna di loro ha scelto di riservare in classe al progetto, tra una lezione e
l’altra del laboratorio. Sono poche righe e, per quanto abbiano la luminosità
del pensiero dei bambini, danno solo una piccola idea della ricchezza di quel
che accade durante la lezione. È una ricchezza riservata a chi è presente nel
momento vivo del fare filosofia insieme, legata alla spontaneità dell’idea che
viene alla mente, allo sguardo di chi interroga e al sorriso di chi sente di
aver capito. È, in qualche modo, l’eterna vittoria di Socrate su Platone.
Il volume si rivolge a tutti coloro
che lavorano nel campo dell’istruzione e, in modo particolare, agli studiosi e
ai docenti di filosofia di ogni ordine e grado, dal momento che affronta
principalmente questioni legate ai fondamenti storici e teorici
dell’insegnamento della filosofia, non solo indirizzata ai bambini. Per quanto
il tema centrale del volume, e l’esperienza che ne è alla base, sia
l’insegnamento della filosofia ai bambini, la metodologia didattica che guida
il nostro laboratorio può essere applicata anche in contesti formativi diversi.
Coloro che già praticano la filosofia con i bambini troveranno qui il racconto
di un’esperienza educativa che, per la sua impostazione geostorica e
interculturale, rappresenta una realtà pressoché unica in Italia.
Nessun commento:
Posta un commento