Della mia trasferta bolognese
per partecipare alla Fiera internazionale del libro per ragazzi (o, più
brevemente, BCBF17) ho utilizzato al meglio ogni istante. E tra tutti, una
delle occasioni più importanti e significative di conoscenza, scoperta e arricchimento
è stato l’incontro di presentazione dell’albo
Voci nel parco
di
Anthony Browne, Camelozampa
Quattro voci raccontano la stessa
passeggiata nel parco. Per ogni personaggio sono diversi il punto di vista,
l’esperienza raccontata, il registro linguistico, il carattere tipografico
impiegato.
Cambia anche lo stile figurativo e
persino il paesaggio, nelle splendide illustrazioni ricche di dettagli nascosti
e rimandi a Magritte e altri artisti.
Profondo e caleidoscopico, un
capolavoro su pregiudizi e punti di vista, solitudine ed empatia, amicizia e
incontro con l’altro.
Per la prima volta pubblicato in
Italia, questo capolavoro dell'autore e illustratore britannico è stato
premiato con il Kurt
Maschler Award e già pubblicato anche in Cina, a Taiwan, in
Francia, Germania, Danimarca, Galles, Spagna, Giappone, Corea, Brasile,
Finlandia e negli Stati Uniti.
Conoscevo l’albo per averne
letto nel saggio di Sophie Van der Linden, album[s],
Editions De Facto 2013
e proprio per ciò che ne avevo letto, non mi
spiegavo come mai non ne fossero mai stati acquistati i diritti per l'edizione italiana.
Grande merito, quindi, a
Francesca Segato e Sara Saorin, per essere riuscite a portarlo finalmente in
Italia; merito che le stesse editrici orgogliosamente riconoscono e condividono con Luca
Ganzerla, Dottore di Ricerca, esperto e studioso di Letteratura per l’infanzia, che ho
avuto il grande piacere di poter ascoltare, insieme alla mia amica Mara Dal Corso, e che davvero ci ha fatto entrare
con tutti noi stessi dentro una storia narrata a più voci.
Così, venerdì scorso, nel
giorno in cui Voci nel parco è stato lettura condivisa, animata, drammatizzata
in tutta Italia, ho deciso di
regalare anch’io un’ora del nostro tempo a questo libro, consapevole di non
farlo per un albo qualunque, ma per quello che lo stesso Luca Ganzerla non ha
avuto timore a definire un capolavoro, e che ben s’inserisce nel contesto che
da tempo ci accompagna: quello del superamento degli stereotipi e dei
pregiudizi, dell’attenzione a cogliere i diversi punti di vista e a
rispettarli, pur con i propri limiti.
Dopo la lettura, una ragazza mi ha detto: “Ce l’hai letto perché stiamo riflettendo sui punti di vista”. La dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto sia limitante l’idea che l’albo illustrato parli solo ai bambini.
Dopo la lettura, una ragazza mi ha detto: “Ce l’hai letto perché stiamo riflettendo sui punti di vista”. La dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto sia limitante l’idea che l’albo illustrato parli solo ai bambini.
Ancora una volta, i ragazzi non si sono fatti
certo pregare e hanno accompagnato prima la lettura, poi, una seconda volta,
la visione attenta delle tavole, dei caratteri tipografici, dei particolari che
potevano essere sfuggiti in precedenza, con una concentrazione sempre altissima,
una sorta di sfida a scovare quanti più dettagli possibili, quante più evidenze
si manifestano come tali solo dopo aver regalato, alla lettura e all’ammirazione,
il tempo necessario.
E proprio di ammirazione mi
piace parlare: perché se è vero che la personalità, lo stile, le peculiarità di
ogni personaggio appaiono evidenti fin dal carattere di stampa scelto per la
rispettiva voce, è altresì vero che è proprio nelle immagini che si possono
cogliere attinenze, rimandi, incongruenze, amplificazioni.
Così, se alla madre
iperprotettiva eppur distante di Charles, per la rabbia i fiori si scollano
addirittura dal foulard, al padre di Smudge la compagnia della figlia riesce a
far ritornare un po’ di fierezza, e ad accompagnarne il ritorno a casa con un
passo di danza e una luminosità insperata.
Charles, per una volta
sfuggito al controllo materno
vive finalmente l’ebbrezza della libertà; e Smudge, colma di vitalità, ritrova sulla tazza in cui posa il dono del nuovo e fragile amico la corsa dei cani che ci ha accompagnati ad ogni tavola.
vive finalmente l’ebbrezza della libertà; e Smudge, colma di vitalità, ritrova sulla tazza in cui posa il dono del nuovo e fragile amico la corsa dei cani che ci ha accompagnati ad ogni tavola.
A voi lo stupore di scoprire
i mille altri dettagli celati e pronti ad essere svelati ad ogni pagina; una
sfida affascinante.
Qui la bella recensione delle Galline volanti
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