Una storia che cresce
di Ruth Krauss e Helen Oxenbury
è un albo bucolico e fuori dal
tempo (anche se, scoprendo dal sito della casa editrice che il racconto è del 1947, rifletto: sono
passati 70 anni, e se penso a quanto il mondo è cambiato da allora, mi
pare si sentano tutti), che ha il magico potere di riportare l’infanzia alla sua dimensione più semplice e naturale.
Il protagonista osserva
tutto ciò che intorno a lui cresce; intanto opera le prime riflessioni, i primi
confronti. È certamente un bambino estremamente diverso da quelli che noi
frequentiamo, un bambino che ha tempo, a cui il tempo è stato regalato (quanto
di più lontano dai nostri, così presi da mille frenetiche attività da non
essere più capaci di annoiarsi, come probabilmente accadrebbe loro in una simile
“giornata di niente”).
Il bambino osserva il farsi
e disfarsi dei giorni, delle stagioni, della natura, accanto ad una mamma che
risponde quieta, e rassicura. Osserva l’erba crescere, i fiori sbocciare, i
frutti maturare, i pulcini e il cucciolo farsi polli e cane.
Tutto cambia, tutto cresce;
solo per lui il tempo sembra passare senza portare cambiamenti.
Saranno un paio di pantaloni
e una giacchetta pesante a fornirgli finalmente la prova tangibile di cui ha
bisogno, e a dimostrargli che sì, anche lui sta davvero crescendo.
Come incomincia:
"Un bambino, un cucciolo e alcuni pulcini sono tutti molto
piccoli.
L’estate si avvicina. Sugli alberi crescono i boccioli.
L’erba cresce nel prato. Accanto al granaio crescono i
fiori.
“Tutto sta crescendo”, dice il bambino alla mamma.
“Cresce l’erba. Crescono i fiori. Crescono gli alberi.”
“Cresceranno i pulcini?”, chiede il bambino.
“Sì, cresceranno”, risponde la mamma.
“Crescerà il cucciolo?”, chiede il bambino.
“Sì, crescerà”, risponde la mamma.
“Anche io crescerò?”, chiede il bambino.
“Certo, anche tu crescerai”, risponde la mamma.
Si allungano i giorni. Si accorciano le notti.
L’erba cresce più in fretta. I fiori crescono alti.
Le foglie degli alberi crescono e diventano grandi.
“Anche noi stiamo crescendo”, dice il bambino
al cucciolo e ai pulcini."
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