A scrivere s’impara scrivendo.
Credo molto in questa considerazione. Ci credo al punto
che ogni giorno passato senza scrivere con i miei ragazzi, mi sembra un giorno
perso.
C’è una produzione testuale quasi obbligata, soprattutto una volta arrivati in quinta. È
il testo in cui ci si descrive, si racconta di sé, dei propri gusti, delle
proprie passioni.
Mi spaventano sempre un po', le tappe obbligate. È come se le avessimo
rivestite, appunto, di un ruolo. E sappiamo bene quanta fatica richieda,
conformarsi ad un ruolo.
Così, anche questa volta ho pensato che ci volesse un
libro per permettere ai ragazzi di parlare di sé in modo non banale, e
soprattutto provando a descrivere i molteplici io che compongono ognuno di noi.
Per farlo, ho chiesto aiuto a Rodari.
Da tempo avevo nello scaffale questo agile volumetto
Chi sono io?
I primi giochi di fantasia
di
Gianni Rodari, a cura di Carmine De Luca ed edito da Einaudi per la collana ET
scrittori
in cui il protagonista Totò,
attraverso un’unica domanda posta di volta in volta a persone diverse, si
riconosce e costruisce la propria identità di figlio, bambino, fratello,
nipote, cugino, scolaro, pedone, passeggero e tante altre cose ancora, tante
quante ognuno di noi può immaginare per sé stesso.
Ed è proprio a partire dalle infinite risposte a questa
domanda che ogni ragazzo/a ha scritto il proprio testo.
Chi sono io?
Dopo averti ascoltata sabato a Camposampiero, mi è venuta voglia di rileggere questa pagina del tuo blog
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